L’arte può contribuire concretamente alla riduzione della violenza diretta, culturale e strutturale?
Questa è la domanda che ci porremo il 13 e il 14 maggio facendo salire sul palcoscenico esperti, operatori di pace, artisti, musicisti, attori, educatori e …clown che fanno dell’arte e dell’espressione artistica una modalità proattiva e creativa di costruzione quotidiana di un mondo di pace.
A partire dal 2007 il Centro Studi Sereno Regis ha tentato di approfondire la relazione che intercorre fra arte e nonviolenza. Se la nonviolenza rappresenta l’azione per la trasformazione del conflitto caratterizzata dalla ricerca creativa delle soluzioni, dal riconoscimento di tutte le parti coinvolte e di tutti i loro bisogni e interessi legittimi, della coerenza fra fini e mezzi utilizzati, dell’atteggiamento empatico anche verso coloro che agiscono violenza e oppressione, l’arte deve esere presa in considerazione fra i possibili ambiti di azione per contrastare la violenza e trasformare i conflitti, come azione nonviolenta vera e propria.
L’evento mira a costruire uno spazio di incontro culturale e artistico per divulgare e sensibilizzare alla trasformazione nonviolenta dei conflitti quotidiani, invisibili ma anche su ampia scala e militarizzati, attraverso il mezzo artistico, mostrare che non solo è possibile ma che molti già la praticano con risultati straordinari.
Sono 4 gli ambiti fondamentali in relazione ai quali, secondo le riflessioni sviluppate in ambito associativo, l’arte può contribuire alla trasformazione di un conflitto.
ARTE DENUNCIA. Il primo e forse più noto è l’arte denuncia, l’arte che permette di mettere in luce l’oppressione e la violenza spesso nascoste dietro inveterate violenze culturali e strutturali. L’arte denuncia permette di coscientizzare coloro che sono oppressi ma anche coloro che possono accedere a forme di potere che innescano il cambiamento.
ARTE DIALOGO. Il secondo ambito è quello dell’arte che trasforma relazioni minate da una violenza pregressa, l’arte riconciliativa ma anche quella che fornisce un ponte per dialogo e forme altre di comunicazioni fra parti prima in lotta fra di loro.
ARTE EMPOWERMENT. Esiste poi un’arte capacitante che aumenta l’autostima dei soggetti a lungo soffocati da violenze culturali e strutturali, aiutandoli a costruire una visione diversa di se stessi e del cambiamento a cui possono attingere e che possono sostenere, che li rende visibili all’interno di una società e che li mostra ad altri attraverso un’altra prospettiva.
ARTE AZIONE. Infine c’è un’arte utilizzata come vero e proprio strumento di azione in contesti di violenza agita.
#wARTransformation è strutturato in due momenti principali e le attività saranno categorizzate secondo 4 colori che rappresentano proprio le 4 modalità con cui l’arte di relaziona con il conflitto di modo che il pubblico possa orientarsi e seguire facilmente anche un filone specifico di attività.
N.B. Il programma è in via di definizione… potranno esserci ancora variazioni e integrazioni in corso d’opera.
INGRESSO LIBERO!
VENERDI 13 MAGGIO 2015 – Sala Poli
ore 16.00
Ahmad Al-Khalil e Marta Belotti, con gli studenti Classe IV Audiovisivi Istituto Steiner: “Impronte digitali”, il viaggio di un rifugiato attraverso gli occhi di giovani italiani.
Presentazione del progetto e proiezione dei video realizzati dagli studenti, con un Intervento di Marco Alpozzi: Come il fotogiornalismo può raccontare la crisi migratoria.
Esposizione della mostra fotografica di Ahmad Al-Khalil, Sguardi di un palestinese in esilio. (Lungo il vicolo interno ai cortili e per tutta la durata dell’evento. Visita guidata curata dall’autore, sabato 14 maggio, dalle ore 17 alle ore 18)
Ahmad Al-Khalil è un fotografo e filmaker palestinese. Da quando è nato, nel 1989, vive in una condizione di diaspora, spostandosi con la sua famiglia in diverse parti del mondo. Durante gli anni dell’adolescenza ha scoperato la sua identità di persona in esilio dalla sua patria e ciò l’ha spinto a diventare un attivista nel suo campo rifugiati e diventare parte del movimento dei diritti umani per i giovani Palestinesi. Dopo numerose minacce e dopo essere stato arrestato dalle autorità a causa del suo attivismo a favore dei diritti umani in Libano, ha deciso, come una persona in esilio, di lasciare il Libano. Durante il suo percorso verso Torino ha attraversato la cosiddetta “rotta balcanica” e la sua macchina fotografica ha registrato diversi momenti. La mostra è un progetto in divenire sui diversi ambiti della vita per mostrare il punto di vista di un Palestinese in esilio con un non riconosciuto diritto al ritorno.
ore 17.00
Aristide Donadio: L’uso dell’arte nel peacebuilding strategico
Le arti offrono strumenti unici per la trasformazione di difficili conflitti interpersonali, inter-comunitari, nazionali e globali… E’ nostro compito trovare modalità strategiche per incorporare le arti nel settore del peacebuilding e creare uno spazio dove le persone coinvolte in un conflitto possano esprimersi, guarire e riconciliarsi attraverso l’utilizzo delle arti.
ore 17.40-18.30
Maria Antonietta Malleo: Arte, nonviolenza e democratizzazione dello spazio pubblico nel Mediterraneo
Analisi a livello teoretico e con esempi tratti dalla storia dell’arte, deii rapporti e delle interconnessioni tra arte e nonviolenza.
ore 18.30
Nikolaj Kazantsev: Presentazione del progetto “Music as a common language for peacebuilding – Musica come lingua comune per la costruzione della pace”
Progetto realizzato in collaborazione con “Musicians Without Borders – Musicisti senza confini” (UK) in Georgia. I partecipanti, già provenienti da zone in conflitto, hanno organizzato un festival inetrculturale e workshop artistici di costruzione di resilienze e riduzione dello stress per persone colpite dalla violenza dei conflitti nel Caucaso.
ore 19.00
Valentina Porcellana, Cristian Campagnaro: “Costruire bellezza”, capacitare persone in situazioni di grave marginalità
‘Costruire bellezza’ è un laboratorio interdisciplinare orientato alla capacitazione delle persone in condizione grave marginalità e senza dimora. Essi, all’interno di tirocini socializzati, insieme a ricercatori, studenti di design, architettura, antropologia, a operatori sociali ed educatori, ed artigiani e talenti creativi, sperimentano progetti, linguaggi, materiali e tecniche di produzione inediti, condividendo conoscenze competenze ed esperienze in un reciproco arricchimento.
ore 19.30 – 20.00
Clown Army: “Manifesto della frivolezza tattica”
Storia e principi del movimento della Clown Army
20.30- 23.00
“Arte Migrante”: i Venerdì di “Arte Migrante”
Contrastare l’indifferenza e il razzismo attraverso la condivisione di momenti di espressione artistica, di cultura e di umanità – Spettacolo e costruzione di comunità!
Per la serata quindi…
portate cibo e performance artistiche da condividere!
SABATO 14 MAGGIO – L’arte in azione!
…workshop e laboratori gratuiti a iscrizione.
Qui il link al modulo da compilare
per dare la propria adesione.
Sala Gandhi
9.00-13.00
Costruire Bellezza: Intrecci – workshop
Dare nuova vita a una sedia. Restaurarla con le tecniche dell’intreccio tradizionale e l’uso di materiali contemporanei. Farlo insieme, toccando il senso della trasformazione. A condurre il workshop il team di Costruire Bellezza, laboratorio interdisciplinare permanente orientato all’inclusione sociale attraverso processi partecipativi e linguaggi creativi. –
14.00-16.00
Elisa Dalmasso: La coperta del perdono – workshop dedicato ai bambini dai 6 ai 10 anni
Che cos’è “La Coperta del Perdono”: Ricordate? La storia di Pinocchio è costellata di litigi e scaramucce, ma chi non litiga? Proponiamo un modo nuovo per affrontare i bisticci: la mediazione tra pari. Il conflitto alle volte è utile, impariamo a gestirlo, dando voce a tutte le emozioni in gioco. Diventiamo esperti di empatia e ascolto attivo, proprio quello che viene a mancare negli episodi di bullismo in classe. Con la stoffa decoriamo tanti pezzi colorati che andranno a comporre la grande “Coperta del Perdono”, ogni volta che avverrà una lite, si tenterà la strada della mediazione tra pari, e si cuciranno insieme i pezzi per sancire la riconciliazione avvenuta. Il perdono è una coperta che scalda i cuori!
16.00-18.00
Aristide Donadio, Enrico Beniamiano De Notaris “L’elaborazione nonviolenta dei conflitti attraverso l’uso strategico delle arti: il teatro”. Presentazione del libro “Danzare tra le fauci del drago.
Il potere del teatro per la trasformazione nonviolenta dei conflitti” L’arte teatrale rappresenta una delle metodologie più formidabili ed efficaci, sin dai tempi dell’antichità, per muovere e-mozioni e coscienze, per decostruire il conflitto e l’oppressione in tutte le sue manifestazioni e in tutte le culture, a partire dalla nostra, quella del capitalismo. L’uso del teatro-terapia con i malati psichiatrici. – Tavola rotonda
Sala Luca Magosso
9.00-11.00
Dario Cambiano: “Gli occhiali di Gandhi”, sperimentare una visione dei film nonviolenta – workshop
Il cinema è un contenitore dentro cui si possono mettere valori o disvalori non dimentichiamo mai la doppia valenza dei film: divertimento e consapevolezza. Nel testo letterario tutti stanno alle parole del narratore, ciò che si vede è ciò che il narratore evoca . Nei film tutto quello che si vede “dietro” la scena è dato per scontato, e lì spesso si annida la comunicazione meno corretta. Ma anche nella scena vera e propria c’è molto contenuto da analizzare…
11.00-13.00
Maria Antonietta Malleo: “Il graffitismo ad Atene come modalità del discorso democratico”- lectio magistralis Verrà analizzato il ruolo assunto dalla Street Art nei processi di democratizzazione dello spazio pubblico in Egitto e in Tunisia a partire dalla Primavera araba, dove la critica dei regimi attraverso una visualità antagonista ha mostrato alternative dell’immaginazione e consapevolezze condivise relative alla nonviolenza, ai diritti umani e delle donne, alla convivenza interreligiosa, decisive per la costruzione di nuove identità democratiche. Attraverso una documentazione fotografica si comprenderà come ad Atene le pratiche decostruttive del graffitismo stanno imponendosi come principali modalità del discorso democratico con la trasformazione dell’odierno paesaggio visivo urbano in un territorio critico ed aperto.
14.00-16.00
Geltrude Bica: “Visual Thinking”, un’introduzione – workshop
Come il disegno può facilitare la conflittualità interpersonale nei gruppi e facilitare i problemi (visual vocabolary, doodles and info graphics), come una matita, pennarelli colorati e un pensiero visuale possono facilitare le discussioni all’interno dei gruppi, promuovere l’inclusione la partecipazione e trasformare i conflitti interpersonali in un gruppo.
Sala Gabriella Poli
9.00-11.00
Marta Di Giulio: ANTIGONE, per raccontare storie… con critica e leggerezza
Le due ore di laboratorio sono un assaggio ad un workshop intero per comprendere cos’è il teatro d’oggetti e come può essere utilizzato per raccontare delle storie. Un percorso per star bene, per riscoprire se stessi e gli altri in un luogo privo di giudizi che facilita l’espressività creativa. Si partirà da una presentazione per poi utilizzare gli oggetti attraverso delle improvvisazioni teatrali che condurranno verso la creazione di quadri narrativi. Il tema è Antigone e da qui si parte per poter dare la possibilità ad ogni persona di esprimersi attraverso la creazione di una piccola drammaturgia, originale e affascinante. Il lavoro sarà documentato. Destinato a tutti coloro che vogliono fare un percorso di crescita personale, per divertirsi a raccontare storie importanti attraverso oggetti inanimati.
DA PORTARE: Abbigliamento comodo, si consiglia la lettura Antigone di Sofocle” (e per chi non l’ha letta si farà un sunto dell’opera), 5 oggetti di varia natura dentro un sacchetto/busta/borsa non trasparente più due oggetti che rappresentano, a proprio parere, l’opera o i personaggi di Antigone.
11.00-13.00
Nikolai Kazantsev: Musica per intessere relazioni fra gruppi in conflitto
Non è necessario saper suonare uno strumento, basta amare il ritmo e battere le mani! La musica può essere uno strumento di trasformazione dei conflitti? Si sperimenteranno diverse tecniche per raccogliere l’attenzione anche in contesti emergenziali o di degrado come campi profughi, come costruire un’atmosfera rilassata e come organizzare training per sviluppare la resilienza e ridurre il trauma utilizzando il potere della musica. workshop rivolto ad attivisti ed operatori sociali.
14.00-18.00
Usare la clownerie come azione diretta e con un forte messaggio antimilitarista
Collaboratori esterni: Jasmine Deza e Arianna Falciola (assoli di danza) e Riccardo Ricci (produzione musicale)
Sala ex-Banca Etica (piano terra, primo cortile)
14.00-18.00
Atti O Scene in luogo pubblico: Dal muro al ponte, laboratorio teatrale per la trasformazione creativa delle barriere
Attraverso un percorso esperienziale con l’utilizzo di tecniche teatrali proveremo a gettare un’occhiata dentro di noi per capire come e se sia possibile superare le barriere soggettive e oggettive che ci tengono chiusi e vincolati a schemi prestabiliti di azione – reazione. La sorpresa e le possibilità aperte da una reazione inaspettata, la ricerca di porte nel muro delle convenzioni. L’assumere un ruolo sociale, con le responsabilità ed i condizionamenti che esso comporta, sono alcune delle suggestioni che verranno affrontate nel laboratorio. Uno spazio dedicato alla ricerca delle catene che ci abitano e che spesso ci fanno dire “non si può”, rinunciando a immaginare una via nuova. Con la partecipazione di Marco Scarnera.
RELATORI, FORMATORI, ARTISTI E… COSTRUTTORI DI PACE
Cristian Campagnaro, architetto e dottore di ricerca in design, è ricercatore universitario e docente presso il corso di laurea in Design e Comunicazione Visiva del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino.
Valentina Porcellana, PhD in Antropologia della Complessità, è ricercatrice presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino dove insegna Antropologia medica e Antropologia culturale. Dal 2009 si occupa, insieme a Cristian Campagnaro del Politecnico di Torino, di esclusione sociale e homelessness in contesti urbani
Giulio Ceste è laureato in Design al Politecnico di Torino, specializzato in co-design e processi partecipativi. Si interessa di dinamiche di attivazione di territorio e di comunità. Dal 2014 collabora come tutor al Laboratorio “Costruire Bellezza”.
Ada Peiretti è laureata Al Politecnico con una tesi in design strategico, si occupa di sistemi complessi attraverso gli stumenti del deisgn grafico e dell’illustrazione. Collabora in qualità di tutor con il Laboratorio “Costruire Bellezza”.
Nicolò Di Prima è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino. Si sta specializzando in design anthropology. Dal 2014 collabora come tutor al Laboratorio “Costruire Bellezza”.
Ahmad Al-Khalil, videomaker, regista, sceneggiatore e fotografo, palestinese e richiedente asilo. Partendo da un campo profughi del Libano la scorsa estate ha attraversato le cosiddette rotte balcaniche con un gruppo di giovani amici. ll materiale video e fotografico da lui raccolto durante questo difficile percorso è diventato la base del progetto Impronte Digitali e l’esposizione fotografica Sguardi di un palestinese in esilio.
Marta Belotti, fotogiornalista freelance, educatrice per il Centro Studi Sereno Regis si interessa del fenomeno migratorio, coordinatrice del progetto “Impronte Digitali”.
Marco Alpozzi, fotogiornalista Torinese, è entrato nel mondo della fotografia collaborando con l’ufficio stampa della Croce Rossa Italiana. Nel 2009 all’Aquila documenta i soccorsi alla popolazione colpita dal terremoto. Due anni dopo vola in Tunisia, tra i profughi che cercano scampo in Europa. Poi è a Lampedusa, tra le migliaia di persone sbarcate in fuga da guerre, carestie, persecuzioni. Embedded in Afghanistan con l’Esercito italiano, nel 2012 segue la missione Isaf negli avamposti Bala Baluk e Shindand. Nel 2015 realizza in Ucraina un reportage sul conflitto nel Donbass, a un anno dalla rivoluzione di Maidan, a Kiev. Attualmente sta seguendo l’emergenza profughi ai confini della «fortezza Europa», la crisi umanitaria più grave degli ultimi decenni. Freelance, dal 2012 collabora con l’agenzia fotogiornalistica LaPresse per cui copre l’attualità – italiana ed estera – e gli eventi sportivi.
Aristide Donadio è psico-sociologo e docente di scienze umane nei licei statali di Napoli; da molti anni è attivista di Amnesty Inetrnational, dove ha ricoperto l’incarico di commissario nazionale per l’Educazione ai Diritti Umani. Si occupa di marginalità e formazione ed è autore di diverse pubblicazioni.
Enrico Beniamino De Notaris: ex docente universitario alla Federico II, ex psichiatra al II Policlinico di Napoli, membro dell’associazione “Sergio Piro” di Napoli, membro dell’Osservatorio Campano sulla salute mentale e autore di diversi saggi sull’antipsichiatria.
Nikolai Kazantsev è un operatore sociale russo. Si occupa di diplomazia popolare, dialogo interculturale, trasformazione dei conflitti. Ha coordinato il Euro-BRICS Young Leaders
>> Summit in Helsinki e ha fatto decine di interventi nell’ambito di convegni, seminari ed eventi internazionali su tematiche legate al peacebuilding.
Dario Cambiano Educatore. Laurea in scienze della comunicazione. Inizia il suo percorso di educatore nel manicomio di Collegno, passando poi al carcere minorile Ferrante Aporti. Per vent’anni lavora nelle televisioni locali e nazionali, fino a divenire regista. Da tre anni torna a essere educatore nei convitti statali. Si occupa di cinema e musica e coordina la parte cinematografica del nostro Centro Studi. Crede che la vita sia bellissima. E cerca di convincerne gli altri.
Maria Antonietta Malleo insegna Storia dell’arte contemporanea e Storia e metodologia della critica d’arte all’Accademia di Belle Arti di Palermo. Dottore di ricerca in Design, arti figurative e applicate (Politecnico di Milano) e specialista in Storia dell’arte moderna (Università “La Sapienza”, Roma), si è specializzata anche in Estetica, poetica e teoria della critica all’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha insegnato presso l’Università di Palermo e tenuto seminari e conferenze in Europa, in Nord Africa e negli Stati Uniti. I suoi campi di ricerca includono il Mediterraneo, i rapporti tra arte e nonviolenza, la cultura visuale, con studi e pubblicazioni dalla spazialità barocca alla Street art e al cinema. Rappresentante dell’International Fellowship of Reconciliation all’ UNESCO, è impegnata per la promozione della diversità culturale e della cultura della pace.
Arte Migrante Il gruppo ARTE MIGRANTE è nato prima a Latina, poi a Bologna e ora anche a Torino. E’ costituito da persone provenienti da diverse nazionalità e condizioni sociali. Perseguiamo lo scopo di promuovere l’intercultura e l’inclusione sociale e contrastare l’indifferenza e il razzismo ancora molto diffusi nella nostra società. Siamo studenti, lavoratori, senza dimora e migranti da diverse parti d’Italia e del mondo che si incontrano e realizzano spettacoli per condividere delle attività artistiche(musica, poesia, teatro, pittura, fotografia, ecc…) , culturali e umane.
Il gruppo di Torino è nato grazie alla collaborazione dell’Associazione LVIA (www.lvia.it) e alla partecipazione di Prati-care Onlus (la cui presidente è la Prof.ssa Fantauzzi)
Geltrude Bica, laureanda in architettura e progettista partecipativa per il Centro Studi Sereno Regis. “Importata” a Torino dalla Sicilia, ha approfondito in un training internazionale in Armenia alcune tecniche della Visual Thinking.
Gruppo Antigoni, costituito nell’ambito del progetto Irenea del Centro Studi Sereno Regis per approfondire la figura di Antigone in quanto intersezione fra la sperimentazione artistica e la ricerca per la pace, in relazione a tematiche specifiche come la nonviolenza, il rapporto fra morale e politica, i conflitti generati dal potere, la resistenza alla guerra, l’obiezione di coscienza, la disobbedienza civile, la reciprocità tra donne e uomini. La finalità dell’itinerario formativo consiste innanzitutto in una riscoperta del personaggio per appropriarsi con protagonismo dei suoi inesauribili significati in un processo di maturazione personale e di crescita collettiva. Uno degli intenti è di organizzare laboratori destinati a valorizzare le doti intellettuali ed estetiche delle persone più giovani. Insieme ad altri, sono membri del gruppo Antigoni: Andrea Atzeni, Paola Parini, Marta Di Giulio, Marco Scarnera.
Paola Parini e Andrea Atzeni fanno parte della compagnia AOS – Atti O Scene in luogo pubblico. Si sono diplomati al “Centro di Formazione per le Arti della Scena Teatranzartedrama” nel 2009 ed hanno continuato a formarsi con, tra gli altri, ODS (Doppiaggio), Luca Busnengo, Tony Mazzara, Denny Lemmo (Metodo Strassberg – Meissner) Mamadou Dioume, Paola Tortora, Ang Gey Pin, (Grotowski), Luca Campanella, Daniele Ninnarello, Maria Cristina Fontanelle, Francesca Cinalli (danza contemporanea e metodo Feldenkrais), Gerardo Mele, Marco Intraia (danza sensibile) Sara Venturino e Andrea Fardella (canto). Oltre all’attività teatrale, Paola è psicoterapeuta e Andrea ricercatore universitario.
Marta Di Giulio, attrice, regista, drammaturga di spettacoli teatrali con l’utilizzo del teatro di figura. Formatrice in ambito artistico e salute per produrre benessere.
Marco Scarnera, socio del Centro Studi Sereno Regis, del quale dal 2013 è stato referente per il progetto Irenea, dedicato al rapporto fra arte, pace e nonviolenza, organizzando e seguendo fra l’altro laboratori teatrali, una mostra d’arti figurative, il gruppo Antigoni, Super 60, seminari di estetica nonviolenta. Per il gruppo di Educazione alla Pace del CSSR cura i laboratori di reciprocità tra femminile e maschile chiamati il ponte d’Irene.
Lo Spazio Donne è un gruppo di donne appartenente alla Cascina Roccafranca, centro culturale polivalente inaugurato nel 2007, che si propone di essere un punto d’incontro e di discussione, un luogo in cui confrontarsi, riflettere e dibattere su questioni riguardanti la figura femminile e le sfide e le opportunità di cui è ricca nella società odierna. Lo scorso anno è nata l’esigenza di creare un gruppo di ragazze più giovani, soprannominate Piccole Donne, studentesse universitarie che hanno sentito la necessità di esplorare la questione femminile dal punto di vista della generazione che si affaccia oggi all’età adulta, attraverso la creazione di eventi culturali come spettacoli teatrali, letture sceniche, cineforum, seminari e via dicendo coinvolgendo anche gli istituti medi superiori. E’ uno spazio di volontarie, unite dalla voglia di far valere le proprie opinioni ed i propri diritti. E’ un gruppo flessibile sempre pronto ad accogliere ragazze e ragazzi che vogliano inserirsi e condividere insieme le stesse passioni e lottare per le stesse idee.
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