Che ci si muova in salita oppure in discesa, percorrendo le scalinate raffigurate nelle opere di Escher ci si ritroverà comunque al punto di partenza, pervasi da un senso di spaesamento e di smarrimento, senza punti di riferimento chiaramente identificabili. Ugualmente, nel momento sociopolitico attuale, chi continua a considerarsi di sinistra è disorientato, immerso in una realtà politica fluida, in cui non si scorge altro che una sinistra senza identità, senza centro, senza bussola, senza memoria, senza radici.
Attraverso i cinquantuno articoli che costruiscono il volume, Pietro Polito ripercorre alcune vicende della politica nazionale comprese tra il gennaio 2012 e il giugno 2013, qui reinterpretate con maggiore evidenza grazie al filtro del tempo intercorso che, come una lente di ingrandimento, pone in rilievo dettagli sempre nuovi, e delinea una riflessione critica amara: come su una scalinata di Escher, dopo tanta fatica e innumerevoli gradini, la sinistra postnovecentesca si ritrova ancora al punto di partenza.
Così, l’autore si fa portavoce di quei cittadini scoraggiati ma ancora convinti che una sinistra sia necessaria, nonostante tutto, e ancora intenzionati a ricercarla, quella sinistra introvabile (scomparsa o mai attuata): forse, in un sistema privo di punti cardinali, l’unica guida per ritrovare la rotta navigando in acque buie e torbide rimane quella“stella polare” che Norberto Bobbio individuava nell’eguaglianza: la sinistra che noi vorremmo non è altro che una forza politica egualitaria che mira a rimuovere gli ostacoli che impediscono agli uomini e alle donne, pur essendo diversi, di essere meno diseguali.