La ginnastica dinamica militare fa dimagrire?

Rita Vittori

La ginnastica dinamica militare: una realtà in rapida espansione in tutta Italia: più di 300 centri attivi per un totale di 31.000 tesserati alla fine delle 2021. Anche in Piemonte possiamo trovarne: sono 9 e 8 nella Provincia di Torino. 

Ormai ci stiamo sempre più abituando a un linguaggio di tipo militare; lo abbiamo sperimentato durante il periodo del Covid. Fin dal marzo 2020 la comunicazione sulla pandemia si è basata sulla metafora bellica e di conseguenza è stato usato dai media tutto il suo apparato simbolico. I titoli dei giornali hanno abbondato di titoli come «Siamo in guerra», «In trincea contro il virus», «Combattere il virus», «Covid: il nemico invisibile»; i medici e gli infermieri  venivano definiti «Eroi in prima linea» , concependo l’epidemia come una invasione di un nemico che giustifica le nazioni a barricarsi entro i propri confini.

Oltre a ciò stiamo assistendo alla celebrazione e all’ esaltazione delle nostre Forze Armate che si insinuano nelle scuole proponendo ogni sorta di corsi e interventi: dalla lingua inglese alla ginnastica.

Dunque militarizzazione del linguaggio, militarizzazione delle scuole…

Ma non basta… anche la forma fisica, la bellezza, il corpo vanno militarizzati… Come?

È nata da poco per noi la Ginnastica Dinamica Militare.

Che cos’è la Ginnastica Dinamica Militare Italiana?

Sul sito della GDM (così viene abbreviata la società sportiva) leggiamo che ha avuto i natali nel 2013 da un’idea di Matteo Salnaghi e Mara Uggeri, riconosciuta dal CONI nel 2021. Si identifica come «un gruppo che compete all’unisono». Si prefigge il miglioramento della forma fisica senza attrezzature e chiunque aderisca «deve indossarne i colori, abbracciarne pedagogicamente i precetti, credere che siamo in vita per un percorso di adattamento conoscitivo alle avversità […]».

Una realtà in rapida espansione in tutta Italia: più di 300 centri attivi per un totale di 31.000 tesserati alla fine delle 2021. Anche in Piemonte possiamo trovarne: sono 9 e 8 nella Provincia di Torino.

Si chiama Ginnastica dinamica perché non è mai statica, dichiara Daniele Paron, istruttore autorizzato, in un articolo pubblicato nel 2019, Militare perché porta avanti i valori della disciplina e dell’unione e del  rispetto tipici dei militari, Italiana perché «è legata al Tricolore, legata alle origini romane […], adatto a forgiare in ciascuno “il guerriero che c’è in noi”». Nel sito ufficiale si dichiara che non esiste nessun collegamento con ideologie politiche, ma questo non basta per convincerci che tale addestramento in realtà faccia interiorizzare una mentalità militaristica che vede nella guerra e nella risposta aggressiva una soluzione ideale dei conflitti.

I benefici della GDM

Questo sport sui siti  viene presentato in modo accattivante e attraente: le sue proposte vanno incontro alla concezione salutista molto in voga nella nostra società. Corsa, affondi, addominali, tutti esercizi a corpo libero, senza attrezzi, che possono potenziare la forza fisica e mentale, la resistenza cardiovascolare e polmonare,  diminuire  lo stress psicofisico e perché no… far anche dimagrire. Certo, anche dimagrire, obiettivo  così caro soprattutto alla popolazione femminile e non solo. Ottima forma fisica insomma. Per gli uomini si garantisce un corpo che sprigiona forza e coraggio, per le donne un fisico snello e forte… ma soprattutto è il senso di «disciplina» ad essere messo in evidenza in questa proposta.

Una disciplina basata sull’obbedienza ai comandi dell’istruttore che servono a superare i propri limiti fisici e psichici, a dettare un ritmo al gruppo, che scuote i più lenti affinché si possa lavorare  all’unisono. E chi non ce la fa? Temo si ritiri, sarebbe molto umiliante essere responsabile del rallentamento del gruppo intero. Anche l’abbigliamento deve essere uguale: maglietta color militare e calzoncini corti  (forse più che uguaglianza si tratta di uniformità). Non c’è musica per non distrarre il gruppo e soprattutto si devono mantenere le posizioni in griglia, cercando di sincronizzarsi con il movimento degli altri. Gli allenamenti si svolgono molto spesso all’aperto, con ogni condizione meteorologica senza comfort per far emergere la resistenza a tutte le difficoltà esterne.

L’effetto, come si può immaginare, è simile a un’esercitazione in caserma, supportato anche dal tono di comando con cui l’allenatore guida gli esercizi.

Soprattutto, alla fine della sessione spesso si canta l’inno nazionale.

Non possiamo fare a meno di notare che al di là delle dichiarazioni del fondatore per rassicurarci che tale allenamento non ha nessuna connessione con ideologie certamente riconoscibili, la similitudine con il contesto militare è ovvia.

La GDM nelle palestre comunali

In alcune città di Italia le Amministrazioni Comunali hanno concesso alla GDM l’uso delle palestre pubbliche  per svolgere gli allenamenti.

Sono nate giustamente delle polemiche.

Nel settembre 2022 a Pisa il Comune ha concesso la palestra comunale delle scuole Fucini per una lezione di prova della GDM. Essendo un’attività di taglio militare il Collegio dei Docenti ha espresso in modo netto la propria opposizione a tale concessione, in quanto contraria ai valori e alle regole della scuola. Infatti l’art. 94 del Testo Unico delle Disposizioni Legislative in materia di Istruzione (D.L. 297/1994) dichiara  che gli edifici e le attrezzature scolastiche «siano utilizzate, al di fuori dell’orario del servizio scolastico, solo per attività che realizzino la funzione della istituzione scolastica di centro di promozione culturale, sociale, sportiva e civile».

A Livorno, sempre nel settembre 2022, Unicobas ha denunciato come la palestra di un Istituto Superiore veda i corsi dell GDM, «consistente in esercitazioni che utilizzano caratteristiche proprie di corpi militari e che si presentano, nella comunicazione dei promotori, finalizzate all’esaltazione di valori militaristi, nazionalisti, all’obbedienza cieca al comando dell’istruttore e all’annullamento di quelle che vengono definite barriere psico culturali che resistono all’adattamento» («Livornotoday», 19 settembre 2022).

Lo stesso è accaduto a Prato, dove il Comitato 25 Aprile ha fatto un esposto formale all’Amministrazione  Comunale sempre per la concessione di palestre comunali a un’attività sportiva, certo iscritta al CONI, ma con un caratteristiche «militaresche» capaci di diffondere nella popolazione schemi di comportamenti non democratici.

Per ora è soprattutto la Toscana ad essere il centro dell’attenzione… questo non significa che non potrebbe accadere anche in Piemonte…

E, come nel caso della presenza soprattutto dell’Esercito nelle scuole, sorge un dubbio: dobbiamo credere all’innocenza delle intenzioni?


 

 

 

 

 

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