In Medio Oriente i gruppi armati diventano lo stato – Rami Khouri

Un fenomeno significativo che si sta ripetendo in tutto il mondo arabo è la diffusione di organizzazioni non istituzionali (movimenti, partiti, milizie) che hanno assunto un ruolo tradizionalmente riservato al governo. Queste organizzazioni non seguono un unico modello, ma rispecchiano una tendenza comune nel mondo arabo: la frammentazione degli stati in un’accozzaglia di gruppi armati che operano all’interno dei vecchi confini.

I casi più estremi sono quelli di Iraq, Siria, Yemen, Libia, Libano e Somalia, dove in ampie aree la forza dei gruppi armati ha sostituito l’autorità dello stato. L’esempio più drammatico è quello dei jihadisti dello Stato islamico che si sono impossessati di una vasta zona a cavallo tra Iraq e Siria. Ma ci sono anche Al Shabaab in Somalia, gli houthi nello Yemen, Hezbollah in Libano, Hamas in Palestina, le milizie in Libia, i gruppi ribelli in Siria e molte organizzazioni più piccole. potenze non statali sono molto comuni nella regione, ma è difficile fare un’analisi complessiva che tenga conto delle diverse realtà. Per valutare il reale potere e la longevità di queste organizzazioni penso che si debbano considerare sette fattori: identità, sovranità, territorialità, fornitura di servizi, legittimità, nazionalità e statualità. La fragilità di molti paesi arabi dipende anche dal fatto che questi fattori non si sono mai presentati tutti contemporaneamente, una condizione necessaria per le istituzioni stabili, accettabili e durature che sono così rare nel mondo arabo.

Un gruppo come lo Stato islamico, per esempio, controlla il territorio e rilette importanti elementi identitari tra i suoi aderenti, e dunque esercita una quasi sovranità. Ma è diicile considerarlo legittimo, perché la maggior parte delle persone sotto il suo controllo non hanno accettato spontaneamente la sua autorità. Allo stesso modo, Hezbollah rispecchia importanti elementi identitari condivisi dai suoi sostenitori (in gran parte sciiti libanesi) e appare legittimo agli occhi della popolazione, anche perché partecipa alle attività del governo e del parlamento. Tuttavia Hezbollah non aspira a essere uno stato nazionale sovrano, anche se esercita il controllo sul territorio, sulla popolazione e sulle risorse nelle aree in cui è più forte.

Come Hamas e altre organizzazioni islamiche che operano a livello locale, Hezbollah ofre servizi importanti di cui i cittadini hanno bisogno (assistenza sociale e sanitaria, cibo, sicurezza), ma la fornitura di servizi in sé non basta a garantire la legittimità. Di fronte alla frammentazione e al collasso degli stati arabi negli ultimi anni non possiamo più esaminare i paesi della regione alla luce della classica nozione di stato sovrano, in cui un territorio geograficamente delineato e i suoi abitanti formano una nazione la cui sovranità è affidata al governo. Oggi sono più importanti le dinamiche rappresentate da questi sette fenomeni sub-statali, che determinano se uno stato o una comunità esistono in modo solido e duraturo.

Secondo me il fattore più importante è la legittimità, il collante che unisce il cittadino allo stato in un rapporto che a sua volta determina l’indipendenza, la sovranità e la tenuta dello stato. Il problema di tutti i paesi arabi è che non hanno mai concesso ai loro cittadini la possibilità di legittimare il loro stato, per esempio scrivendo la costituzione o definendo le strutture di potere e i meccanismi di responsabilità. Per questo abbiamo paesi che presentano un governo centrale forte grazie a un imponente apparato militare e poliziesco, ma di solito mancano di legittimità perché il potere è nelle mani delle élite e dei militari e non è sostenuto dalla partecipazione e dal consenso della cittadinanza.

Davanti alla frammentazione dei paesi arabi in entità più piccole che non riescono a creare nuovi stati sovrani, non dovremmo preoccuparci della sopravvivenza delle frontiere ma chiederci se l’emergere dei gruppi armati rilette l’identità, la capacità di fornire servizi e la legittimità agli occhi della popolazione. Perché sono questi i fattori che determinano se un popolo in un dato territorio è considerato uno stato o una nazione dal resto del mondo.

RAMI KHOURI
È un columnist del quotidiano libanese Daily Star.

Internazionale 1072 | 10 ottobre 2014

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.