L’ultimo indice di percezione della democrazia: Gaza è importante e la democrazia è funzionale
L’8 maggio il Democracy Perception Index (DPI – Indice di percezione della democrazia) ha pubblicato il rapporto 2024, rivelando importanti e interessanti cambiamenti nella percezione globale della democrazia, della geopolitica e delle relazioni internazionali.
Le conclusioni del rapporto si basano sulle opinioni di oltre 62 mila intervistati provenienti da 53 Paesi, che rappresentano all’incirca il 75% della popolazione mondiale.
Il sondaggio è stato condotto tra il 20 febbraio e il 15 aprile 2024, quando il mondo era in gran parte assorbito dalla guerra israeliana contro la Striscia di Gaza.
È importante notare che l’Indice, per quanto informativo, è di per sé concepito in un contesto parziale, poiché è il prodotto di un’indagine globale condotta da aziende e organizzazioni con sede in Occidente.
Infatti, i risultati del DPI sono stati pubblicati prima del vertice sulla democrazia previsto per il 2024 a Copenaghen, che vedrà tra i relatori Hillary Clinton, il leader del Senato repubblicano statunitense Mitch McConnell e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
Il primo oratore indicato sul sito web della conferenza è Anders Fogh Rasmussen, fondatore e presidente della Fondazione Alliance of Democracies, che ha commissionato l’Indice.
Tutto ciò si riflette nel tipo di domande poste nel sondaggio, che pongono maggiore enfasi sull’opportunità di tagliare i legami con la Russia per l’Ucraina e con la Cina per una guerra che deve ancora svolgersi a Taiwan.
Nonostante queste importanti lacune, il risultato della ricerca rimane interessante e degno di riflessione.
Di seguito sono riportati alcuni importanti risultati dell’Indice:
Uno
C’è una crescente insoddisfazione per lo stato della democrazia, e tale malcontento non si limita alle popolazioni che vivono in Paesi percepiti come non democratici, ma comprende anche le popolazioni degli Stati Uniti e dell’Europa.
Due
La democrazia, nella consapevolezza collettiva della gente comune, non è un termine politico – spesso usato come parte della propaganda ufficiale. Se vista dal punto di vista delle persone, è una nozione pratica, la cui assenza porta a implicazioni disastrose. Ad esempio, il 68% delle persone in tutto il mondo ritiene che la disuguaglianza economica in patria sia la più grande minaccia per la democrazia.
Tre
Sempre in tema di “minaccia alla democrazia”, la crescente sfiducia verso le multinazionali (60%), le Big Tech (49%) e la conseguente disuguaglianza economica (68%) e la corruzione (67%) portano alla conclusione inequivocabile che la globalizzazione occidentale non è riuscita a creare un ambiente adeguato per l’uguaglianza sociale, a dare potere alla società civile o a costruire istituzioni democratiche. In base alla percezione delle persone, sembra essere vero il contrario.
Quattro
Le priorità globali, come visto da molte nazioni in tutto il mondo, rimangono impegnate a porre fine alle guerre, alla povertà, alla fame, alla lotta contro il cambiamento climatico, ecc. Tuttavia, quest’anno la priorità principale tra i Paesi europei, il 44%, è anche incentrata sulla riduzione dell’immigrazione, un numero significativo rispetto al 24% che dà la priorità alla lotta al cambiamento climatico.
Cinque
Il mondo è diviso tra la riduzione dei legami con la Russia e la Cina, anche se, ancora una volta, la selezione della domanda puzza di pregiudizio. Gli abitanti dei Paesi occidentali, sottoposti a un’incessante propaganda mediatica, preferiscono tagliare i ponti, mentre la maggior parte delle persone nel resto del mondo preferisce mantenere i legami. Di conseguenza, grazie alla percezione positiva della Cina in Asia, Medio Oriente e Nord Africa, l’Indice ha assegnato a Pechino un “netto positivo”. La Russia, d’altra parte, è sulla “strada della riabilitazione dell’immagine nella maggior parte dei Paesi esaminati, ad eccezione dell’Europa”, ha riferito Politico.
Sei
Il calo maggiore è stato subito dagli Stati Uniti, in gran parte a causa del sostegno di Washington a Israele nella guerra in corso contro la Striscia di Gaza. “Negli ultimi quattro anni… la percezione dell’influenza globale degli Stati Uniti è diventata più positiva – con un picco nel 2022 o 2023 – per poi diminuire bruscamente nel 2024”, conclude il rapporto.
Il grande calo si è verificato nei Paesi musulmani presi in esame: Indonesia, Malesia, Turchia, Marocco, Egitto e Algeria. Anche alcuni Paesi dell’Europa occidentale stanno diventando più critici nei confronti degli Stati Uniti, tra cui Svizzera, Irlanda e Germania.
Sette
La maggior parte delle persone (55% rispetto al 29%) ritiene che i social media abbiano un effetto positivo sulla democrazia. Nonostante la crescente censura sui social media, molti nel Sud globale trovano ancora margini in queste piattaforme che permettono loro di sfuggire alla censura dei media ufficiali o aziendali. Secondo il sondaggio, tuttavia, nei Paesi occidentali si assiste a un aumento delle critiche nei confronti delle società di social media.
Otto
Nonostante la propaganda ufficiale emanata da molti governi, soprattutto occidentali, riguardo alle maggiori minacce alla pace nel mondo, la maggioranza delle persone vuole che i propri governi si concentrino sulla riduzione della povertà, sulla lotta alla corruzione, sulla promozione della crescita economica, sul miglioramento dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione, lavorando al contempo per ridurre le disuguaglianze di reddito. “Investire nella sicurezza e nella difesa” si è piazzato al settimo posto della lista.
Nove
I Paesi che hanno una percezione complessivamente negativa degli Stati Uniti includono alcune delle potenze globali e regionali più influenti: Cina, Russia, Indonesia, Austria, Turchia, Australia e Belgio, tra gli altri.
Nonostante la massiccia propaganda mediatica, la censura e la paura, i popoli di tutto il mondo hanno ben chiare le loro priorità, aspettative e aspirazioni collettive: democrazia reale, uguaglianza sociale e giustizia.
Se questi desideri collettivi continueranno a essere denigrati e ignorati, nei prossimi anni dovremo aspettarci altri sconvolgimenti sociali, se non vere e proprie insurrezioni e colpi di stato militari.
ZNetwork, 27 maggio 2024
Traduzione di Enzo Gargano per il Centro Studi Sereno Regis
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