Perché Zelensky NON si riprenderà la Crimea

Rick Sterling

 

 

Diciassette mesi fa il Dipartimento di Stato USA dichiarò ufficialmente che gli USA non riconosceranno “MAI” la Crimea come parte della Russia. Tre mesi fa il presidente ucraino Zelensky pronunciò il voto di “riprendersi” la Crimea. È possibile? Ecco perché Zelensky NON si riprenderà la Crimea.

 

In giugno 2016 visitai la Crimea con una delegazione del Center for Citizen Initiatives (CCI), una organizzazione USA che svolge scambi su base personale con la Russia da decenni, senza mai ricevere sostegno finanziario dalla Russia mentre c’è stata qualche sovvenzione da USAID negli anni 1990. Il CCI promuove scambi specialmente con i Rotary club.

In Crimea, facevamo base a Yalta, una cittadina sul mar Nero. Da lì facevamo gite alla capitale Simferopol, al porto della marina a Sebastopol, alla “valle della morte” e a molte altre destinazioni.

La Crimea è molto bella e la gente era molto amichevole e lieta di vederci. A quel tempo, era sotto sanzioni occidentali da due anni per la sua decisione di secessione dall’Ucraina del marzo 2014. Le navi di turisti che prima facevano visita ai suoi porti non ci si fermavano più a causa delle sanzioni. Gli studenti che si laureavano nelle università della Crimea non ottenevano più il riconoscimento dei propri titoli accademici Europa. Visa e Mastercard non potevano essere usate. Le sanzioni causavano una miriade di problemi.

Ci incontrammo con molti gruppi, compreso il consiglio comunale eletto della capiale Simferopol, universitari, studenti di scuole superiori, gruppi etnici armeni e tatari, un gruppo d’affari del Rotary e altro ancora. Dicevano tutti che la decisione di staccarsi dall’Ucraina era stata straripante. i risultati ufficiali del referendum confermavano quel che dicevano: con una partecipazione elettorale dell’83%, il 97% dei votanti disse di voler “riunificarsi” con la Federazione Russa.

Quando domandavamo perché preferissero essere parte della Russia, c’erano molte spiegazioni. Tutti si riferivano al colpo di stato del febbraio 2014 che rovesciò il presidente Yanukovich. Oltre il 75% della popolazione della Crimea aveva votato per Yanukovich nell’elezione del 2010, considerata libera ed equa dai monitor europei. Non gli era piaciuto il colpo di mano violento che aveva buttato fuori il loro presidente eletto.

Un’altra ragione era che il governo del colpo di mano abrogò immediatamente le norme per cui si poteva usare la lingua russa nelle scuole e nelle istituzioni. La maggioranza della popolazione in Ucraina orientale e in Crimea ha il russo come propria lingua nativa. L’ostilità del governo del colpo di mano era inequivocabile.

Una terza ragione era a causa della violenza e la delinquenza delle forze che avevano spinto al colpo. In pochi giorni furono uccise quasi 100 persone in piazza Maidan plaza. Ci sono prove schiaccianti che le uccisioni vennero commesse da cecchini che sparavano da stanze e tetti degli edifici controllati dall’opposizione. Che siano stati uccisi SIA dimostranti SIA poliziotti indica l’intento apposito di esacerbare e accendere la crisi, che è esattamente quanto accadde.

Una quarta ragione per la decisione crimeana fu dovuta a un incidente durante la notte del 20 febbraio. Centinaia di crimeani erano andati a Kyiv per dimostrare pacificamente a favore del governo e contro la folla tumultuosa sempre più violenta. Quando le uccisioni s’impennarono, il 20 febbraio, si resero conto che era troppo pericoloso e che proteste pacifiche erano senza speranza. E si diressero verso casa in un convoglio di 8 bus. A un centinaio di miglia a sud di Kyiv il convoglio di bus fu fermato da malavitosi ultra-nazionalisti. Tutti i passeggeri furono terrorizzati, molti picchiati e sette uccisi. Le notizie di questa violenza si diffusero rapidamente e shockarono la gente della Crimea. Il referendum fu organizzato alla svelta e tenuto senza violenza il 16 marzo. L’affluenza fu immane e i risultati decisivi. Due giorni dopo la Russia accolse la Crimea nella Federazione Russa.

Al tempo della nostra visita, due anni dopo il colpo di stato, venimmo a sapere che non c’erano rimpianti per la decisione di uscire dall’Ucraina pur coi problemi causati dalle sanzioni occidentali. La gente ci disse che la Crimea era stata trascurata sotto l’Ucraina. Adesso invece, come parte della Federazione Russa, si stava facendo ogni sorta di migliorie alle infrastrutture: lo vedemmo di prima mano al nuovo aeroporto di Simferopol. Udimmo dell’imminente ponte sullo Stretto di Kerch, che era in completamento già l’anno dopo. Vedemmo il rimodellamento e la ricostruzione del Famoso campo estivo giovanile Artek.

Fu molto interessante incontrarsi con giovani tatari, gruppo etnico musulmano indigeno della Crimea. Alla domanda se fossero attive ONG occidentali nel promuovere un’opposizione, sorrisero dicendo “Sì …Soros”. Guardandoci dentro meglio in seguito, venni a sapere che il miliardario USA ha dato sovvenzioni per 230 milioni di dollari per influenzare l’Ucraina.

Nel nostro viaggio, venimmo anche a sapere della lunga storia della Crimea come parte della Russia. La penisola di Crimea e l’arsenale marittimo di Sebastopoli sono stati russi fin dal 1783, il solo porto meridionale ‘di casa’ della marina militare russa da 240 anni.

Nel 1954 la Crimea fu designate alla repubblica d’Ucraina dal premier sovietico Khrushov. Non ci fu consultazione ma la cosa non era critica perché facevano tutti parte di un’Unione Sovietica centralizzata. Quando questa andò in pezzi, 94% degli elettori della Crimea volevano lasciare l’Ucraina e ristabilire la Repubblica Socialista Sovietica di Crimea. Ma furono ignorati da Kyiv.

Il colpo di stato del 2014 fu il colmo. La violenza di Maidan, le decisioni sulla lingua del governo golpista, e gli attacchi ai civili resero imperativa una rapida secessione. La Russia aveva già soldati in Crimea alla base navale in affitto a Sebastopoli. Il referendum procedette alla svelta e in pace.

L’ipocrisia e i due pesi e due misure occidentali sono sconvolgenti. L’Occidente ha attivamente promosso la frammentazione della Jugoslavia, la secessione del Kosovo dalla Serbia e del Sud-Sudan dal Sudan. La giusta e diffusa volontà della gente di Crimea di staccarsi dall’Ucraina e ri-unificarsi con la Russia è chiara. Eppure, l’Occidente continua ad asserire falsamente che la Russia “occupa” la Crimea.

Nel novembre 2021 gli USA firmarono uno “Statuto di Partnership Strategica” con l’Ucraina; che dichiara:  “Gli Stati Uniti non riconoscono e non riconosceranno mai la tentata annessione della Crimea da parte della Russia”.  Evidentemente non importa quel che la gente di Crimea pensa e vuole. Che tipo di “democrazia” è questo?

Qualunque tentativo di un governo ucraino di “riprendere” la Crimea sarebbe accolto dalla ferma opposizione e resistenza da parte della gente che ci vive. La chance che questo avvenga è prossima allo zero.

L’informazione manipolata sulla Crimea mostra quanto la trattazione mediatica dell’intero conflitto d’Ucraina sia distorta.


TRANSCEND MEMBERS, 3 Apr 2023 | Rick Sterling – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


 

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