Uso dei droni e fine della guerra tra Ucraina e Russia

Nick Mottern

In realtà, l’uso dei droni non fa che prolungare la guerra e accumulare cadaveri.

Mentre l’esercito russo intensifica i suoi attacchi con i droni contro Kiev e le truppe ucraine aumentano l’uso dei droni artigianali per colpire gli obiettivi russi, la regione e il mondo hanno assolutamente bisogno di una proposta che inviti entrambe le parti a negoziare la fine della guerra. Un primo passo potrebbe essere l’accordo tra le due parti di smettere di usare i droni armati.

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I commenti attuali discutono dei vantaggi, per una parte o per l’altra, di affidarsi ai droni armati. Tuttavia, la storia della guerra con i droni in Ucraina e nelle guerre precedenti rivela due punti cruciali.

In primo luogo, l’idea che l’uso di droni killer fornisca in qualche modo un vantaggio vincente in combattimento è un pensiero magico. In realtà, il loro uso non fa altro che prolungare la guerra e accumulare cadaveri. Questo è stato vero, infatti, ovunque siano stati utilizzati droni armati, da quando il primo attacco moderno con droni è stato lanciato, senza successo, dagli Stati Uniti il primo giorno della loro invasione illegale dell’Afghanistan, quasi 22 anni fa.

L’idea che l’uso dei droni killer possa in qualche modo fornire un vantaggio vincente in combattimento è un pensiero magico.

In secondo luogo, l’uso dei droni armati diffonde la guerra geograficamente e politicamente in aree in cui i generali, i leader militari indipendenti e i politici non oserebbero inviare forze di terra. Questo, ovviamente, porta a comportamenti estremamente pericolosi, illegali e irresponsabili, come il fallito bombardamento del Cremlino del 3 maggio 2023.

Quando si leggono le notizie sugli attacchi dei droni, è possibile pensare: “Beh, oggi è morto solo un numero X di persone, posso accettare che la guerra continui”, a meno che uno o più di quei morti non siano persone care.

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Ma la posta in gioco dell’uso dei droni per uccidere è estremamente alta, non solo in termini di conseguenze dell’attacco a un obiettivo di enorme valore simbolico politico, come il Cremlino.

L’8 maggio la Russia ha annunciato l’evacuazione di quasi 1.700 persone, tra cui 660 bambini, dall’area circostante la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, perché la situazione è, secondo le Nazioni Unite, “sempre più imprevedibile e potenzialmente pericolosa”.

Il 5 aprile, la Reuters ha riportato che un ufficiale militare russo ha dichiarato che un drone ucraino si è schiantato vicino alla centrale.

Se Dio vuole, abbiamo raggiunto un momento in cui i leader ucraini e russi, e i loro ricchi sostenitori, si renderanno conto che i droni armati sono semplicemente una manifestazione dei loro pensieri fantastici sul raggiungimento della “vittoria” attraverso la tecnologia.

La guerra si fermerà a un certo punto, tutte le parti dichiareranno la vittoria su una terra intrisa del sangue e delle lacrime dei politicamente impotenti che non erano droni, per quanto fossero trattati come tali.


Fonte: Common Dreams, 10 maggio 2023

https://www.commondreams.org/opinion/ground-the-killer-drones-and-end-the-war-too

Traduzione di Enzo Gargano per il Centro Studi Sereno Regis


 

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