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Cinemambiente al Sereno Regis
venerdì 1 Giugno 2018 | ore 18.00 - domenica 3 Giugno 2018 | ore 18.00

venerdì 1° giugno ore 18
Sarimihetsika
alla proiezione seguiranno l’incontro fra l’autore e Franco Andreone e il concerto di Olga del Madagascar, accompagnata dai musicisti Tatè Nsongan e Badara Dieng. Con la potenza della sua voce Olga canta sui ritmi tradizionali del Madagascar come il salegy, tsapiky, basesa, beguina, e su musiche pop, favorendo un’irrinunciabile contaminazione di linguaggi, ritmi e parole.
Nella lingua malgascia, la parola “cinema” è tradotta con il termine “Sarimihetsika“ che letteralmente significa “immagine in movimento”. Il susseguirsi di queste immagini, silenziose e discrete, mostrano una natura placida e maestosa che osserva lo scorrere dell’esistenza. Spettatrice impassibile di vite umane difficili che si dibattono tra povertà e ricchezza,forse vittime e carnefici di se stesse, nella meravigliosa terra del Madagascar così come probabilmente in ogni altra parte del mondo.
sabato 2 giugno | ore 18
Deserto verde
al termine della proiezione, incontro con l’autore e Guendalina Tondo
La monocoltura dell’eucalipto è tra le principali cause del devastante incendio di Pedrógão Grande in Portogallo, che nel giugno 2017 ha causato numerose vittime e la distruzione di 53.000 ettari di area boschiva, destinando l’intera zona alla desertificazione. A partire dalle testimonianze dei sopravvissuti e diun reporter, fino all’analisi dell’ingegnere zootecnico e ambientale João Camargo, che con estrema precisione coniuga storia, attualità, botanica, climatologia ed economia, vengono illustrati i rischi ambientali e sociali di una radicata politica forestale votata alla monocoltura. Per questo si rivela ancora più prezioso il racconto di chi ha guidato il proprio villaggio a una riconversione nel nome della biodiversità, cercando una soluzione dal basso verso il cambiamento di paradigmi rovinosi e inadeguati.
domenica 3 giugno | ore 18
The Harvest
al termine della proiezione, incontro con Marco Omizzolo
Gurwinder viene dal Punjab, lavora come bracciante nell’Agro Pontino e vivecon il resto della comunità sikh in provincia di Latina. Anche la mediatrice culturale Hardeep è indiana, ma nata e cresciuta in Italia parla con accento romano. Lei cerca di riscattare la fatica di una famiglia emigrata molto tempo prima, lui è costretto ad assumere sostanze dopanti per reggere i pesanti ritmi di lavoro e mandare i soldi in India. Due storie che si intrecciano nel corso di una giornata, dalle prime ore di luce nei campi alla preghiera serale presso il tempio. Il linguaggio del documentario si unisce alle danze punjabi, raccontando senza retorica l’umiliazione dello sfruttamento. Un duro lavoro di semina, il cui meritato raccolto, tra agognati permessi di soggiorno e buste paga fasulle, sembra essere ancora lontano.