Costruzione di fiducia in Asia-Pacifico: invertire lo scivolo verso la violenza

René Wadlow

Con militari USA e cinesi impegnati vicino a Taiwan, un errore di calcolo potrebbe condurre alla violenza armata. Il conflitto armato in Ucraina ha alzato il dibattito sulla possibilità di un conflitto armato fra Cina e Taiwan. Le tensioni fra le due Coree restano alte. Lo scontro confinario fra forze indiane e cinesi nel giugno 2020 ha messo in risalto tensioni residue fra i due paesi. All’elenco si potrebbero aggiungere altre tensioni nell’area Asia-Pacifico.

Meno ovvie sono le possibilità di misure atte a costruire fiducia, che ridurrebbero tali tensioni e potrebbero aprire porte alla cooperazione nella sfera securitaria, economica e sociale.

Ci sono misure costruttive di fiducia che possono essere intraprese dai governi; che, al di fuori di posizioni di governo, potremmo sì suggerire come tali, ma con poche possibilità di imporne la realizzazione. Dobbiamo dunque considerare quali misure del genere possiamo intraprendere come accademici e attivisti di organizzazioni non-governative (ONG).

Costruzione di fiducia in Asia-PacificoPer fortuna, abbiamo lunga esperienza nell’agire per ridurre le tensioni fra USA e URSS (NATO e Patto di Varsavia), il che ha condotto all’Accordo di Helsinki e infine al termine della Guerra Fredda. Molta di quell’analisi è tuttora valida, come Mary Kaldor (Ed) Europe from Below ([Europa dal basso], Londra: Verso, 1991). Molte delle organizzazioni pacifiste allora coinvolte esistono ancora e potrebbero concentrarsi su tematiche dell’Asia-Pacifico.

Ci son anche stati sforzi di infondere fiducia nel conflitto Israele-Palestina e più ampiamente in Medio Oriente. E sforzi ripetuti riguardo alle tensioni fra India e Pakistan sovente focalizzati su quelle in Kashmir.

Oggi, c’è bisogno di attingere a queste esperienze per impartire competenze di risoluzione dei conflitti a nuove persone e gruppi, nel costruire ed espandere gli strati di sostenitori attivi di misure di riduzione del conflitto. Nuovi partecipanti possono avere bagagli culturali in psicologia, religione, diritto e comunicazioni con esperienze in movimenti sociali e programmi d’azione comunitari.

C’è bisogno anche di attingere a categorie di persone non direttamente coinvolte in tentativi precedenti. Le donne sono state sovente marginalizzate non solo in negoziati governativi ma anche in sforzi non-governativi. Questi processi di dialogo hanno un valore nell’approfondire la comprensione di una situazione. Comunque l’enfasi dovrebbe essere nello sviluppo di proposte per misure di costruzione della fiducia.

Le tensioni nell’area Asia-Pacifico stanno crescendo e c’è bisogno di un’azione concertata per ridurre lo scivolo verso la violenza. Come fanno notare Don Carlson e Craig Comstock nel loro libro Citizen Summitry: Keeping the Peace when it matters too much to be left to politicians ([politica di vertice dei cittadini: mantenere la pace quando importa troppo per essere lasciata ai politici – ndt] Los Angeles: Jeremy P. Tacker, Inc. 1986):

“Nessuno ha fatto uno sbaglio più grosso che quel tale che non fece nulla perché poteva fare solo poco”


EDITORIAL, 3 Apr 2023 | #790 | René Wadlow – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.