Sardegna: poligoni, sindrome Golfo-Balcani-Quirra-Teulada-Capo Frasca


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Quarta Commissione Parlamentare d’Inchiesta

“L’assenza di certezze scientifiche non deve servire da pretesto agli Stati per ritardare l’adozione di misure” ONU, Protocollo di Rio.
“L’interesse nazionale cede di fronte al superiore interesse pubblico costituito dalla tutela della salute (…)” che ha “il valore dell’assolutezza, ciò significa che va protetta contro ogni iniziativa ostile da chiunque provenga e con la conseguenza che ha anche una valenza incondizionata. Tale tutela comprende le ipotesi in cui i rilievi scientifici non hanno raggiunto una chiara prova di nocività (..) occorre applicare il principio di minimizzazione che costituisce il corollario del principio di precauzione” (TAR Sardegna, sentenza di sospensiva all’installazione dei radar, 6/10/2011).

L’attuale quarta Commissione Parlamentare d’Inchiesta è chiamata a recepire e dare attuazione a risultanze e indirizzi della terza (art2 c.2 legge istitutiva), chiudere rapidamente e definitivamente l’inchiesta.
Parrebbe che le sia attribuita solo una funzione prettamente notarile o di braccio esecutivo delle decisioni della terza Commissione. La presidenza affidata all’on Scanu è garanzia di continuità.
Per capire le attività dell’attuale Commissione giova ricapitolare il lavoro delle precedenti. Va tenuto presente che le prime due hanno avuto circa un anno di vita, la terza circa quattro anni.

1a_quirra_001CRONISTORIA

La Commissione Parlamentare d’Inchiesta è stata strappata nel 2005 dalla lotta avviata nel 1999 dal comitato antimilitarista Gettiamo le Basi, dalle famiglie sarde di militari e dalle associazioni nazionali di tutela dei militari. Per un decennio abbiamo contrastato i tentativi esterni e interni di affossamento e sabotaggio.

Prima Commissione (2005-06 parrebbe condannata alla damnatio memoriae per motivi inspiegabili o troppo spiegabili)
Amplia il ristretto mandato ed estende l’inchiesta alla Sardegna; riconosce ufficialmente il ruolo propulsivo delle associazioni di base che da anni documentavano il cluster di tumori nelle aree dei Poligoni Salto di Quirra e Teulada (seduta18/10/2005); trova rapida conferma delle anomalie sanitarie in Sardegna (10/11/2005, Audizione del Procuratore militare di Cagliari); elabora il “Progetto di biomonitoraggio sul rischio ecologico e sanitario per i militari e la popolazione” e il “Progetto di studio sulla salute dei militari e delle popolazioni esposte alle attività militari”, entrambi, complementari tra loro, appropriati per precedere, accompagnare e andare oltre la bonifica. I due tipi di monitoraggio non possono essere usati – come si è fatto, e si programma di fare – per dilazionare ed eludere le misure imposte dal principio di precauzione: l’obbligo dello Stato di imporre la moratoria alle attività a rischio anche solo ipotetico.

Seconda Commissione (2006-2008, governo Prodi):
Prende atto dei “dati inoppugnabili” di civili e militari colpiti in modo abnorme da patologie collegate all’inquinamento bellico; equipara i poligoni ai teatri di guerra, equipara i militari inviati nei teatri di guerra a militari e popolazioni delle aree adibite ai “giochi di guerra”. Fa gravare l’onere della prova sul ministero Difesa. Afferma la valenza del nesso probabilistico, pilastro della normativa italiana e internazionalei. Rigetta la corbelleria cara alle Forze Armate della dimostrazione del nesso diretto causa-effetto, turpe furbata per evitare di risarcire le vittime, fuggire dalle responsabilità, salvare la faccia.
Di fatto stabilisce che anche Amministrazione Difesa e Forze Armate sottostanno alle leggi della Repubblica. Banale e allo stesso tempo innovativo! Sovverte, infatti, il regime di vecchia data che i militari definiscono “specificità”, l’attuale Commissione “amministrazione domestica”, altri “vulnus allo Stato di Diritto inferto dal settore militare che si erge a Stato nello Stato”. Scardina il “diritto” che gli Stati Maggiori si sono arrogati di non rispondere dell’uso della bassa truppa, ieri come carne da cannone, oggi carne da radiazione.
Grazie all’impegno di alcuni parlamentari, in particolare del vicepresidente della Commissione, il senatore Mauro Bulgarelli, la legge 296/2006 stanzia i fondi, sia per attivare i due sistemi di monitoraggio sanitario e biologico-ambientale indicati dalla prima Commissione, sia per la bonifica dei poligoni, fondi incrementati dalla Finanziaria per il 2008 in prospettiva triennale (dieci miliardi all’anno) e prontamente azzerati dal successivo governo Berlusconi con il decreto legge 27/5/2008 n. 93 nel totale disinteresse e ignavia di tutta la classe politica sarda a tutti i livelli, dall’allora sottosegretario alla Difesa Cossiga ai Comuni.
Fine 2007, il ministro alla Difesa, il sardo Parisi, avvia i due sistemi di monitoraggio che si concretizzano, gravemente amputati e snaturati, nella creazione del “Centro Prevenzione Controllo Malattie dei Militari” (l’attenzione alle popolazioni sparisce!) e nel monitoraggio del Salto di Quirra (sparisce il biologico!).
Febbraio 2008, cade il Governo, cade la Commissione e parte a velocità luce il Piano di monitoraggio ambientale del Poligono Interforze Salto di Quirra (PISQ). Macroscopica inadeguatezza, incongruenze, irregolarità sono prontamente segnalate dal vicepresidente della Commissione (ALL.1Bulgarelli 19/3/2008). L’ultimo scandaloso raggiro emerge nel 2012.

INCISO: “L’Operazione Trasparenza” top secret
Il monitoraggio è propagandato come “operazione trasparenza e verità”. Nel 2012, però, la Namsa/Nato oppone il “segreto Nato” alla richiesta della Procura di Lanusei di accesso agli atti della gara d’appalto (e il gup Clivio rigetta la richiesta della Procura di allegare l’altolà della Nato agli atti del processo Quirra).
L’attuale quarta Commissione ignora o finge d’ignorare la gravità del fatto?
L’esigenza di acquisire gli atti della gara d’appalto è stata posta anche da alcuni senatori della terza Commissione. La Commissione li ha formalmente richiesti? Li ha ricevuti? L’analoga richiesta del Comitato Territoriale – specchietto creato per dare ad intendere “la trasparenza e leale collaborazione” con gli enti locali, spacciati persino come coautori del Piano – è sempre stata evasa dai vertici militari.

Terza Commissione
I risultati sono sintetizzati da un commentatore politico specializzato in tematiche militari:“Scritti a quattro mani, due dei generali, due delle industrie di armi”. Concordiamo! Non è da attribuire a semplice negligenza o personali incapacità il disinteresse totale per la sottrazione dei fondi della bonifica e per il monitoraggio sanitario (CPCM). La Commissione “vede” il monitoraggio-bidone del Pisq a operazione conclusa, dopo l’intervento della Magistratura e l’attenzione dei media sardi e internazionali ed evita di entrare nel merito.

Per il caso Sardegna la Commissione parte con la “verità” già in tasca, una strana “verità” in totale contrasto con i risultati delle due precedenti e con la forza dell’evidenza. La linea guida ribadita in quasi tutte le sedute “tranquillizzare i militari e la popolazione” è puntualizzata con estrema chiarezza dal presidente Costa (seduta n. 42): “Contrastare alcuni ingiustificati allarmismi, alimentati in taluni casi anche dai toni sensazionalisti dei media” e “da antimilitarismo preconcetto e ideologico” come sempre precisa l’on. Scanu. Sorvoliamo sulla visione della razionalità prerogativa esclusiva di filo militaristi e guerrafondai. Invitiamo, però, a rileggere l’audizione del Procuratore militare di Cagliari (10/11/2005). Anche lui antimilitarista ideologico? Se così fosse avremo prova che l’antimilitarismo, finalmente, sta diventando pensiero egemone.
L’obiettivo di osteggiare “l’allarmismo preconcetto” contiene e anticipa i risultati del lavoro: il disastro ambientale e sanitario che ha come epicentro il poligono Salto di Quirra (Pisq), registrato dalla prima e seconda Commissione, comprovato dall’indagine del procuratore Fiordalisi (2011/12, meno di 15 mesi!) è un falso allarme, non deve esistere. La “verità” a priori, indipendente dall’esperienza, incompatibile con un serio lavoro inquirente e rigorosa verifica dei fatti, svela spudoratamente che l’inchiesta parlamentare è una farsa mirata a sedare la Sardegna. Infatti si offre ampio spazio alle sarde autorità da sempre ligie alla politica dello struzzo, a consulenti e auditi che minimizzano, spargono dubbi, disquisiscono di percezione alterata, deviano i sospetti dalle attività di guerra e, forse, forniscono false perizie.

PRECISAZIONE: professor Trenta
Dall’audizione (23/3/2016) del consulente prof. Trenta parrebbe che la quarta Commissione non sia a conoscenza della richiesta della Procura di Lanusei, avanzata in corso di udienza al giudice Clivio, di trasmissione degli atti del processo Quirra alla competente Procura di Roma e alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta per indagare sul “delitto di falsa perizia o falsa interpretazione” resa da prof. Trenta, in qualità di consulente, alla terza Commissione nella seduta del 19/6/2012 affermando che “l’irradiamento del torio, più blando, è ancora meno pericoloso di quello dell’uranio”.
L’attuale Commissione inquirente ha il dovere di pronunciarsi a prescindere dall’iter giudiziario.

Le 170 vittime (168 agli atti del processo, più due respinte dal gup Clivio per scadenza di termini ) individuate dalla Procura e dalla Polizia di Nuoro non bastano alla Commissione. Non basta il dato incontestabile del 65% di pastori dell’area a mare e del 33% nell’area interna del Pisq colpiti da tumori e delle loro greggi devastate da alterazioni genetiche. Bisogna stabilire la significatività! La Commissione ricorre al collaudato stratagemma della “scienza-pretesto”, messo al bando dall’ONU. Demanda all’epidemiologia, la scienza più facilmente taroccabile, il compito di stabilire se i morti e i malati di Quirra siano insignificanti o significativi. Eppure sarebbe stato sufficiente raffrontare l’indagine epidemiologica dell’Asl 8 di Cagliari (2003) con l’indagine della Regione coordinata da professor Biggeri (2005-6): 90% di mortalità per linfoma non Hodgkin (70% a Villaputzu/Quirra), 75% per tumori linfoematopoietici concentrati a Villaputzu, Muravera e San Vito, in circa il 50% della popolazione dei 10 Comuni considerati.
Peccato che prof. Biggeri e Asl non si siano mai accorti del cluster da brivido! (ALL 2 GettBasi EP).
Sarebbe stato sufficiente un raffronto tra la percentuale degli uccisi dal Pisq con quella degli assassinati nei campi di sterminio nazisti. E’ da dubitare che le SS siano riuscite a raggiungere medie del 90% o del 65%.

Incredibilmente si delega all’epidemiologia persino la missione impossibile “dell’accertamento di un nesso di causalità tra fattori patogeni ed insorgere delle malattie” (Scanu sedute 20,42).

TEULADA
I Comandi militari, da decenni, riconoscono la devastazione ambientale in atti ufficiali, pubblici. La Commissione registra un ”grave degrado e criticità”. Paradossalmente da per scontato che il disastro ambientale non abbia effetti sulla salute. Eppure alcune informazioni, facilmente verificabili, le aveva. Nell’incontro a Cagliari (30/3/2011) Gettiamo le Basi ha consegnato, con richiesta di allegare agli atti, le schede di alcuni colpiti dalla contaminazione bellica: militari in servizio a Teulada, Capo Frasca, Pisq; 31 abitanti di Teulada (oggi ne contiamo 52); 25 abitanti di Escalaplano, 8 tra Perdasdefogu e Ulassai (area Pisq). Uno sguardo anche rapido e superficiale avrebbe risparmiato ai senatori la figuraccia di cascare dal pero all’audizione del procuratore Fiordalisi (8/5/2012) confermando che “chi non vuole trovare non trova”.

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Quarta Commissione

Il presidente Scanu definisce la tranchc dell’inchiesta focalizzata sulle vertenze di risarcimento dei militari “il lavoro forte, quello importante, dal quale fare discendere una serie di proposte normative” (seduta N 22, 21/4/2016). Ne discende che il lavoro, ancora da avviare, sui poligoni che devastano la Sardegna è di poco conto, fatuo e infruttuoso. Si riconferma la direttiva dell’inchiesta farsa.

DISASTRO SANITARIO
Salto di Quirra (PISQ)
L’attuale Commissione è chiamata a validare le risultanze dell’indagine epidemiologica Musumeci-Biggeri – affidata nel 2011 a Regione e Istituto Superiore Sanità, conclusa il 13/9/2015- che promuove l’area del poligono della morte Salto di Quirra a oasi felice di salubrità, come volevasi dimostrare.
Il Presidente Scanu, già nel 2011(15/12), ha elevato ufficialmente i risultati dello studio, allora in embrione, al rango di “Verità Assoluta”, “Ultimativa”. Tralasciamo il fatto che la scienza ha ripudiato la ricerca di verità assolute già da alcuni secoli. L’orrore di Stati titolari di “verità scientifiche assolute”, ad esempio la superiorità/inferiorità delle razze, è impresso nella memoria collettiva. La classe politica stia alla larga dalla tentazione di “verità assolute, ultimative”!
Onestà intellettuale e decenza impongono di sottoporre lo studio a una valutazione in contradditorio con almeno un epidemiologo di fiducia delle associazioni che da troppi anni lottano per la corretta informazione sulla sindrome Golfo-Balcani che falcidia anche militari, popolazioni e animali nelle aree coinvolte dai poligoni di Capo Teulada, Capo Frasca, Salto di Quirra. Indichiamo il dr Valerio Gennaro, consulente della prima e seconda Commissione, consulente del Centro Prevenzione Controllo Malattie dei militari, coautore del “Progetto di studio sulla salute dei militari e delle popolazioni esposte alle attività militari” fatto proprio dalla prima Commissione.
Gettiamo le Basi ribadisce la valutazione di indagine-pretesto sballata in partenza in considerazione di:
criteri di aggregazione/disgregazione della popolazione esposta fondati su ipotesi palesemente errate (come peraltro “ipotizza” persino la dott.ssa Musumeci, dopo 4 anni di studio e a lavoro concluso!);
attenzione gravemente carente ai contaminanti dei sistemi d’arma e tipici dei poligoni; metodologia molto contestabile; precedente, discutibile indagine del prof Biggeri (2005/06) ALL 2

Poligono di Capo Teulada
La Commissione dovrà pronunciarsi sul disastro sanitario che ha come epicentro il poligono di Capo Teulada che la terza ha finto di non vedere e l’intervento della Procura di Cagliari ha reso ineludibile

DISASTRO AMBIENTALE
Governo e Parlamento hanno risolto il problema con solerzia: la contaminazione è legalizzata per decreto (91/2014, ribattezzato “Inquinatore Protetto, Salva Quirra”) e per legge (116/2014) sollevando a dismisura i valori soglia dei contaminanti, come da italica prassi. Gli onorevoli, dimentichi dello “sdegno e vibrante indignazione” con cui avevano respinto la proposta del gen. Ludovisi di legittimazione dell’inquinamento (seduta 15/5/2012), sono scattati sull’attenti.
Nell’area del Pisq la sedicente bonifica pare consista in quella sorta di pulizia etnica ripetutamente raccomandata dalla terza Commissione: l’espulsione delle attività agricolo pastorali, la sistemazione di recinzioni e cartelli di divieto d’accesso.
Come s’intendono fermare nanoparticelle e polveri di veleni bellici in uscita?

MULTIFATTORIALITA’
La terza Commissione e l’attuale, incaricata di seguirne le orme, prestano scarsissima attenzione al cocktail di veleni (l’uranio è solo una goccia) disperso in Sardegna, quotidianamente, da ben oltre mezzo secolo. Eppure i contaminanti dei sistemi d’arma di routine, persino dei cosiddetti inerti, e i connessi effetti sulla salute sono noti, classificati nelle tabelle di legge, l’informazione è facilmente accessibile e di facile lettura così come lo è la contaminazione tipica di un poligono, purtroppo Quirra, Teulada, Capo Frasca sono in numerosa compagnia (ALL 3 contaminanti ). Per altro verso, con il forte supporto di alcuni consulenti, si focalizza l’attenzione su cause e concause che esulano dalle attività militari. Alcune le ricorda il signor Cancedda (seduta 18/5/2016)ii , le definisce“vilipendio ai morti, vilipendio alla famiglia”, concordiamo e aggiungiamo l’oltraggio all’umana intelligenza. Per il caso Quirra i “multi fattori” sono ancora più indegni e grotteschi. Ricordiamo la causa/concausa delle malformazioni genetiche dei bambini di Escalaplano che i portavoce militari avevano ordine scritto di suggerire: l’incestuosità dei sardi. La più gettonata rimane la geologia-litologia, una correzione di tiro della precedente “verità scientifica di Stato e di Regione”, la solenne asineria che indicava la miniera d’arsenico di Bacu Locci madre di tutte le patologie dell’area Pisq.
Vedere pagliuzze inconsistenti e non vedere la trave emana forte sentore di depistaggio, alimenta il sospetto che la multifattorialità sarà usata per deviare l’attenzione dalle attività militari, trovare attenuanti per l’Amministrazione Difesa, rovesciare tutta o parte di colpa sulle vittime o la geologia, quindi ridurre il risarcimento danni a cifre da elemosina.

RISARCIMENTI e INDENNIZZI alle vittime militari
Il riconoscimento di IARC e OMS delle nanoparticelle causa primaria di tumori ha chiuso la scappatoia del “nesso diretto causa-effetto”. Le condanne milionarie sempre più frequenti della Magistratura hanno reso disastroso per l’Amministrazione Difesa persistere nel bieco negazionismo ad oltranza, sia dal punto di vista economico, sia per il discredito che getta sulle Forze Armate.
Parrebbe che Amministrazione Difesa e vertici militari abbiano capito che è più conveniente risolvere le vertenze per via amministrativa, molto meno costosa e molto meno visibile dall’opinione pubblica, e più vantaggioso seguire l’esempio del Vaticano che dopo le condanne milionarie, partite dai tribunali USA per i casi di pedofilia, si è attivato per mettere freno al crimine infame sempre tollerato.

Autoincensamento e scoperta dell’acqua calda
Sconcerta l’ampio spazio che terza e quarta Commissione, in particolare l’on Scanu, dedicano al ripetitivo auto elogio – accompagnato da malcelata denigrazione del lavoro delle precedenti Commissioni – per il cambio di rotta (eventuale, ancora da codificare!) di AD e vertici militari e, soprattutto, per “avere maturato la convinzione unanime del nesso probabilistico e la pluralità di fattori che possono concorrere all’eventuale manifestarsi delle patologie”. La scoperta dell’acqua calda! E’patrimonio informativo acquisto già verso l’età di 5 anni, trasmesso dalla famiglia e rafforzato dalla scuola elementare. “Perché io mi sono ammalato e mia sorella e mio fratello no?” è una delle prime domande che pongono i bambini.
Che senso ha vantarsi ossessivamente della “scoperta”? Puro narcisismo, speculazione per carpire riconoscenza e voti delle vittime dello strapotere della casta militare oppure …?

CHIEDIAMO alla Commissione d’Inchiesta e all’intero Parlamento
di confutare con i fatti l’opinione dominante che il sistema più efficace per eludere problemi scottanti è istituire una Commissione Parlamentare d’Inchiesta. Noi non desistiamo dall’esigere che Governo e Parlamento assumano le loro responsabilità, l’obbligo di fermare la strage di Stato e la devastazione della Sardegna, di ripristinare la legalità adottando le misure imposte dalle leggi, sintetizzate nell’acronimo SERRAI (CHIUDERE)

S Sospensione delle attività dei poligoni dove si sono registrate le patologie di guerra;
E Evacuazione dei militari esposti alla contaminazione dei poligoni di Teulada, Decimomanno-Capo Frasca, Quirra
R Ripristino ambientale, bonifica seria e credibile delle aree contaminate a terra e a mare;
R Risarcimento alle famiglie degli uccisi, ai malati, agli esposti, Risarcimento del danno inferto all’isola.
A Annichilimento, ripudio della guerra e delle sue basi illegalmente concentrate in Sardegna in misura iniqua;
I Impiego delle risorse a fini di pace.

CHIEDIAMO AL POPOLO SARDO, COMITATI e ASSOCIAZIONI di BASE di attivarsi per dare vita a una “Commissione POPOLARE di Inchiesta sui crimini ambientali, sanitari ed economici perpetrati da Italia/Nato”. Le risorse umane NON mancano di certo! Non siamo soli. Abbiamo esperienza diretta, in Italia e in molti Paesi del pianeta, della volontà e capacità di lotta per estirpare dalla propria terra e dalla Storia il mostro guerra, le sue armi, le sue basi, i suoi poligoni, i suoi arsenali. Molti sono da anni al nostro fianco, hanno sostenuto attivamente le nostre lotte e le loro lotte hanno dato preziosi input alla liberazione della Sardegna dal giogo militare, alla liberazione dell’umanità dalla barbarie bellica. Ci vorrà tempo, ma basta solo dare impulso e favorire sinergie. Le risorse economiche non sono un problema, sono facilmente reperibili.

Comitato sardo Gettiamo le Basi, tel 3467059885

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