La tecnocrazia avanza: la tua auto ti spia e distrugge la tua libertà

Robert J. Burrowes

Il programa dell’Elite di sterminare una vasta frazione della popolazione mondiale e schiavizzare tecnologicamente i lasciati in vita ormai avanza rapidamente. Si veda ‘Gli umani si trastullano mentre l’umanità brucia: sarà una morte a breve termine o una schiavitù transumana?’ Ma mentre la tecnocrazia globale dell’Elite avanza, con ciascun suo progetto ad aggiungere un’altra sbarra tecnologica alla cella carceraria di chi non ne viene ucciso, attira quasi invariabilmente poco più che lamenti impotenti e virtualmente nessuna resistenza anche fra chi afferma di essere ‘consapevole’.

Dopo tutto, che importa se si fa una cosa o due perché più convenienti ed economiche, per esempio – come far compere al tuo supermercato preferito, dove magari verranno raccolti i tuoi dati biometrici e altri personali?   Ma il problema è che si sta costruendo la prigione – o, più precisamente, il campo di schiavitù – gradualmente attorno ad ognuno di noi personalmente e se non si è disposti a pagare il prezzo della resistenza (che ciò comporti prendere un chiaro impegno, infonderci più sforzo personale, più soldi, qualche inconveniente, qualcos’altro o addirittura un soggiorno in prigione) e a lavorare cooperativamente con altri per risolvere almeno qualcuna delle sfide personali che si hanno di fronte, allora si finirà nella prigione ‘smart city’ tecnocratica che l’Elite programma di far costruire allo scopo entro il 2030.

Se si vuole un assaggio degli orrori che ciò comporterà, ce lo offre spudoratamente questo articolo ‘promozionale’ reso ragionevole: ‘Testing Tech in Paradise: Queensland’s Sunshine Coast’ [Tecnologia alla prova in paradiso: la Costa del Bel Tempo del Q.(NE-Australia)].

E ciò vuol dire che ogni volta che ci si limita a lamentarsi (anche con un politico) o si opta per la convenienza, un prezzo minore o ‘risparmiare tempo’ non facendo qualcosa per impedire la raccolta dei propri dati da usarsi a proprio danno, si sta cooperando con l’intenzione dell’Elite di ucciderci o incarcerarci in permanenza.

Ovviamente, non c’è nulla da vedere qui, ufficialmente, poiché gli agenti dell’Elite nei governi, nelle megaziende e altrove vanno in giro ad imporci il programma dell’Elite nascondendolo dietro una barriera di propaganda. Si veda ‘Online conspiracy theories about Edmonton’s “15-minute city” plan: “Absolute nonsense”’ [Teorie cospiratorie online sul piano per la “città da 15 minuti” di Edmonton, Canada: “assoluta assurdità”]. ma se si è letta la letteratura fondamentale in materia, edita da organizzazioni programmatrici chiave come il Forum Economico Mondiale, gran parte della “assoluta assurdità” espressa proviene dalla pletora di organizzazioni incaricate di imporre il programma dell’Elite. Si veda ‘The Brave New World of 1984 2030: “You’ll Own Nothing. And You’ll Be Happy.”’ [Il Fastoso Nuovo Mondo del (1984) 2030: ‘Non si possederà nulla. E si sarà felici’].

Privacy e libertà veicolare

Entro di questo esauriente programma che specifica estesi cambiamenti a 200 àmbiti della vita umana progettati per culminare in superstiti ‘che posseggano nulla e(ppur) siano felici’ per il 2030, giusto una delle sfide di fronte a noi nel difendere una vita degna di essere vissuta consiste nel rendere le nostre automobili private e sicure. Non roba da poco se l’auto in questione è stata costruita in questo secolo e comporterà quindi un notevole sforzo per liberarsi da tutta quella tecnica incorporata di sorveglianza e controllo invasivi aumentata enormemente negli anni più recenti. Manco a dirlo, non siete tenuti a togliere di mezzo quella tecnica, ma se non lo fate arriverà un momento in cui il veicolo risponderà alle direttive emanate dall’esterno pur con voi alla guida, impotenti a fermarle.

Dunque, supponendo che stiate già resistendo a component chiave del programma tecnocratico dell’Elite non serve granché preoccuparsi di rendere sicura la vostra auto se non fate un bel fagotto anche di altre cose – secondo un compendio di modalità chiave di modifica della vostra auto affinché non vi spii e vi controlli i movimenti. La tecnica invasiva di un’auto costruita in questo secolo raccoglierà probabilmente quanto meno elementi identificativi come il vostro nome, indirizzo di residenza e indirizzo e.mail e biometrici come la vostra geolocalizzazione, patente di guida e informazioni finanziarie, che poi cede o vende ai governi su richiesta.

Alcuni tali elementi si possono disabilitare usando il proprio telefono o computer per accedere a particolari siti web dove si può ‘negare il permesso’ per vari ‘permessi’ acquisiti all’acquisto del veicolo. Come minimo assoluto si viene certamente incoraggiati a farlo, come illustrato dalla donna negli 80-secondi di video qui di seguito. Si può leggere di più su questa tecnologia invasive e imparare quanti di questi elementi possano essere disattivati in articoli come questi:

Purtuttavia, è importante capire che nella vostra auto c’è una tecnica di sorveglianza che non è possibile ‘spegnere’ rimuovendone il ‘permesso’ e che tale tecnica è fuori quanto dentro l’auto.

Queste tecnologie ‘intraveicolari’– comprensive di una serie di videocamere, microfoni e sensori – devono essere tolte fisicamente dall’auto e che ci vuole qualcuno consapevole della minaccia e tecnicamente competente per identificare e rimuovere tutti gli elementi intrusivi da quella particolare automobile. In qualche caso potrebbe essere possibile disabilitare l’apparato, ma anche così bisogna assicurarsi che non possa essere riattivato da remoto.

È come per il vostro computer, telefono cellulare, televisore, frigorifero e molti altri dispositive: se se ne usa ‘uno ordinario’ fatto in questo secolo e acquistato da un distributore standard, è allora così pieno di apparati progettati per terminare la vostra libertà e invadere la vostra privacy che c’è poco della vostra vita (info genetica, vita sessuale, credenze politiche, affiliazioni a sindacati…) che i relativi agenti dell’Elite non sappiano e i cui dati sono immagazzinati in una o più delle vaste banche dati (nuvole – cloud – come  le chiamano) per il mondo.

Riguardo ad altri due esempi di come le nostre auto vengono pervertite in strumenti di spionaggio (ed enorme raccolta dati spesso venduti o comunque condivisi) e registrazione di ogni nostro movimento – nonché all’occorrenza di loro limitazioni, esaminate questi articoli: ‘Biometrics key to controlling autonomous, software-defined vehicles’ [Chiave biometrica per il controllo di veicoli autonomi definiti da software] e ‘Ford might install tech that reports other drivers to law enforcement’ [F. potrebbe installare un dispositivo di denuncia di altri utenti stradali all’apparato poliziesco].

E, secondo Christine Anderson, parlamentare europeo: ‘Un comitato dell’ETSI (Istituto europeo sugli standard nelle telecomunicazioni) dominato dai servizi di polizia e spionaggio, sta lavorando alla chetichella sul futuro della sorveglianza di massa in tempo reale. I dati di posizione del navigatore (dell’auto) forniranno un profilo permanente di movimento mediante trasmissione di: velocità, livello carburante, finestrini e porte aperti, numero occupanti e identità dei loro smartphone connessi al sistema d’info-intrattenimento. E, collegando il numero identificativo del veicolo (VIN) con smartphone IMEI, sarà possibile accesso da remoto a certe funzioni della centralina di bordo’.

Si veda ‘Total surveillance with the state in the passenger seat!’ [Sorveglianza totale con lo stato sul sedile passeggero!] Le tecnologie ‘esterne all’auto’ comprendono Lettori Automatci di Targa posizionati per strada e altrove connessi all’autorità della motorizzazione, per confermare tra l’altro la corretta registrazione del mezzo prima che si possa acquistare carburante. Si veda ‘No-rego-no-fuel policy applied at some petrol stations’ [Applicata in certi distributori norma targa irregolare=niente carburante].   Intanto sono già diffuse le videocamere a ciglio strada per cogliere l’(ab)uso del cellulare alla guida. Si veda ‘What do mobile phone cameras look like? Here’s how to spot them’ [Come sono fatte le videocamere per i cellulari? Ecco come localizzarle]. Che, come chiarisce l’articolo, servono ben più che a identificare l’(ab)uso dei cellulari.

E sono molte altre tecnologie ‘esterne all’auto’ per una serie di funzioni che in ultima analisi ci limiteranno i movimenti. Per esempio, per bloccarci fuori dall’auto o disabilitarla se si tenta di oltrepassare il limite di confinamento nella ‘città da 15 minuti’.

Addirittura, i parcheggi non sono sicuri. Li si sta monitorando elettronicamente in modo così rigoroso che allo scadere del tempo permesso, si notificherà all’ispettore di parcheggio che si diriga al vostro veicolo per comminarvi la relativa multa. Ovviamente, quanto tempo tale ispettore resti umano, anziché transumano-robot-drone sarà senza dubbio breve. E comunque essendogli già nota la targa del vostro veicolo, la multa potrebbe essere semplicemente dedotta dal vostro conto, collegato alla vostra identità digitale, nonché influire al ribasso sulla vostra pagella di credito sociale. E magari, se la vostra auto avesse caratteristiche di autonomia funzionale, potrebbe essere – per semplicità – istruita di dirigersi a un qualunque deposito sotto confisca.

Se quindi si usa un’auto (o altri prodotti tecnologici) del 21° secolo e si vuole libertà, privacy e opporsi all’incalzante controllo tecnocratico su di sé, si dovrà provvedere da sé a identificare e togliere di mezzo tutto il ciarpame invasivo del proprio veicolo, computer, telefono, televisore, frigor… o pagare qualcuno fidato e competente perché lo faccia per noi. Per quanto possa costare finanziariamente, ne vale la pena (a meno che non valutiate granché la vostra libertà e privacy, in rapida sparizione, totale entro il 2030 senza una monumentale espansione del numero di persone che resistano strategicamente).

Un’altra opzione per essere sicuri che la vostra auto sia privata e priva di restrizioni high tech è illustrata nel video di 30 secondi di Tucker Carlson qui di seguito.

Ovviamente si potrebbe sperare che usare qualche forma di trasporto pubblico – bus, treno, tram o anche taxi o auto a noleggio – potrebbe risolvere il problema, ma la tecnica invasiva è già virtualmente ovunque con la sorveglianza (e, sempre più, il riconoscimento facciale) con le telecamere che stanno diventando onnipresenti e, insieme alla varietà di altre tecnologie (p.es. il geofencing, ossia perimetrazione virtuale attorno ai dispositivi mobili – ndt) in fin dei conti restringeranno i nostri movimenti, comunque si viaggi, limitando perfino il raggio/percorso di una camminata.

Difendere la nostra libertà, privacy e una vita degna di essere vissuta

Ovviamente dobbiamo fare molto più che rendere sicura le nostre auto. E abbiamo bisogno di molta più gente consapevole e che intraprenda altresì l’azione di opposizione. Altrimenti quelli di noi che lo fanno saranno ramazzati insieme dalla polizia transumana e tecnocratica – indipendentemente da quanto siano organizzati nelle proprie comunità che han fiducia in sé stesse – e rilocati in una prigione-‘smart city’. Si veda ‘Policing the Elite’s Technocracy: How Do We Resist This Effectively?’ [Presidiare la tecnocrazia dell’Elite: come le ci opponiamo efficacemente?]

La campagna ‘We Are Human We Are Free’ identifica le componenti fondative del programma tecncratico dell’Elite cui ci si deve opporre se dobbiamo sconfiggere la tecnocrazia in avanzamento. A un minimo assoluto, il Volantino di una pagina in 23 lingue identifica gli elementi basilari critici per l’azione.

Conclusione

Il programma dell’Elite di sterminare una vasta frazione della popolazione mondiale e schiavizzare tecnologicamente i lasciati in vita ormai avanza rapidamente.

Gran parte delle tecnologie per raggiungere entrambi questi fini è o già schierata o lo sta rapidamente diventando adesso.

Ci si può fare nulla o, forse, lamentarsi per quanto sta avvenendo.

Ma a meno che s’intraprenda la precisa azione personale necessaria per difendere se stessi e la propria famiglia, non si può eludere l’esito che l’Elite ci sta imponendo.


EDITORIAL, 9 Sep 2024

#865 | Robert J. Burrowes, Ph.D. – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

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