Il 21 dicembre 2023 il primo festival internazionale dei corti per la pace incontra e dialoga in video con Fatima Kaci, Hamidreza Arjomandi e Diogo Linares, vincitori della prima edizione del festival. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
A breve sarà annunciata la presenza dei membri delle giurie. In programma la proiezione di tutti i film premiati:
Il premio gli occhiali di Gandhi La voix des autres, di Fatima Kaci, Francia, 2023
“Perché accade di rado di incontrare film come questo che incantano, inducono a riflettere e sono costruiti alla perfezione”.
Il premio Aurora alla miglior sceneggiatura The Borders Never Die, di Hamidreza Arjomandi, Iran, 2023
“Per l’idea efficace di intrecciare crudo realismo e dimensione onirica”.
Il premio Pertinace alla miglior regia Things Unheard Of, di Ramazan Kılıç, Turchia, 2023 “
Per la grande capacità di dirigere attori giovanissini e rendere lieve una situazione drammatica”.
Il premio La Pace Preventiva Out Of The Lines, di Sajjad Aslani, Iran 2023
“Perché interpreta perfettamente il concetto di Pace Preventiva e regala in un minuto il pathos e l’energia dei grandi film. Lo svelarsi, in senso letterale, del gioco di specchi finale, rimanda a un legame diretto con l’opera di Michelangelo Pistoletto”.
Menzione d’Onore a Danpatra, di Abhijit Dagaduji Chavan, India, 2022
Menzione d’Onore a Ezequiel Baraja, di Juan Fernández Gebauer, Argentina, 2021
“Perché evidenzia il valore dello sport come motore di riscatto sociale, strumento di consapevolezza individuale e di libertà”.
Premio Adonella Marena a Magos das Plantas, di Diogo Linhares, Portogallo, 2023
“Perché attraverso le parole di un personaggio semplice e profondo, pone in evidenza il legame fisico che c’è, ma viene ignorato, tra piante umani. Come dice il protagonista “la pazienza e l’amore incondizionato del pianeta nei nostri confronti è tradito quotidianamente dagli umani, che si credono più intelligenti e in cima alla scala evolutiva, ma non fanno che usare violenza verso il pianeta, così uccidendo se stessi”. Il primo gesto per ristabilire un equilibrio passa attraverso il riconoscimento reciproco, l’ascolto e il rispetto del “diverso”, in un’ottica profondamente antispecista”.