Alcune note sulla teoria dell’Evoluzione

Johan Galtung

Si fa un gran parlare di evoluzione e pace; avendoci lavorato su di tanto in tanto, ecco alcune note sulla teoria dell’evoluzione.

1. Messaggio della natura come guida

Dalla diversità e simbiosi alla crescente complessità, addirittura auto riproducentesi, [qualcosa] detta Vita, esseri umani, noi – e poi? In merito ne sappiamo poco. Ma la Natura lavora adagio, misurata dal tempo delle nostre vite, e la nostra capacità di autodistruzione mediante guerra ed eco-crimini cresce più alla svelta che la nostra capacità di autoconservazione, la pace.

La simbiosi primordiale per qualcosa in più che la somma dei componenti è la fotosintesi che produce zuccheri da acqua e anidride carbonica:

6H2O+6CO2=C6H12O6+6O2, un monosaccaride e ossigeno. Poi mono– diventa di- e ancora composti organici più complessi, proteine, super-proteine, e quando ci sono le condizioni, la vita. Io prendo nota che c’è un elemento di equità, numeri uguali di molecole – se disuguali c’è uno spreco, una scarsità.  Niente acqua niente sintesi vale anche per l’anidride carbonica (CO2) ma ci preoccupiamo del suo eccesso, non della sua carenza. L’ossigeno (O2) è essenziale per la vita, un procedimento incredibilmente ben combinato:

Diversità + Simbiosi –>Complessità

Un altro approccio in Natura può essere l’iterazione, ripetere, magari a livelli via via superiori, un punto basilare nella “teoria del caos” nel tentativo di riprodurre forme di felci, litorali, curve d’andamento di mercato etc.  C’è il cosmo nel caos – concetto non euclideo ma di geometria frattale – descrizione più che teoria, come confermatomi da Mandelbrot. Un procedimento?

2. Entropia sociale = Complessità strutturale come approccio alla pace

Si prenda un sistema sociale stratificato per classi in élite vs. persone comuni, e per polarizzazione in due blocchi opposti: dunque, quattro gruppi, sei possibili connessioni. In un sistema prebellico [si dà] solo interazione positiva intra-blocco e in certa misura inter-élite, incontri al vertice; 2 o 3 delle 6 connessioni; in un sistema pacifico l’interazione è distribuita più a caso-caoticamente-entropica-mente su tutti. le lealtà intersecantisi hanno un effetto smorzante sulla violenza. Sicché, alla fine della guerra fredda, dissidenti di un blocco avevano collegamenti con élite dell’altro blocco. Quanto superiore l’entropia, tanto più difficile [è/era] mobilitare un blocco per violenza contro l’altro; violenza che sarebbe micro, non macro. Per la violenza ci vuole alta energia=polarizzazione= bassa entropia.  I sistemi ad alta entropia possono avere meno energia per cambiamenti creativi.

Ipotesi: più diversità e simbiosi più interazione creativa e complessità, più complessità più pace, più pace più evoluzione.

Un altro approccio considererebbe l’iterazione, come dalla norma a serie di norme = da ruoli a serie di ruoli = da status a serie di status / da locus a serie di locus = da comunità a serie di comunità = da paese a serie di paesi/regione = da regione a serie di regioni = mondo (da cui serie di mondi = universo). Complessità, resilienza.

3. Entropia culturale/mentale = Pensiero complesso per complessità sociale

La pace è nella relazione e la relazione è nella struttura, definita come serie di elementi con relazioni binarie, ternarie etc. fra essi. Nota: una relazione (predicato binario) non può essere ridotta ad attributi (monocifra) degli elementi, in 4>3 > è sui generis.

Una dimensione di pensiero complesso compie il salto da attributi a relazioni a strutture a schemi strutturali a riconoscimento dei modelli-campione, cioè all’identificazione di strutture isomorfiche. Il pensiero buddhista si focalizza sulle relazioni fra vite senzienti, passate, presenti, future, più che sugli attributi, sulla rete di relazioni più che sui nodi individuali (R. Panikkar); più prossimo all’ essenza di conflitto-violenza-pace.

Un altro approccio a un pensiero più complesso considererebbe il punto focale daoista sulla contraddizione –“dao=che è e non è”– e del bene nel male e del male nel bene, e il male nel bene che c’è nel male e così via all’infinito. Ciò facilita costruire su ciò che c’è di buono in tutti i partecipi a nuovi progetti=nuove relazioni anziché in buoni/cattivi come attributi degli attori.

4. L’evoluzione potrebbe essere nell’interazione anziché negli individui

L’individuo è l’atomo, la molecola è la struttura, quanto più complessa tanto più diversa (varietà umana) e la simbiosi (come i matrimoni misti, l’eterogamia). Ci siamo concentrati troppo sulla semplice stabilità verticale, legge e ordine; troppo poco sulla maggiore complessità, sull’evoluzione.

**********************

A Theory of Peace – TRANSCEND University Press, 2012

Peace Mathematics(con Dietrich Fischer), TUP, 2011, capitoli 11-12


EDITORIAL, 29 May 2023

#798 | Johan Galtung – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.