Pace e risoluzione dei conflitti: L’intelligenza artificiale (AI) sembra più intelligente che l’intelligenza politica umana (PI)

Jan Oberg

Alcuni giorni fa m’è venuta l’idea di controllare che cosa avesse da dire la ChatGPT basata sull’ Intelligenza Artificiale (AI) a proposito delle problematiche della guerra in Ucraina. Devo dire che le risposte sono state una piacevole sorpresa dalla prospettiva che mi è cara, pace e risoluzione dei conflitti. Ecco che cosa ho chiesto e che cosa mi è stato risposto, in un paio di secondi:

Come fare pace in Ucraina?

Il conflitto in Ucraina è complesso e molto sfaccettato, e non ci sono soluzioni semplici. Tuttavia, ecco alcuni passi che potrebbero potenzialmente contribuire alla pace in Ucraina:

  1. Dialogo: il primo passo verso la pace in Ucraina è che tutti i contendenti s’impegnino in un dialogo. Ciò comprende il governo ucraino, i separatisti in Est-Ucraina, e la Russia. Tutte le parti devono essere disposte a sedersi e negoziare in buona fede.
  2. Tregua: è necessario un cessate-il-fuoco sostenibile per creare un ambiente tendente al dialogo. Tutte le parti devono concordare su una cessazione delle ostilità e rispettare l’accordo di tregua.
  3. Aiuto umanitario: il conflitto è risultato nello sfollamento di molte persone, è c’è bisogno di aiuto umanitario per assistere chi è colpito dal conflitto.
  4. Trattare le problematiche soggiacenti: il conflitto in Ucraina è radicato in problematiche politiche, economiche e sociali che bisogna trattare, comprese quelle correlate ai diritti linguistici, le disparità economiche, e l’autonomia regionale.
  5. Mediazione internazionale: può avere un ruolo importante per contribuire a risolvere il conflitto in Ucraina. L’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) è stata coinvolta nel monitorare la tregua e facilitare il dialogo fra le parti.
  6. Rispetto per il diritto internazionale: dovuto da tutte le parti e comprensivo della sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina.

È importante notare che ci sono molte sfide per conseguire la pace in Ucraina, ivi comprese una sfiducia profonda fra le parti e interessi in conflitto. Tuttavia, intraprendere passi verso un dialogo, una tregua, un trattare le problematiche soggiacenti, la mediazione internazionale, e il rispetto per il diritto internazionale possono contribuire a procedere verso la pace.

Vantaggi e svantaggi del mandare armi all’Ucraina?

Vantaggi:

  1. Aumentate capacità militari: mandare armi all’Ucraina aumenterebbe le sue capacità militari, permettendole di difendersi meglio contro i separatisti nell’Est del paese e una potenziale [sic!] aggressione della Russia.
  2. Deterrenza: la presenza di armi più potenti in Ucraina potrebbe far desistere la Russia dall’ intraprendere ulteriori azioni aggressive.
  3. Alleanze rafforzate: mandare armi all’Ucraina potrebbe rafforzare le sue alleanze con paesi che la sostengono, come gli Sati Uniti e altri membri della NATO.

Svantaggi:

  1. Escalation del conflitto: mandare armi all’Ucraina potrebbe intensificare il conflitto, conducendo a maggiore violenza e vittime in più su ambo i versanti.
  2. Reazione russa: mandare armi all’Ucraina potrebbe provocare una risposta [specifica] della Russia, conducendo potenzialmente a un conflitto più ampio e ulteriore destabilizzazione della regione.
  3. Gara degli armamenti: mandare armi all’Ucraina potrebbe contribuire a una gara degli armamenti nella regione, con la Russia che reagisca potenzialmente aumentando le proprie capacità militari.
  4. Divisività fra alleati: mandare armi all’Ucraina potrebbe considerarsi come divisive fra alleati, con alcuni paesi che s’oppongano a tale azione e danneggino potenzialmente i rapporti diplomatici.

Più in generale, la decisione di mandare armi all’Ucraina è complessa e controversa, con vantaggi e svantaggi potenziali da ponderare attentamente. È importante considerare le conseguenze potenziali di tale azione ed agire per una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina.

L’espansione della NATO è stata una buona idea?

Questione anch’essa complessa e controversa, con differenti prospettive in merito. Ecco alcune argomentazioni rispettivamente per e contro l’espansione NATO:

A favore:

  1. Sicurezza – garanzie di sicurezza aggiuntive ai paesi che entrano nell’alleanza, in particolare quelli situati vicino alla Russia. Ciò può contribuire a dissuadere la Russia da una aggressione e fornire un senso di sicurezza ai paesi più piccoli.
  2. Stabilità – può contribuire alla stabilità in Europa rafforzando istituzioni democratiche e promuovendo uno sviluppo economico. Ciò può contribuire a prevenire conflitti e assicurare stabilità a lungo termine nella regione.
  3. Promozione di valori condivisi: si promuovono valori democratici condivisi, fra cui il dominio della legge, i diritti umani e le libertà individuali. Ciò può contribuire a rafforzare i legami fra i paesi e promuovere maggior cooperazione.

Contro:

  1. Provocazione: può essere considerata provocatoria dalla Russia, che può vederla come minaccia alla propria sicurezza. Ciò può aumentare le tensioni e potenzialmente condurre al conflitto.
  2. Costo: può essere costosa, in particolare per paesi minori che entrino nell’alleanza. Ciò può distogliere risorse da aree più importanti, come i servizi sociali e le infrastrutture.
  3. Sovranità: può essere vista come una violazione della sovranità nazionale, in particolare se coinvolge paesi storicamente stati nella sfera d’influenza della Russia. Ciò può essere considerate un affronto alla Russia e contribuire ad ulteriori tensioni.

Più in generale, la questione se l’espansione NATO sia una buona idea dipende da vari fattori, cioè considerazioni geopolitiche, fattori economici, e obiettivi strategici. Aldilà delle argomentazioni pro e contro, la decisione d’espandere l’alleanza dev’essere infine basata su un’attenta analisi di tali fattori e una considerazione delle potenziali conseguenze di tale azione.”

Gorbaciov ebbe assicurazioni che la NATO non si sarebbe espansa verso est?

Sì, ci sono prove che indicano che l’ex-leader sovietico Mikhail Gorbaciov ricevette assicurazioni da leader occidentali che la NATO non si sarebbe espansa verso est.

Negli ultimi anni 1980 e nei primi 1990, coll’inizio del crollo dell’URSS, Gorbaciov cercò di ridurre le tensioni con l’Occidente e promuovere maggior cooperazione fra i due versanti. una delle sue maggiori preoccupazioni era il futuro della NATO, che considerava una potenziale minaccia alla sicurezza URSS. Nei negoziati con leader occidentali, Gorbaciov cercò a quanto riferito assicurazioni che la NATO non avrebbe espanso la propria appartenenza o presenza militare in Europa Orientale.

Secondo alcuni resoconti, i leader fornirono effettivamente a Gorbaciov assicurazioni in tal senso. Per esempio, l’ex-segretario di Stato USA James Baker ha detto di aver promesso a Gorbaciov nel 1990 che la NATO non si sarebbe estesa “un pollice” a est se i sovietici concordassero sulla riunificazione della Germania. Analogamente, l’ex-cancelliere tedesco Helmut Kohl ha dichiarato di aver assicurato a Gorbaciov che la NATO non si sarebbe espansa verso est se i sovietici avessero concordato sulla riunificazione della Germania.

C’è tuttavia un certo dibattito sul grado e la natura di queste assicurazioni. Taluni funzionari occidentali hanno sostenuto che avessero solo promesso di non stazionare truppe NATO in permanenza in Germania Est, e che non avessero preso impegni di sorta sulla futura espansione della NATO. Comunque sia, la NATO si è alla fine effettivamente espansa verso est, in parecchi paesi dell’ex-patto di Varsavia che ne divennero membri negli anni 1990 e 2000. Ciò è stato fonte di tensione fra la Russia e l’Occidente in anni recenti.

Qual è il rapporto fra conflitti e violenza?

Conflitti e violenza sono parenti stretti, in quanto i conflitti spesso s’acuiscono in confronti violenti. Un conflitto si riferisce a uno stato di discordia od opposizione fra due o più parti, mentre la violenza si riferisce all’uso della forza fisica per causare nocumento o danno.

Quando i conflitti non sono risolti con mezzi pacifici, possono portare ad azioni violente da parte di una o ambo le parti. la violenza può spaziare dall’abuso verbale all’assalto fisico, e in casi estremi può risultare in guerra e genocidio.

Tuttavia, è importante notare che non tutti i conflitti conducono alla violenza. Le tecniche di risoluzione del conflitto come negoziati, mediazione e diplomazia possono aiutare le parti a raggiungere una risoluzione pacifica del conflitto senza ricorso alla violenza.

Insomma, i conflitti possono acuirsi in violenza, ma non è inevitabile. Strategie efficaci di risoluzione del conflitto possono aiutare a prevenire o smorzare confronti violenti.

Tutte queste risposte mi paiono piuttosto sorprendenti e davvero “intelligenti”. Rivelano più conoscenza e approcci/comprensione ampli di tematiche complesse di qualunque decisore occidentale in cui mi sia imbattuto recentemente.

Quel che vediamo è che:

  • Il “pensare” alla pace di AI non comporta più armamento.
  • L’approccio alla pace AI è molto più allineato con i concetti autentici di pace basati sulla ricerca e – importante, implica una riduzione della violenza; intellettualmente è molto superiore a quello degli attuali leader occidentali.
  • AI è in grado di trattare – prendere in considerazione – una serie di aspetti e dimensioni, qualcosa che non direi che gli attuali gestori della guerra in Ucraina – d’ogni versante – abbiano mostrato all’incirca di saper fare.
  • AI sembra in grado di guardare le tematiche da più di un lato.
  • AI rivela una comprensione rilevante e basata su effettive nozioni dei rapporti fra violenza manifesta e conflitti soggiacenti. Professionalmente, definisce alquanto bene entrambi i concetti. A paragone, i media, i politici e molti esperti – militari, in particolare – appaiono ossessionati dalla violenza – le armi, quel che accade sul campo di battaglia e di chi è la colpa – anziché porre le domande rilevanti: Perché si è presentata la violenza, quali sono le problematiche che si ergono fra le parti che non hanno saputo trattare in modo nonviolento e che si può fare per risolvere quelle incompatibilità, quelle conflittualità?  Al confronto con AI, sono semplicemente non intelligenti il conflitto – e, inoltre, non presterebbero attenzione ai conflitti sottostanti perché non potrebbero fare a meno di chiedersi se l’espansione NATO sia stata una buona idea.
  • AI è onesta. la sua risposta alla domanda sulle promesse fatte a Gorbaciov contraddice categoricamente l’attuale propaganda occidentale per cui a Gorbaciov non sarebbe mai stata fatta alcuna promessa del genere. A titolo informativo, le homepage dei siti UE e NATO negano appunto tali promesse e la NATO asserisce pure che si tratta di una argomentazione allineata con la [solita] disinformazione russa.

In conclusione, a quanto pare – e, davvero, è un pensiero conturbante – sarebbe meglio per il mondo se AI fosse usata come strumento d’ispirazione nelle politiche di risoluzione del conflitto e di pacificazione piuttosto che continuare ad affidarci completamente all’intelligenza umana attualmente dominante negli uffici di primi ministri, di ministri della difesa, degli esteri, e nei parlamenti.


EDITORIAL, 20 Mar 2023 | #788 | Jan Oberg, Ph.D. – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


 

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