Aborto senza frontiere. Il movimento polacco e i suoi modelli

redazione

Alessandro Ajres, Aborto senza frontiere. Il movimento polacco e i suoi modelli, Rosenberg & Sellier, Torino 2022, pp. 198, € 16,00

Aborto senza frontiereAlessandro Ajres ritiene che le proteste contro il divieto d’aborto in Polonia non rappresentino una vicenda essenzialmente polacca e dimostra che lo Strajk Kobiet fa parte di una rinascita globale dei movimenti per i diritti, dal momento che si rifà alle loro pratiche organizzative e comunicative e contribuisce ad arricchirli con nuovi simboli e nuovi immaginari. In un mondo globale l’organizzazione delle piazze adopera i social media più recenti per aggirare la repressione o sfuggire alle censure.

Questo è accaduto di frequente per rivolte caratterizzate da una forte presenza femminile: le vicine Bielorussia e Ucraina allo stesso modo di movimenti più lontani come le Primavere arabe e le Caceroladas argentine, Hong Kong e Gezi Park, Occupy Wall Street e gli Indignados, piazza Syntagma e gli hijab bruciati in Iran.

Viene a crearsi, così, una connessione e una sorta di “cortocircuito” tra l’occupazione fisica nelle piazze, indispensabile a una vera azione politica, e i contenuti da condividere sui social. Da qui l’incessante creatività che saccheggia i linguaggi dell’arte visiva.

«Le arti che non realizzano alcuna opera hanno grande affinità con la politica», sosteneva Hanna Arendt. La Polonia appare come un esempio “all’avanguardia” della sospensione dei diritti fondamentali da parte della destra garante dei “valori tradizionali” e dell’ordine patriarcale, contro queste forme di limitazione della libertà le donne polacche hanno intrapreso una lotta e lanciato una sfida che non riguarda solo loro.


 

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