Partecipano Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione cattolica, Nino Boeti, presidente provinciale dell’Anpi di Torino, Angela Dogliotti del Mir-Movimento nonviolento e Centro Studi Sereno Regis di Torino, e don Piero Agrano, assistente dell’Azione Cattolica di Ivrea.
A coordinare gli interventi sarà Pierangelo Monti, del Gruppo Amici di Gino Pistoni. Si tratta del primo degli appuntamenti programmati a Ivrea e nella Valle di Gressoney, tra oggi e domani, giovedì 25, per ricordare Gino Pistoni nell’80° anniversario della morte, avvenuta a Tour D’Hereraz, il 25 luglio 1944, organizzati da Gruppo amici di Gino Pistoni e Azione cattolica della diocesi di Ivrea, in collaborazione con Anpi di Ivrea e Basso Canavese, presieduta da Mario Beiletti, e Anpi Mont Rose e patrocinati dai comuni di Ivrea, Perloz e Gressoney Saint Jean.
«Luigi Pistoni, detto Gino – ricordano le biografie – conosciuta, a 18 anni, l’Azione cattolica, vi aderì pienamente, così come alla Società Operaia del Getsemani, fondata da Luigi Gedda. All’inizio del 1944, Gino ricevette la cartolina per il servizio militare, tuttavia, non appena si accorse degli errori dell’ideologia nazifascista, decise di unirsi ai partigiani, senza mai imbracciare un fucile. Il 25 luglio 1944, durante un attacco nemico sulle montagne di Aosta, a Tour d’Hérèraz, si fermò a soccorrere un giovane fascista ferito. Dopo che lo ebbe messo in salvo, fu colpito da una scheggia di mortaio e scivolò in una scarpata. Fu ritrovato morto cinque giorni dopo: sul tascapane di stoffa aveva tracciato, col proprio sangue, la dichiarazione di voler offrire la sua vita per l’Azione Cattolica e per l’Italia».
Aveva vent’anni e cinque mesi. La diocesi di Ivrea ha seguito la prima fase della sua causa di beatificazione, avviata dal compianto monsignor Luigi Bettazzi, aperta il 25 marzo 1995 e volta a dimostrare l’eroicità delle sue virtù; dal 2006 è in corso la fase romana.
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