Violazione del diritto internazionale da parte di Stati Uniti e Israele

Kathy Kelly

Unitevi a noi per esporre e opporvi alla violazione del diritto internazionale da parte di Stati Uniti e Israele. Dal 10 al 30 settembre, ci riuniremo davanti alla Missione ONU degli Stati Uniti e al Consolato israeliano per chiedere a entrambe le nazioni di desistere da ulteriori massacri, sfollamenti forzati e dall’uso di fame e malattie come armi.

Durante una settimana di azione incentrata sul potenziale delle Nazioni Unite per porre fine agli attacchi genocidi di Israele, ho fatto parte di una coalizione che ha incontrato 12 diverse missioni permanenti presso le Nazioni Unite. Abbiamo chiesto che se i Paesi firmatari della Convenzione sul genocidio o delle Convenzioni di Ginevra smettessero di commerciare con Israele, come richiesto dal diritto internazionale (cfr. il parere consultivo della Corte internazionale di giustizia del 19 luglio), il genocidio terminerebbe rapidamente.

In ogni incontro con una Missione Permanente presso le Nazioni Unite, il personale ha chiesto se noi, come cittadini statunitensi, abbiamo affrontato il sostegno incrollabile del nostro governo al genocidio contro le popolazioni impoverite e sfollate con la forza.

È stato un momento profondamente significativo quando l’ambasciatore irlandese alle Nazioni Unite ha mostrato alla nostra delegazione una replica in miniatura della toccante statua di John Behan che raffigura l’esodo irlandese: mostrava persone stanche e affamate che sbarcavano da un’imbarcazione dopo un viaggio nell’oceano in tempesta.

“Bisogna vedere ognuno di loro come un essere umano”, ha detto.

Il governo degli Stati Uniti è complice di un genocidio e anche noi, in nome dei quali agisce, siamo complici se restiamo in silenzio.

Mia madre era una serva irlandese, prima in Irlanda e poi in Inghilterra. Per come sono andate le cose, è stata tra le più fortunate. Non ha mai sopportato di essere incatenata giorno e notte nel Passaggio di Mezzo di una nave negriera che trasportava prigionieri qui, o in un camion container sovraffollato e letalmente privo di aria di un trafficante di esseri umani. Né ha dovuto aggrapparsi ai resti di una nave sovraffollata per evitare di annegare dopo il suo rovesciamento nel Mediterraneo.

La vita a Gaza è un calvario disperato che consiste nell’aggrapparsi a questi rottami, cercando di rimanere a galla, di rimanere vivi, mentre entrambi i principali partiti politici statunitensi lottano per spingerti a fondo.

In un articolo pubblicato dal Guardian, l’israelo-americano Omer Bartov, eminente storico dell’Olocausto ed esperto di genocidi, ha lamentato la riluttanza di molti israeliani – alcuni dei quali sono suoi amici, vicini, colleghi e persino ex studenti – a considerare i palestinesi come esseri umani. Commenta: “Molti dei miei amici… sentono che nella lotta tra la giustizia e l’esistenza, l’esistenza deve vincere… è la nostra causa che deve trionfare, non importa a quale prezzo… Questo sentimento non è apparso improvvisamente il 7 ottobre”.

È forse inutile chiedere agli israeliani di riconsiderare questa vendetta – sacrificare centinaia di civili con diverse centinaia di migliaia, metà dei quali bambini – mentre gli Stati Uniti continuano ad armare Israele per questo compito?

Bartov continua:

Quando mi sono recato in Israele, mi sono convinto che… Israele era impegnato in crimini di guerra sistematici, crimini contro l’umanità e azioni genocide… l’obiettivo finale di tutta questa impresa, fin dall’inizio, era quello di rendere inabitabile l’intera Striscia di Gaza e di debilitare la sua popolazione a tal punto che si sarebbe estinta o avrebbe cercato tutte le opzioni possibili per abbandonare il territorio. In altre parole… come dice la Convenzione sul genocidio delle Nazioni Unite del 1948… Israele ha agito “con l’intento di distruggere, in tutto o in parte” la popolazione palestinese di Gaza, “in quanto tale, uccidendo, causando gravi danni… infliggendo condizioni di vita destinate a portare alla distruzione del gruppo”.

Come possono i cittadini degli Stati Uniti affrontare una nazione non solo impazzita per la guerra, ma impazzita per il genocidio? Non dobbiamo affrontare la persistente fame forzata dallo Stato o il ricordo dei nostri bambini senza vita estratti dalle macerie. Ma dobbiamo fare i conti con la nostra complicità.

Quando possiamo, dobbiamo agire.

Non possiamo dire che non sapevamo. Gli Stati membri delle Nazioni Unite guardano l’intero edificio del diritto internazionale crollare mentre un genocidio viene trasmesso sui nostri schermi. Le forze militari israeliane potrebbero aver ucciso quasi 200.000 gazawi, anche se solo 40.000 corpi sono stati recuperati per essere contati. L’assedio del governo israeliano sta affamando i bambini palestinesi e ha portato Gaza sull’orlo di una vera e propria carestia. Nel frattempo, la poliomielite è tornata.

Dal 10 al 30 settembre, World BEYOND War, Code Pink, Veterans For Peace, Pax Christi e altri partner della coalizione volantineranno, manifesteranno e agiranno in modo nonviolento per denunciare e opporsi alle azioni israeliane e statunitensi che violano il diritto internazionale. Ci riuniremo davanti alla Missione delle Nazioni Unite e al Consolato israeliano per chiedere a entrambe le nazioni di desistere da ulteriori massacri, sfollamenti forzati e dall’uso di fame e malattie come armi.

Ricorderemo che Israele possiede armi termonucleari ma si rifiuta di riconoscerlo, evitando così qualsiasi valutazione o salvaguardia da parte dell’Associazione Internazionale per l’Energia Atomica e qualsiasi coinvolgimento nel Trattato di Non Proliferazione Nucleare.

Esprimeremo una forte preoccupazione sia per i prigionieri di Hamas sia per gli oltre 3.000 palestinesi incarcerati senza accusa da Israele, tra cui donne e bambini.

Al momento, gli Stati Uniti e Israele hanno effettivamente deciso la morte per gli ostaggi rimanenti piuttosto che un accordo che libererebbe donne e bambini palestinesi. In un tentativo sconsiderato di scatenare una guerra tra Stati Uniti e Iran, Israele ha recentemente assassinato, a Teheran, il principale negoziatore di Hamas per il rilascio degli ostaggi.

E ancora il flusso di armi degli Stati Uniti continua.

La scorsa settimana, il mondo ha assistito alla leadership del Partito Democratico, durante la sua convention, che ha soffocato le voci dei delegati non impegnati. Gli oratori del DNC hanno ripetuto la menzogna che il loro partito stava cercando un cessate il fuoco, mentre si rifiutavano categoricamente di smettere di sostituire le armi e i missili che Israele ha usato per spargere sangue e distruggere le infrastrutture.

Tutti noi dovremmo fare affidamento sulle virtù dell’alleanza dell’ebraismo tradizionale, quelle virtù celebrate come essenziali per la sopravvivenza: verità, giustizia e amore per il perdono. Dovremmo fare appello a persone laiche e di fede in tutti gli Stati Uniti, mentre affrontiamo la precarietà dell’annientamento nucleare e del collasso ecologico. Per garantire un futuro migliore a tutti i bambini è necessario rafforzare il rispetto dei diritti umani, cercando sempre di abolire la guerra.

Il governo degli Stati Uniti è complice di un genocidio e anche noi, in nome dei quali agisce, siamo complici se restiamo in silenzio.

È tempo che le Nazioni Unite si liberino da una struttura del Consiglio di Sicurezza che dà a cinque membri permanenti, dotati di armi nucleari, una presa simile a una morsa sulla capacità del mondo di contrastare il flagello della guerra. Dobbiamo unirci all’appello del governo sudafricano, che ha coraggiosamente sostenuto il diritto internazionale. Dobbiamo chiedere a gran voce che l’Assemblea Generale approvi la risoluzione “Unirsi per la pace”.

Come ha detto il franco delegato ebreo alla DNC della scorsa settimana, dopo aver srotolato insieme ad altri due uno striscione con la scritta “STOP ALL’ARMAMENTO DI ISRAELE”, “Mai più significa mai più!”.

Vi invitiamo a unirvi a noi. https://events.worldbeyondwar.org/


Fonte: Common Dreams, 31 agosto 2024

https://www.commondreams.org/opinion/u-s-israel-international-law

Traduzione di Enzo Gargano per il Centro Studi Sereno Regis


 

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