Fare una corretta informazione sui conflitti è difficile e, per quanto i principi del buon giornalismo diano indicazioni chiare (obiettività, accuratezza, autonomia, utilizzo di fonti affidabili e diversificate…) spesso quella che media propongono è una narrazione parziale, schierata, intermittente. Una narrazione che non fa capire al cittadino che cosa sta succedendo, che cosa c’è realmente in gioco, quali sono le possibili conseguenze. E, soprattutto, se ci sono possibili soluzioni. Il conflitto viene raccontato come una partita di pallone: ci sono due squadre che si sfidano, una vince e l’altra perde. In realtà non è così: i soggetti del conflitto sono più di due, e a perdere è la popolazione coinvolta. Questo vale per le guerre – tra Paesi diversi o interne ad uno stesso paese – ma anche per tutti i conflitti che attraversano le società complesse, come la nostra.

In entrambi i casi, l’informazione rischia di trasformarsi in fabbrica della paura, che aumenta l’insicurezza dei cittadini e rende più difficile affrontare i problemi.

Il corso approfondirà questo problema e aprirà un confronto con il giornalismo di pace: una proposta elaborata dallo studioso norvegese Johan Galtung e dalla politologa Mari Holmboe Ruge, e poi successivamente da altri studiosi e analisti. Recentemente è stata rilanciata, in Italia, dal libro curato da Nanni Salio e Silvia De Michelis, Giornalismo di pace (Edizioni Gruppo Abele, 2016).

PROGRAMMA

14.00 Saluti istituzionali

14.15 I sessione: L’informazione che fa la guerra

• Giornalismo di guerra, censure, propaganda. Cecilia Dalla Negra, giornalista, Un Ponte Per, Osservatorio Iraq Medio Oriente e Nord Africa e QCode Magazine
• Perché dimentichiamo le guerre. Paolo Beccegato, Vicedirettore Caritas Italiana e Capo Area Internazionale
• Migranti e soggetti deboli. L’informazione tra luoghi comuni ed hate speech. Eleonora Camilli, Giornalista?Redattore Sociale
• L’informazione come fabbrica della paura. Marco Binotto, La Sapienza Università di Roma

Dibattito

16.00 Intervallo

16.15 II sessione: l’informazione che fa la pace

• Il giornalismo di pace. Angela Dogliotti, Centro Studi Sereno Regis, Torino
• La comunicazione che crea comunità. Christian Ruggiero, La Sapienza Università di Roma
• Esperienze:a) progetto Terremoto Centro. Chiara Parapini, Project Officer SIS.M.I.CO (Sistema Monitoraggio Informazione Collaborazione) ? Actionid Italia Onlus.
  b) progetto Caritas inMigration. Francesco Spagnolo, Caritas Italiana

Dibattito

18.30 Conclusioni