Colpo di stato in Gabon: Cambio di persone, non di strutture

René Wadlow

Il 27 agosto, alcuni militari, in particolare membri della Guardia presidenziale, hanno attuato un colpo di stato in Gabon, preso il potere e messo il presidente Ali Bongo Ondimba agli arresti domiciliari.  Il generale Brice Oligui Nguema, capo della Guardia presidenziale, è stato nominato leader transitorio di quello che è stato chiamato “Comitato per la transizione e il ripristino delle istituzioni”.  Tutte le altre istituzioni, i ministeri e il parlamento sono stati aboliti. Alcuni degli ex ministri sono stati messi agli arresti domiciliari.

Il colpo di Stato pone molto probabilmente fine al governo della famiglia Bongo dal 1967 al 2023. Quando sono stato in Gabon per l’ultima volta nel 1966, un francese di alto livello nell’ufficio del Presidente mi disse che Albert Bongo era la persona emergente da tenere d’occhio.  Il primo presidente del Gabon, dal 1960, era Léon M’ba.  Nel 1966 era vecchio e malato. Il suo vicepresidente Paul-Marie Yembit era lì perché doveva esserci qualcuno del sud per bilanciare il nordista Léon M’ba.  Tutta la distribuzione dei posti di governo avviene su base etnica.  Tuttavia, il sud del Gabon era meno sviluppato del nord e quindi aveva meno persone istruite.

Così, all’inizio del 1967 Yembit fu cacciato dalla carica di vicepresidente e sostituito da Albert Bongo.  Léon M’ba si ricoverò in Francia e morì poco dopo. La Costituzione gabonese era stata modificata poco prima della morte di M’ba in modo che il Vicepresidente diventasse automaticamente Presidente – in stile USA – senza che si tenessero nuove elezioni.

Di White house photo by Eric Draper, Pubblico dominio, Collegamento


Albert Bongo è stato Presidente dal 1967 fino alla sua morte nel 2009; a quel punto suo figlio è diventato Presidente dal 2009 fino all’agosto 2023.  A un certo punto, su sollecitazione del libico Mouammar Gheddafi (e senza dubbio in cambio di denaro) Albert Bongo divenne musulmano e cambiò il suo nome da Albert a Omar.  Chiamò suo figlio Ali.  Tuttavia, non c’è stato alcuno sforzo per estendere l’Islam in Gabon.  Le chiese cattoliche e protestanti erano le principali istituzioni religiose e gestivano importanti scuole primarie e secondarie.  I musulmani erano quasi tutti stranieri, per lo più piccoli negozianti e commercianti provenienti dalla Nigeria settentrionale e dagli Stati del Sahel. Il Gabon non svolgeva alcun ruolo negli affari dei Paesi islamici.  I suoi forti legami politici erano con i suoi vicini: Guinea Equatoriale, Camerun e Congo-Brazzaville.

Il denaro è sempre stato l’obiettivo della famiglia Bongo.  Essi traevano gran parte della loro ricchezza dai contratti con le imprese francesi che controllavano le industrie petrolifere, minerarie e di esportazione del legno tropicale.  Chiunque volesse fare affari in Gabon doveva fare “regali” in denaro alla famiglia Bongo o al piccolo numero di parenti e amici intimi che partecipavano alle strutture politiche.

Sfortunatamente per la maggior parte della popolazione gabonese, i Bongo non spendevano i loro soldi in Gabon, ma li depositavano in Francia.  Il governo francese, reagendo alle pressioni dei riformisti, ha creato una legge sui “biens mal acquis”, ovvero il denaro detenuto in Francia che potrebbe essere stato sottratto ai governi a causa della corruzione.  I servizi governativi francesi che hanno supervisionato le indagini sui “biens mal acquis” hanno scoperto che la famiglia Bongo aveva 39 proprietà in Francia, 70 conti bancari e una flotta di auto costose.

I legami economici con la Francia hanno iniziato a cambiare nell’ultimo decennio.  Negli ultimi 9 anni la Cina è diventata il primo partner commerciale.  Questo cambiamento non si è ancora manifestato sul fronte politico, ma le figure politiche gabonesi si recano sempre più spesso in visita in Cina.

È improbabile che le conseguenze del colpo di Stato in Gabon producano rapidi cambiamenti nelle strutture, ma la situazione merita di essere osservata da vicino.


TRANSCEND MEMBERS, 4 Sep 2023

René Wadlow – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Enzo Gargano per il Centro Studi Sereno Regis


 

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