Eppure mi piace sognare… pensando a Leonard Peltier

Daniela Bezzi

Domani sera a Presidio Sole & Baleno, Piana di Susa

“… Io vivo in val di Susa dove da più di trent’anni lotto contro l’alta velocità, il TAV. Sono ritenuta colpevole di essere parte di quel grande movimento di donne e uomini che lottano per la loro terra IL MOVIMENTO NO TAV.”

“… Io sono nato nel Dakota del Nord, ma nel 1977 mi arrestarono e condannarono a due ergastoli per l’omicidio di due agenti dell’FBI …”

“… Ma tu ti sei sempre dichiarato innocente …”

“… Innocente! ma non è detto che se non ci sono prove che attestino la colpevolezza si sia innocenti…”

Lei è Nicoletta Dosio, dal 1° di giugno di quest’anno di nuovo in detenzione domiciliare per essersi opposta al più insensato, implacabile, persino irrealizzabile progetto di devastazione della sua bella Val di Susa – e con le sole ‘armi’, ricordiamolo, della disobbedienza civile, considerato il modestissimo danno che le venne contestato, prontamente ripagato a coloro che dovrebbero essere condannati per disastro ambientale e invece hanno sempre ragione.

Lui si chiama invece Leonard Peltier, militante dell’American Indian Movement, da 48 anni detenuto in vari carceri di sicurezza americani per un delitto che non ha commesso: l’uccisione di due agenti FBI durante una tragica sparatoria il 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge, sud Dakota, territorio da tempo teatro di un vero e proprio ‘regno del terrore’, con i servizi (il famigerato programma Cointelpro) che foraggiavano la guerra per bande all’interno di comunità locali ripetutamente attaccate dai vigilantes al servizio di interessi considerati ‘strategici’ e perciò al di sopra di qualsiasi trattato.

E poi c’è la terza voce, quella che regolarmente si impone sulle altre due, ed è la voce della legge, dei tribunali, dello stato “che deve occupare con la sua presenza poliziesca, se necessario, e carceraria” distribuendo condanne per soffocare ogni forma di dissenso.

È l’originalissimo spettacolo che andrà in scena domani sera nella cornice del Presidio Sole e Baleno, nella piana di Susa. Niente palco, niente luci di scena, niente effetti speciali, solo le voci di Elena Garberi, Renato Sibille e Barbara Canova Ferrari (rispettivamente nei ruoli di Nicoletta Dosio, Leonard Peltier e Signora Magistratura) che si intrecciano a pochi metri da chi sarà lì ad assistere, nella cornice assolutamente naturale di un prato che a un certo punto diventa buio di bosco, sotto un cielo che sarà appena entrato in fase di luna crescente, in una situazione che (ahimè lo sappiamo) ha i giorni contati, perché anche quel fazzoletto di terra , anni fa acquistato da oltre 1000 attivisti NoTav come forma di militante comproprietà, ha i giorni contati, causa espropri necessitati dalla Grande Opera Che Mai Sarà

E dunque spettacolo in tutti i sensi unico, mai più replicabile nelle stesse condizioni e contesto, imperdibile. Può darsi (ce lo auguriamo) che possa trovare accoglienza in qualche teatro, o anche salone di centro sociale, o altra sede che vorrà accoglierlo. Ma la première di domani sera sarò proprio speciale.

Abbiamo chiesto alla regista, ideatrice e produttrice Monica Molinari di raccontarci la genesi di questo bell’intreccio…

“Premetto che io sono una persona molto empatica, tutto quello che faccio lo faccio proprio con il cuore… E se una storia mi tocca, la prima cosa che mi chiedo è ‘che cosa posso fare io’, con i mezzi che ho, con le capacità che ho maturato… E questa storia di Leonard Peltier mi ha proprio toccata. Mi ci sono imbattuta per caso esattamente due anni fa, quando Andrea De Lotto (che da anni sta portando avanti questa campagna in favore di Peltier ndr) venne in Val Susa, ospite del Presidio di San Didero che nel frattempo era stato ribattezzato in onore di Leonard Peltier… Mi ha colpita per l’evidente ingiustizia. Per l’innocenza che non importa quanto comprovata e ammessa persino dagli ex accusatori, non ha alcuna possibilità di prevalere sul desiderio anzi esigenza di vendetta, che è l’unica ragione che tiene quest’uomo in carcere da 48 anni.

E per la totale assenza di umana pietà. Per la crudeltà di un ordinamento giudiziario che ha decretato questa pena che equivale a una condanna a morte, per umiliare un’intera comunità. Tutto questo mi ha profondamente colpita, soprattutto dopo aver letto i diari dal carcere di Leonard Peltier, che in Italia sono usciti con il titolo La mia danza del sole, libro ormai introvabile, che Andrea De Lotto distribuisce in fotocopia ogni volta che può… E poi eccomi a leggere i Fogli dal Carcere di Nicoletta Dosio, che conosco personalmente. E ritrovare nelle sue parole la stessa esperienza di programmata mortificazione che è il carcere, dal momento stesso in cui le porte si chiudono dietro di te e non sei più una persona, ma una cosa nelle mani dei carcerieri, soggetta a ogni genere di vessazioni…

L’idea di far intrecciare queste due storie anzi voci mi è venuta quasi subito, ma è solo quest’estate che mi sono decisa a selezionare frammenti di testi in una specie di dialogo, cui si è aggiunta poi la Voce del Magistrato e vari interventi del coro, sparsi tra il pubblico. Le prove si sono svolte presso quello spazio bellissimo che è il Barocchio Squat di Grugliasco, edificio occupato da oltre 32 anni. Renato Sibille si è immediatamente calato nella voce di Leonard Peltier grazie a Emilio Scalzo, da sempre vicinissimo a entrambe le storie… “

Come finirà questa vicenda, ulteriormente penalizzata dal silenzio – ce lo stiamo chiedendo in tanti, da tempo… In questi giorni che coincidono con l’80 compleanno di Leonard Peltier, sono tantissimi gli appuntamenti, le iniziative, i presidi in programma anche in Italia, per sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’eccezionalità di questa condanna che evidemente reclama giustizia: Peltier è un uomo gravemente malato, particolarmente durante il Covid il suo quadro clinico si è molto deteriorato, ha bisogno di cure. E l’unica possibilità di liberazione prevista, dopo l’insuccesso della commissione che prima dell’estate avrebbe potuto deliberare la liberà ‘sulla parola’ ovvero ‘vigilata’, sarebbe la concessione di clemenza da parte del presidente uscente Joe Biden. Così sarà? Ce lo auguriamo in tanti…

Nel frattempo, segnamoci date e luoghi dei prossimi appuntamenti della campagna Free Leonard Peltier in Italia, oltre a quelli già avvenuti a Milano, Genova e Massa Carrara:

12 settembre, oltre allo spettacolo di cui sopra, presidio h 18 di fronte all’Ambasciata US a Roma, Via Vittorio Veneto;

13 settembre serata fitta di appuntamenti da nord a sud:

  • a Torino, proiezione del film Mitakuye Oyasin, Tutto è connesso di Andrea Galafassi, al Polo del ‘900, h 18,00 è saranno presenti anche Nicoletta Dosio e Naila Clerici);
  • a Massa Carrara dalle ore 19.30 al Bar Equador di Via Polario, incontro con Lance Henson, poeta e scrittore cheyenne, amico personale di Peltier e inoltre musiche di Dome LaMuerte;
  • a Napoli, presidio di fronte al Consolato US, h. 18.30 e dalle 20.30 tutti all’Ex Asilo Filangeri, Vico Maffei 4 per la proiezione del documentario Mitakuye Oyasin, Tutto è connesso di Andrea Galafassi (serata in collaborazione con il Festival del Cinema dei Diritti Umani e ci sarà anche Andrea De Lotto insieme ad Alex Zanotelli che già l’anno scorso aveva lanciato un accorato appello per Peltier su You Tube;

14 settembre, sabato: il presidio di fronte al consolato US si sposta a Firenze, ore 18,30;

15 settembre, h 10.30 di mattina, lo spettacolo che vi abbiamo raccontato si replica sulla Via San Lorenzo di Bussoleno di fronte alla casa di Nicoletta Dosio, che non avendo avuto il permesso di assistere alla première di cui sopra si troverà ancor più protagonista di questa produzione. Il magico potere del teatro…

Altre iniziative sono in  programma nelle settimane successive e verranno annunciate sul Gruppo Facebook Free Leonard Peltier Italy.


 

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