Forme estetiche negli spazi del conflitto, dalla Jugoslavia al presente, pubblicato dall’Associazione editoriale Multimage nel 2021
Introduce e coordina
Angela Dogliotti, vicepresidente del Centro Studi Sereno Regis
Con l’autore Gianmarco Pisa intervengono
- Paolo Candelari, già presidente del MIR – Movimento Internazionale di Riconciliazione, socio del Centro Studi Sereno Regis
- Enrico Peyretti, ricercatore per la pace, socio del Centro Studi Sereno Regis, membro del comitato scientifico del Centro Interateneo di Studi per la Pace delle Università piemontesi
- Olivier Turquet, educatore e formatore, coordinatore della redazione italiana di Pressenza, direttore dell’Associazione Editoriale Multimage
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del Centro Studi Sereno Regis
Il nesso tra pace, giustizia e cultura è, senza dubbio, tra i più significativi nel percorsi di trastormazione del presente e nella lettura degli eventi del passato. Attraverso i patrimoni culturali e i luoghi della memoria, mediate dalle memorie collettive e dalle pratiche sociali, le eredità del passato si stagliano sul presente e si proiettano verso il futuro, ridando densità a parole sempre attuali. solidarietà. fratellanza, unità. In un’ampia esplorazione sul campo, tra etica ed estetica negli spazi del conflitto, la ricerca-azione «di terra e di pietra» si interroga, al tempo stesso, sui percorsi della democrazia e sulle condizioni della trastormazione, nella prospettiva della pace con giustizia.
Il volume «Di terra e di pietra. Forme estetiche negli spazi del conflitto, dalla Jugoslavia al presente», edito per i tipi della casa editrice “Multimage” di Firenze, 2021, indaga, a partire dall’indagine sul campo e dalla metodologia della ricerca-azione, un nesso cruciale e assai ricco di rimandi, il nesso tra patrimonio culturale, “luoghi della memoria e dell’oblio”, contesti di divisione e di conflitto.
La ricerca-azione sceglie come terreno di contesto l’Europa centrale e orientale, in particolare le città e le repubbliche che furono della Jugoslavia; studia, a partire dalla loro esplorazione, i memoriali, le architetture simboliche e le sculture monumentali, ispirate, in particolare, al modernismo; e ne sviluppa i rimandi simbolici e i messaggi semantici, interrogandosi sulla permanenza di tali patrimoni culturali, in alcuni casi di eccezionale valore storico-culturale, spesso negletti, e sull’attualità dei contenuti che ne avevano ispirato la realizzazione e che intendono veicolare (autonomia, indipendenza, non allineamento, autogestione, pluralismo culturale e intercultura, fratellanza e unità, antifascismo).
Sono messaggi e contenuti ancora attuali o, almeno, pertinenti? Cosa resta del patrimonio storico e culturale in una regione, peraltro a noi così vicina, attraversata da un lungo ciclo di guerre e di conflitti? Può la cultura – il patrimonio culturale, beni e luoghi del patrimonio, il lavoro positivo sulle eredità culturali e le memorie collettive – costituire uno strumento per la prevenzione della violenza e la costruzione della pace, per un «peacebuilding strategico basato sulle arti»?
Le fotografie che il volume ospita e che corredano questo excursus possono aiutare a “visualizzare” queste forme estetiche, singolari, da alcuni definite “aliene”, spesso sorprendenti, eppure specifiche, suggestive e, al tempo stesso, oggetto di interessanti e controverse iniziative di ri-memorializzazione e ri-significazione. Insomma, un campo ricco di spunti e idee, di collegamenti e suggestioni.
Gianmarco Pisa, Di terra e di pietra. Forme estetiche negli spazi del conflitto, dalla Jugoslavia al presente, Multimage, Firenze 2021
Gianmarco Pisa
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