L’idolatria del culto delle armi

Ariel Gold

Distorcendo le sacre scritture e le tradizioni religiose, il nazionalismo cristiano alimenta l’epidemia di violenza da armi da fuoco: L’idolatria del culto delle armi

All’indomani della terribile sparatoria nella scuola di Nashville che ha tolto la vita a tre adulti e tre bambini, Tony Perkins, presidente del Family Research Council, si è rifiutato di trovare una colpa nell’ossessione americana per le armi. Ha invece affermato che la preghiera è l’unica soluzione alla crisi delle sparatorie di massa. “Dobbiamo tornare all’unica fonte duratura di speranza e libertà: il Signore Gesù Cristo”, ha aggiunto. “Niente di ciò che Washington sta facendo avrà importanza finché non riconosceremo e affronteremo la decadenza morale e la rottura che affliggono la nostra cultura”.

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Perkins non ha torto nel collegare la religione alla violenza delle armi. Ma, piuttosto che abbracciare più profondamente la missione della sua organizzazione “di far progredire la fede, la famiglia e la libertà nelle politiche pubbliche e nella cultura da una visione biblica del mondo”, ciò che è necessario è riconoscere il modo in cui alcuni stanno distorcendo le sacre scritture e le tradizioni religiose in modo tale da alimentare la violenza.

Affrontare la crisi della violenza delle armi in America è un compito arduo e necessario. Ogni anno muoiono in media 43.375 persone a causa di armi da fuoco e la cifra è in rapido aumento. Tra il 2012 e il 2021 il numero di morti per arma da fuoco è aumentato del 39% e le morti per arma da fuoco sono ora la principale causa di morte per bambini e adolescenti.

Ciò che è tragico e profondamente inquietante è la misura in cui la religione – o, più precisamente, la distorsione della religione – sta contribuendo a questa epidemia.

 

Il nazionalismo cristiano è la convinzione che l’America sia benedetta da Dio per essere una nazione cristiana, come è stata fondata, e che la vita civile e il cristianesimo debbano essere fusi insieme. Collegato alla supremazia bianca, al nativismo, al patriarcato e simili, immagina Gesù non come l’umile uomo semita che porge l’altra guancia e lava i piedi ai suoi discepoli, ma come un uomo bianco dalle spalle larghe, con bicipiti spessi e una spada (o, se fosse stata disponibile all’epoca, un AR-15) al fianco.

Un sondaggio del febbraio 2020, condotto dagli autori di “The Flag and the Cross” Philip S. Gorski e Samuel L. Perry, ha chiesto a un campione di persone di rispondere alle affermazioni: “Il governo federale dovrebbe dichiarare gli Stati Uniti una nazione cristiana” e “Il governo federale dovrebbe emanare leggi più severe sulle armi”. È emerso che due terzi degli americani bianchi che erano fortemente d’accordo con la prima affermazione erano anche in disaccordo con la seconda.

Aggiungendo la religione al mix, un sondaggio del 2019-2021 condotto dalle stesse persone ha rilevato che i cristiani evangelici si classificano più in alto negli indicatori del nazionalismo cristiano. L’analisi del politologo Ryan Burge sui dati del Cooperative Election Study 2020 ha rilevato che due terzi degli evangelici bianchi possiedono armi. Rispetto a un quarto dei protestanti principali e dei Santi degli Ultimi Giorni, al 17% degli evangelici non bianchi e degli atei, all’11% degli ebrei e al 9% dei musulmani.

A parte i gruppi di miliziani bianchi e gli estremisti che hanno guidato l’insurrezione del 6 gennaio, alcuni produttori di armi sembrano essere tra i più convinti sostenitori del legame tra armi e nazionalismo cristiano. Vedono le loro attività come patriottiche e come l’adempimento di un sacro dovere religioso.

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Circa una settimana dopo la sparatoria alla Robb Elementary School di Uvalde, in Texas, che ha ucciso 19 bambini e due adulti, Daniel Defense, l’azienda che ha fabbricato la particolare arma in stile AR-15 usata dal tiratore, ha twittato l’immagine di un bambino che tiene in mano un fucile d’assalto con le parole “Educa un bambino nella strada che deve percorrere e quando sarà grande non se ne allontanerà 🙏”.

Daniel Defense non è l’unico. Il produttore di armi della Florida Spike’s Tactical vende un fucile in stile AR-15 chiamato “Crusader” con l’iscrizione del Salmo 144:1 e, se questo non è abbastanza preoccupante, nel 2015 uno dei loro portavoce ha affermato che grazie alle impostazioni “Pax Pacis, Bellum, & Deus Vult”, l’arma non poteva essere usata da “terroristi musulmani”.

Uno sforzo interreligioso, organizzato dalla Fellowship of Reconciliation, è in corso proprio in questi giorni per dichiarare la Festa della Mamma una giornata nazionale di preghiera, lutto, pentimento e contemplazione per risolvere la crisi della violenza delle armi da fuoco aiutata dal nazionalismo cristiano. Considerati i pericoli derivanti dal fatto che le armi vengono considerate come oggetti sacri i cui diritti devono essere protetti a tutti i costi, dobbiamo ascoltare le parole di Howards Zinn, che diceva “non si può essere neutrali su un treno in corsa”. Questo 14 maggio, preghiamo con i piedi per porre fine alla violenza delle armi e superare il nazionalismo cristiano.


Questa storia è stata prodotta da Fellowship Magazine

Fonte: Waging Nonviolence, 1° Maggio 2023

Traduzione di Enzo Gargano per il Centro Studi Sereno Regis


 

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