Sabato 13 maggio 2023 alle ore 17,00 presso la sala Gabriella Poli del Centro Studi Sereno Regis, in via Garibaldi 13 a Torino, si terrà il reading Voci di libertà. L’obiezione di coscienza in Italia. Con la partecipazione del gruppo di lettura Leggistorie, composto da Walter Cassani, Mario Gallo, Marco Labbate e Sabrina Verderone.
Ingresso libero.
A 25 anni dalla legge che ha pienamente riconosciuto il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare in Italia il Centro Studi Sereno Regis si propone di raccontare, in un itinerario scandito da letture e immagini, alcuni dei momenti principali di questa storia. Il perimetro del racconto non sarà limitato agli anni della Repubblica ma tornerà indietro di alcuni decenni, per ricordare anche i pochissimi obiettori della Prima guerra mondiale e la stagione del fascismo che la seguì.
«Il 15 dicembre 1972 veniva promulgata la legge 772: “Norme per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza”. – dichiara Enzo Ferrara, presidente del Centro Studi – Si trattava dell’esito di una lotta nonviolenta, durata venticinque anni, condotta da un gruppo di pacifisti che si erano passati il testimone con lo scopo di dare corpo alla possibilità di immaginare una difesa della patria con mezzi diversi dal servizio militare».
Questa data e questa legge, nota come legge Marcora, hanno certamente rappresentato un punto di arrivo nella storia italiana dell’obiezione di coscienza, per la prima volta, infatti, ai ragazzi in servizio di leva veniva concessa l’opzione di svolgere un servizio civile sostitutivo rispetto a quello militare. «La legge tuttavia – precisa Massimiliano Fortuna, responsabile della biblioteca e dell’archivio del Centro Studi – lasciò anche un sentimento di insoddisfazione in molti di coloro che si erano battuti per la sua approvazione: questo impianto legislativo in effetti non riconosceva l’obiezione come un diritto vero e proprio, bensì come un beneficio concesso dallo Stato. Soltanto nel 1998, con la legge n. 230 dell’8 luglio, il diritto all’obiezione di coscienza sarà davvero riconosciuto e si otterrà un’effettiva equiparazione tra servizio militare e servizio civile».
A partire dalla seconda metà degli anni Quaranta questa storia è stata scandita dai processi agli obiettori, alcuni sarebbero divenuti celebri, come quello di Pietro Pinna, primo obiettore a costituire, nel 1949, un vero e proprio caso mediatico, o quello di Giuseppe Gozzini, che nel 1962 sarà invece il primo a motivare il suo rifiuto della divisa in ragione della propria appartenenza cattolica, o ancora, all’inizio degli anni Settanta, quello di Roberto Cicciomessere, che tra il 1970 e il 1971 rivestì la carica di segretario del Partito Radicale.
In questo racconto intessuto di processi e tribunali una parte da protagonisti è comprensibilmente riservata agli avvocati, su tutti è impossibile non citare Bruno Segre, avvocato per antonomasia degli obiettori di coscienza italiani a partire dalla difesa di Pietro Pinna, ma vanno ricordati, ad esempio, anche quanti, come Bianca Guidetti Serri, Maria Magnani Noya e alcuni altri, in anni successivi accettarono di difendere in modo gratuito obiettori e attivisti.
Quella dell’obiezione è inoltre la storia di alcune grandi figure del pensiero, della politica e dell’impegno sociale, appartenenti alle più diverse matrici culturali, che hanno portato il proprio contributo di riflessione e azione a supporto delle idee e dell’impegno degli obiettori, fra i tanti si possono ricordare: Aldo Capitini, Guido Ceronetti, Norberto Bobbio, Arturo Carlo Jemolo, Giorgio la Pira, Franco Antonicelli, Ernesto Balducci, Lorenzo Milani, Luigi Bettazzi, Marco Pannella.
È infine, come facilmente intuibile, una storia di attivisti e di militanti, di manifestazioni di piazza e di cortei, di movimenti e di gruppi di base che sul finire degli anni Sessanta risentono dei fermenti di protesta del periodo e cominciano a mobilitarsi con un crescente livello di partecipazione.