La rosa bianca

Ieri sera, ascoltando distrattamente il telegiornale, ho sentito parlare
della Rosa Bianca. Ho prestato subito attenzione, finalmente richiamato da
qualche edificante notizia storica su Sophie Scholl, testimone e martire
per la libertà, coscienza critica della Germania nazista.

Macchè, stavano parlando di Tabacci e Baccini…
Anche il candore della Rosa Bianca viene lordato da schizzi di fango.

Il telegiornale è rimasto nel sottofondo e sono ritornato alla precedente
distrazione (la notizia seguente riguardava, mi pare, l’assoluzione
dall’accusa di falso in bilancio, un reato che non è più un reato, di un
politico imprenditore il cui nome mi è sfuggito…).

P.S. La Rosa Bianca (in lingua tedesca: Die Weiße Rose) è il nome assunto
da un gruppo di studenti cristiani che cercarono di opporsi in modo
nonviolento al regime della Germania nazista.
Il gruppo era composto da cinque ragazzi: Hans Scholl, sua sorella Sophie
Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf, tutti poco più
che ventenni. Ad essi si unì il loro professore, Kurt Huber. Insieme
diffusero opuscoli e volantini che chiamavano i tedeschi ad ingaggiare la
resistenza passiva contro il regime nazista.
La Rosa Bianca fu attiva dal giugno 1942 al febbraio 1943, quando i
componenti del gruppo vennero arrestati, processati e condannati a morte
mediante decapitazione.