Kennedy e la ricerca della pace in Ucraina

Jeffrey D. Sachs

Sessant’anni dopo il discorso di Kennedy all’American University, si devono ancora imparare lezioni cruciali su come porre fine a pericolosi conflitti in un mondo nucleare.

Il Presidente John F. Kennedy è stato uno dei grandi costruttori di pace del mondo. Ha guidato una soluzione pacifica alla crisi dei missili di Cuba. Poi ha negoziato con successo il Trattato per la messa al bando parziale degli esperimenti nucleari con l’Unione Sovietica, proprio al culmine della guerra fredda. Al momento del suo assassinio, stava prendendo provvedimenti per porre fine al coinvolgimento degli Stati Uniti in Vietnam.

Nel suo folgorante e insuperabile Discorso per la pace, pronunciato esattamente sessant’anni fa, il 10 giugno 1963, Kennedy espose la sua formula per la pace con l’Unione Sovietica. Il discorso di pace di Kennedy evidenzia come l’approccio di Joe Biden alla Russia e alla guerra in Ucraina necessiti di un drastico riorientamento. Finora, Biden non ha seguito i precetti raccomandati da Kennedy per trovare la pace. Ascoltando i consigli di Kennedy, anche Biden potrebbe diventare un costruttore di pace.

Un matematico definirebbe il discorso di JFK una “prova costruttiva” di come fare la pace, poiché il discorso stesso contribuì direttamente al Trattato per la messa al bando parziale degli esperimenti nucleari che Stati Uniti e Unione Sovietica firmarono nel luglio 1963. Quando ricevette il discorso, il leader sovietico Nikita Kruscev disse all’inviato di Kennedy in Russia, Averell Harriman, che il discorso era il più importante pronunciato da un presidente americano dopo Franklin D. Roosevelt e che voleva perseguire la pace con Kennedy.

La chiave più profonda della pace, secondo Kennedy, è il fatto che entrambe le parti vogliono la pace.

Nel discorso, Kennedy descrive la pace “come il necessario fine razionale [obiettivo] degli uomini razionali”. Tuttavia, riconosce che la costruzione della pace non è facile: “Mi rendo conto che il perseguimento della pace non è così drammatico come il perseguimento della guerra – e spesso le parole di chi la persegue cadono nel vuoto. Ma non abbiamo un compito più urgente”.

 

 

Discorso sulla pace del presidente John F. Kennedy
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La chiave più profonda della pace, secondo Kennedy, è il fatto che entrambe le parti vogliono la pace. È facile cadere nella trappola, avverte Kennedy, di dare la colpa di un conflitto solo all’altra parte. È facile cadere nella trappola di insistere sul fatto che solo l’avversario debba cambiare atteggiamento e comportamento. Kennedy è molto chiaro: “Dobbiamo riesaminare il nostro atteggiamento – come individui e come nazione – perché il nostro atteggiamento è essenziale quanto il loro”.

Kennedy attaccò il pessimismo prevalente all’apice della Guerra Fredda, secondo cui la pace con l’Unione Sovietica era impossibile, “che la guerra è inevitabile, che l’umanità è condannata, che siamo attanagliati da forze che non possiamo controllare”. Non dobbiamo accettare questa visione. I nostri problemi sono fatti dall’uomo, quindi possono essere risolti dall’uomo”.

In particolare, ha detto Kennedy, non dobbiamo “vedere solo una visione distorta e disperata dell’altra parte”. Non dobbiamo “vedere il conflitto come inevitabile, l’accomodamento come impossibile e la comunicazione come nient’altro che uno scambio di minacce”. In effetti, ha detto Kennedy, dovremmo “salutare il popolo russo per le sue numerose conquiste – nella scienza e nello spazio, nella crescita economica e industriale, nella cultura e negli atti di coraggio”.

Kennedy sapeva che, poiché la pace era nell’interesse reciproco degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica, si poteva arrivare a un trattato di pace.

Kennedy mise in guardia dal mettere un avversario nucleare in un angolo che avrebbe potuto portare l’avversario ad azioni disperate. “Soprattutto, pur difendendo i propri interessi vitali, le potenze nucleari devono evitare quegli scontri che portano l’avversario a scegliere tra una ritirata umiliante o una guerra nucleare. Adottare questo tipo di condotta nell’era nucleare sarebbe solo la prova del fallimento della nostra politica, o di un desiderio di morte collettiva per il mondo”.

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Kennedy sapeva che, poiché la pace era nell’interesse reciproco degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica, si poteva arrivare a un trattato di pace. A coloro che sostenevano che l’Unione Sovietica non avrebbe rispettato un trattato di pace, Kennedy rispose che “sia gli Stati Uniti e i loro alleati, sia l’Unione Sovietica e i suoi alleati, hanno un interesse reciproco profondo a una pace giusta e genuina e a fermare la corsa agli armamenti. Accordi in tal senso sono nell’interesse dell’Unione Sovietica come del nostro – e si può fare affidamento anche sulle nazioni più ostili affinché accettino e mantengano quegli obblighi di trattato, e solo quelli, che sono nel loro interesse”.

Kennedy ha sottolineato l’importanza della comunicazione diretta tra i due avversari. La pace, ha detto, “richiederà una maggiore comprensione tra noi e i sovietici. E una maggiore comprensione richiederà maggiori contatti e comunicazioni. Un passo in questa direzione è la proposta di una linea diretta tra Mosca e Washington, per evitare da entrambe le parti i pericolosi ritardi, i malintesi e le interpretazioni errate delle azioni dell’altro che potrebbero verificarsi in un momento di crisi”.

“Non negoziamo mai per paura. Ma non temiamo mai di negoziare”.

Nel contesto della guerra in Ucraina, Biden si è comportato quasi all’opposto di JFK. Ha denigrato personalmente e ripetutamente il Presidente russo Vladimir Putin. La sua amministrazione ha definito l’obiettivo bellico degli Stati Uniti come l’indebolimento della Russia. Biden ha evitato ogni comunicazione con Putin. A quanto pare non si sono parlati una volta dal febbraio 2022 e Biden ha rifiutato un incontro bilaterale con Putin al vertice del G20 dello scorso anno a Bali, in Indonesia.

Biden si è rifiutato anche solo di riconoscere, e tanto meno di affrontare, le profonde preoccupazioni della Russia in materia di sicurezza. Putin ha ripetutamente espresso la ferma opposizione della Russia all’allargamento della NATO all’Ucraina, un Paese con un confine di 2.000 chilometri con la Russia.

Gli Stati Uniti non tollererebbero mai un’alleanza militare tra Messico e Russia o tra Messico e Cina, a causa del confine di 2000 miglia tra Messico e Stati Uniti. È tempo che Biden negozi con la Russia sull’allargamento della NATO, come parte di negoziati più ampi per porre fine alla guerra in Ucraina.

Quando Kennedy entrò in carica nel gennaio 1961, dichiarò chiaramente la sua posizione sui negoziati: “Non negoziamo mai per paura. Ma non temiamo mai di negoziare. Lasciate che entrambe le parti esplorino quali sono i problemi che ci uniscono, invece di insistere sui problemi che ci dividono”.

Nel suo discorso per la pace, JFK ha ricordato che ciò che unisce gli Stati Uniti e la Russia è che “tutti noi abitiamo questo piccolo pianeta. Respiriamo tutti la stessa aria. Abbiamo tutti a cuore il futuro dei nostri figli. E siamo tutti mortali”.


Fonte: Common Dreams, 06 giugno 2023

https://www.commondreams.org/opinion/jfk-peace-speech

Traduzione di Enzo Gargano per il Centro Studi Sereno Regis


 

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