È ancora possibile la controinformazione? Storia e futuro della Rivista “In Dialogo”
È ancora possibile la controinformazione? Esiste ancora lo spazio per una rivista impegnata a fare “controinformazione”? A questa domanda daranno risposta don Luigi Ciotti e Antonietta Potente, scrittrice e teologa, in un incontro che si terrà a Torino, domenica 4 febbraio 2023, presso la Fabbrica delle “e” di corso Trapani 91bis. Un successivo incontro, a Prato, il 15 febbraio, vedrà la partecipazione del frate domenicano, giornalista e scrittore Frei Betto.
La nuova linea editoriale della rivista trimestrale “In Dialogo” sarà lanciata, in entrambe le occasioni, nel ricordo di Antonio Vermigli, figura di rilievo nel campo dell’impegno sociale che per oltre trent’anni ha diretto e sostenuto questa pubblicazione, specchio trasparente e contagioso del suo impegno e della sua capacità di tessere reti e convogliare risorse fra Italia e America Latina. A Torino sono promotori dell’incontro, oltre al Gruppo Abele, la Rete Radiè Resch (associazione di solidarietà internazionale di cui Antonio Vermigli è stato promotore), l’Associazione Volontari Oratorio San Domenico (AVOSD) di Pinerolo e le ACLI Metropolitane di Torino.
Per don Bruno Marabotto (AVOSD) Antonio Vermigli “ha aperto orizzonti culturali sul mondo”. Raffaella Dispenza, Presidente delle ACLI di Torino, ha vivo il ricordo di quando, nel 1999, “ad una festa giovani di Pinerolo organizzata grazie ad Antonio, con la presenza di Rigoberta Menchu, don Bruno mi chiese di accompagnare Rigoberta a Romano Canavese, dove trovammo Frei Betto e Lula. Una cosa a dir poco incredibile… Da lì in avanti Antonio, con i suoi grandi personaggi portati a Pinerolo, ha rappresentato il fil rouge di un percorso di crescita di consapevolezza sul tema delle disuguaglianze, dell’ingiustizia e soprattutto su quanto ciascuno può fare per ribaltare la prospettiva”.
Scritta direttamente da persone che vivono o che sono in contatto con realtà critiche (Brasile, Haiti, Israele, Palestina), la rivista intende dare voce a chi non ha voce. “Permette di leggere i fenomeni globali con un punto di vista umano. La denuncia delle ingiustizie non è teorica. Non è frutto di una lettura geopolitica del mondo. Ma parte dall’incontro con le persone e – osserva ancora la Presidente delle ACLI Torino – dal volto di Gesù che vediamo in loro.”
Esistono dunque lettori che sapranno incuriosirsi a questo “vecchio nuovo” progetto editoriale realizzato artigianalmente grazie anche all’operato volontario e gratuito di ventenni che – quasi un piccolo miracolo! – fanno ora parte della redazione? La sfida parte da Torino il 4 febbraio. È il caso di seguirla.
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