Festival della Nonviolenza e della Resistenza Civile
Alternative nonviolente
STATO PROGETTO
ATTIVO
AMBITO
Alternative nonviolente
REFERENTE
DOVE
Torino
QUANDO
A partire da ottobre 2019
FINANZIATORE
Autofinanziato
Alternative nonviolente
ATTIVO
Alternative nonviolente
Torino
A partire da ottobre 2019
Autofinanziato
Crisi migratoria, crisi ambientale, guerre. Questi tre processi sono tra loro strettamente collegati. È infatti evidente che molti fenomeni migratori sono, da un lato, il frutto dei cambiamenti climatici che provocano siccità e inondazioni e che insieme ai processi di “modernizzazione” (costruzione di grandi opere, landgrabbing, sostituzione del naturale con l’artificiale…), obbligano intere popolazioni a trasferirsi dal loro abituale contesto di vita; dall’altro molte migrazioni sono le conseguenze delle guerre per l’accaparramento delle risorse e per il controllo geopolitico del mondo, che devastano intere regioni costringendo le popolazioni civili a cercare rifugio altrove.
In questo contesto, la violenza e la violazione dei diritti umani, la chiusura nazionalistica fino alla xenofobia e al razzismo sono le strade che vengono individuate come le uniche percorribili per garantire la sicurezza e la salvaguardia dei nostri privilegi.
Pensiamo invece che si possa costruire una cultura, una società, un modello di sviluppo diverso da quello fondato sul paradigma dominante della violenza e della guerra, della disuguaglianza e dello sfruttamento degli esseri umani e della natura.
Di questo modello alternativo il Festival della Nonviolenza e della Resistenza Civile intende offrire esempi concreti e passi praticabili di realizzazione, dando voce a diverse realtà, articolate nei tre filoni:
Nel festival saranno presentate esperienze diverse, ma caratterizzate dal comune denominatore della forza della nonviolenza, che si esprime attraverso l’uso corretto del potere di ciascuno: potere di dare o di sottrarre il proprio consenso; di collaborare o di non collaborare; di obbedire o di disobbedire a culture e pratiche disumanizzanti, che talvolta si traducono anche in leggi.
Ma, come scriveva don Lorenzo Milani nella sua lettera ai giudici (30 ottobre 1965):
In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo d’amare la legge è d’obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del più forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate…
Questo è lo spirito delle esperienze che il festival vuole raccontare, ponendosi vari obiettivi: