Dichiarazione di Vienna per la Pace

Angela Dogliotti

La società civile internazionale con la Dichiarazione di Vienna per la Pace: “Servono negoziati che possano rafforzare la logica della Pace invece dell’illogica della guerra”.

L’International Summit for Peace in Ukraine si è svolto in due giorni di intenso lavoro a Vienna, il 10 e l’11 giugno, promosso da Europe for Peace, International Peace Bureau, CODEPINK, World Assembly of Struggles and Resistances of the World Social Forum, Transform Europe, International Fellowship of Reconciliation (IFOR), Peace in Ukraine Coalition, Campaign for PeaceDisarmament and Common Security (CPDCS), insieme alle organizzazioni austirache AbFaNG (ActionAlliance for Peace, Active Neutrality and Nonviolence), Institute for Intercultural Research andCooperation (IIRC), WILPF Austria, ATTAC Austria e International Fellowship of Reconciliation-Austrianbranch.

La Conferenza prevedeva momenti di plenaria e lavori in sottogruppi.

Fin dalla prima mattinata si sono susseguiti interventi di alto profilo. Tra questi, il docente della Columbia University Jeffrey Sachs che ha proposto una diversa narrazione della guerra, inquadrandola in un più ampio contesto di relazioni internazionali dagli anni Novanta del Novecento ad oggi; la docente indiana Anuradha Chenoy, che ha portato il punto di vista e la prospettiva del Sud globale; il vice-presidente della Bolivia, David Choquehuanca, che ha citato il “discorso sulla servitù volontaria” di Etienne de la Boetie, per affermare la necessità di assumere una diversa prospettiva che possa orientare comportamenti capaci di riparazione e di riequilibrio, contro la tirannia della mentalità bellicista; l’ex-colonnello e diplomatica USA Ann Wright, convinta che non sia possibile una vittoria militare e che si debbano tacere le armi e far parlare i negoziati.

Tra gli attivisti sono intervenuti la staunitense Medea Benjamin dell’associazione femminista pacifista Codepink, rappresentati della WILPF, della CND, di Stop the War Now, di Un ponte per e Rete Pace e disarmo, per l’Italia. e diversi altri

I gruppi di lavoro del pomeriggio hanno affrontato temi quali l’analisi geopolitica della situazione, le proposte di pace in una prospettiva femminista, una nuova architettura di pace europea, la difesa dell’obiezione di coscienza come diritto umano e la protezione degli obiettori ucraini, russi e bielorussi (questo gruppo è stato condotto da Zaira Zafarana (MIR-IFOR) con , in remoto, Yuri Sheliazenko)

Nella giornata di domenica sono intervenuti tra gli altri anche l’ex diplomatico ONU Michael von der Schulenburg e Maurizio Landini, segretario generale CGIL, oltre ad attivisti per la pace provenienti dall’Ucraina e dalla Russia, al termine di una mattinata iniziata con tavoli di confronto coordinati da diversi esperti ed attivisti per la pace , tra cui Sergio Bassoli di Europe for Peace/Rete pace e disarmo.

Non si poteva non pensare alla Conferenza Internazionale delle donne convocata all’Aja nel 1915 per cercare di fermare la guerra. Allora furono circa mille le delegate che parteciparono e che decisero di portare il loro messaggio nelle diverse cancellerie europee con la proposta di una pace senza vincitori nè vinti.

Anche oggi:, in un contesto ancor più pericoloso perchè per la prima volta si confrontano potenze dotate di armamenti nucleari, la guerra non può essere la soluzione e l’unica strada è quella del negoziato, che affronti i problemi sul tappeto e trovi una soluzione nel rispetto della legislazione internazionale e del diritto alla sicurezza e alla pace di tutti.

Per questo, la Conferenza si è conclusa con una “Dichiarazione di Vienna per la pace. Pace con mezzi pacifici. Cessate il fuoco e negoziati ora!” rivolta ai leader di tutti i paesi.

Sono le parole d’ordine di tutte le manifestazioni per la pace organizzate in questi mesi di guerra e che saranno riproposte nelle prossime mobilitazioni, in particolare nella settimana dal 30 settembre all’8 ottobre prossimo.


Comunicato della Rete Italiana Pace e Disarmo

La società civile internazionale con la Dichiarazione di Vienna per la Pace: “Servono negoziati che possano rafforzare la logica della Pace invece dell’illogica della guerra”.

Diffusa la “Dichiarazione di Vienna per la Pace”, focalizzata sulla richiesta di immediato cessate il fuoco e di negoziati basati sui principi della sicurezza comune, del rispetto internazionale dei diritti umani e dell’autodeterminazione di tutte le comunità. Lanciata una Settimana di mobilitazione globale dal 30 settembre all’8 ottobre 2023

Dopo due intensi giorni di lavoro e confronto è stata diffusa dai Promotori del Vertice di Vienna per la Pace la Dichiarazione finale della società civile internazionale, che verrà inviata ai leader politici di tutto il mondo invitandoli ad agire in sostegno di un cessate il fuoco e di negoziati in Ucraina.

Un risultato importante – a cui hanno contribuito le realtà italiane della coalizione “Europe for Peace” tra gli organizzatori del Vertice – che permetterà al movimento pacifista internazionale di lavorare congiuntamente nei prossimi mesi a percorsi di Pace giusta e possibile. Con un cammino verso la Pace che deve basarsi sui principi della sicurezza comune, del rispetto internazionale dei diritti umani e dell’autodeterminazione di tutte le comunità. E con un prossimo appuntamento già definito: nella Dichiarazione finale del Vertice si legge infatti l’invito alla società civile di tutti i Paesi ad unirsi per la realizzazione di “una settimana di mobilitazione globale (da sabato 30 settembre a domenica 8 ottobre 2023) per un cessate il fuoco immediato e per negoziati di Pace che pongano fine a questa guerra”.

Nei due giorni di dibattito si è lavorato per costruire un’alternativa politica ad una guerra che continua ad impressionare il Mondo intero per la sua malvagità e capacità di distruzione delle vite e dell’ambiente. Gli interventi in plenaria e i gruppi di lavoro hanno affrontato da diversi punti di vista ciò che determina questa guerra in termini di sofferenze, disastri, crisi e rischi di incidente o guerra nucleare. Oltre che, ovviamente, come riuscire a solidarizzare concretamente con la popolazione ucraina sotto assedio e bombardamenti da 16 mesi. Perché salvare le vite umane è la priorità, e la guerra non è certamente una risposta.

“Abbiamo ascoltato, commossi, le testimonianze di Yuri, Olga, Oleg, Karina, Nina che ci hanno trasmesso cosa significa vivere sotto le bombe o in esilio, dover decidere in pochi secondi dove andare, se fuggire dal proprio Paese o nascondersi per non finire in galera con l’accusa di terrorismo. Chi ha partecipato al Vertice di Vienna si misura con questa realtà, ricercando strade di dialogo per ricostruire reciproca fiducia, riaffermare solidarietà. La strada che chiediamo sia intrapresa da tutti i movimenti della società civile per rendere possibile l’alternativa alla guerra” sottolinea Sergio Bassoli della Rete Pace Disarmo e tra i coordinatori di “Europe For Peace”.

Nella Dichiarazione finale le organizzazioni dell’ampia coalizione presente evidenziano di essere “fermamente uniti nella convinzione che la guerra sia un crimine contro l’umanità e che non esista una soluzione militare alla crisiattuale”, esprimendo allarme per la guerra in corso.

Si ribadisce esplicitamente la condanna per l’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia, sottolineando come “le istituzioni create per garantire la Pace e la sicurezza in Europa hanno fallito e il fallimento della diplomazia ha portato alla guerra. Ora la diplomazia è urgentemente necessaria per porre fine al conflitto armato prima che distrugga l’Ucraina e metta in pericolo l’umanità”.

La richiesta condivisa su cui convergerà il lavoro di tutte le organizzazioni della società civile coinvolta è quella di “negoziati che possano rafforzare la logica della Pace invece dell’illogica della guerra”.


La Dichiarazione di Vienna per la Pace elaborata dalle organizzazioni partecipanti al Vertice

Pace con mezzi pacifici. Cessate il fuoco e negoziati ora!

Noi, organizzatori del Vertice internazionale per la Pace in Ucraina, chiediamo ai leader di tutti i Paesi di agire a sostegno di un immediato cessate il fuoco e di negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina.

Siamo una coalizione ampia e politicamente diversificata che rappresenta i movimenti per la Pace la società civile, compresi i credenti, in molti Paesi. E siamo fermamente uniti nella convinzione che la guerra sia un crimine contro l’umanità e che non esista una soluzione militare alla crisi attuale.

Siamo profondamente allarmati e rattristati dalla guerra. Centinaia di migliaia di persone sono state uccise e ferite, e milioni di persone sono sfollate e traumatizzate. Città e villaggi in tutta l’Ucraina, così come l’ambiente naturale, sono stati distrutti.

Morti e sofferenze ben più gravi potrebbero ancora verificarsi se il conflitto dovesse degenerare fino all’uso di armi nucleari, un rischio che oggi è più alto di qualsiasi altro momento dalla crisi dei missili di Cuba.

Condanniamo l’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia. Le istituzioni create per garantire la Pace e la sicurezza in Europa hanno fallito e il fallimento della diplomazia ha portato alla guerra. Ora la diplomazia è urgentemente necessaria per porre fine al conflitto armato prima che distrugga l’Ucraina e metta in pericolo l’umanità.

Il cammino verso la Pace deve basarsi sui principi della sicurezza comune, del rispetto internazionale dei diritti umani e dell’autodeterminazione di tutte le comunità.

Sosteniamo tutti i negoziati che possano rafforzare la logica della Pace invece dell’illogica della guerra.

Affermiamo il nostro sostegno alla società civile ucraina che difende i propri diritti. Ci impegniamo a rafforzare il dialogo con coloro che in Russia e Bielorussia mettono a rischio la propria vita per opporsi alla guerra e proteggere la democrazia.

Invitiamo la società civile di tutti i Paesi a unirsi a noi in una settimana di mobilitazione globale (da sabato 30 settembre a domenica 8 ottobre 2023) per un cessate il fuoco immediato e per negoziati di Pace che pongano fine a questa guerra.

Vienna, 11 giugno 2023

“Tutti dobbiamo fare la nostra parte, per essere all’altezza del compito della Pace” (Albert Einstein).


 

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