Il progetto SignorNò incontra alcune scuole superiori di Torino

Elisa Crescitelli, Francesca Novelli, Giulio Pastore, Lucrezia Santus

Il progetto SignorNò: non una, ma tante storie in un percorso tra passato, presente e futuro

Il progetto “SignorNò” nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio è entrato in alcune scuole torinesi.

Per la precisione ha coinvolto 8 classi, di 5 istituti scolastici diversi: il Liceo Scientifico Majorana, il Liceo Economico-Sociale Domenico Berti, il Liceo Linguistico Vincenzo Gioberti, l’Istituto Tecnico di Grafica e Comunicazione Bodoni-Paravia e il Convitto Umberto I.

Classi molto diverse tra loro, per età, background, interessi, ma accomunate dall’aver preso parte a questo percorso sulla storia dell’obiezione di coscienza al servizio militare. Una storia che inizialmente, per alcune di esse, era sconosciuta e che agli studenti e alle studentesse appariva molto lontana dalle loro vite e storie personali.

Tuttavia, nonostante le titubanze iniziali, questo percorso è riuscito a coinvolgere e ad appassionare le classi, da un lato grazie alla sua aderenza alla realtà attuale e dall’altro lato grazie alle testimonianze delle persone che hanno contribuito a costruire quella storia passo passo e che ancora oggi continuano costruirla con il loro attivismo. Testimonianze che sono state preziose, tanto per lз civilistз quanto per lз giovani studenti e studentesse, poiché insieme hanno avuto la possibilità di confrontarsi con degli adulti aperti al dialogo, desiderosi non di dare risposte, ma di suscitare domande, curiosità e speranza attiva per il futuro.

L’inizio del percorso

La strada che ha portato civilisti e civiliste ad accompagnare le diverse classi che hanno aderito al progetto nel percorso sull’obiezione di coscienza al servizio militare, è iniziata qualche mese prima, al di fuori delle aule scolastiche.

Infatti, già nei mesi estivi il gruppo di operatori e operatrici volontarз ha cominciato ad approfondire la storia dell’obiezione di coscienza al servizio militarie.

In particolare, grazie alla formazione fatta insieme a Marco Labbate, storico e collaboratore del Centro Studi, lз volontarз hanno familiarizzato con il concetto di obiezione di coscienza al servizio militare e con il percorso storico travagliato che ha portato alla legge che garantiva un servizio civile alternativo alla leva, fino ad arrivare alla legge di sospensione del servizio di leva obbligatorio.

Inoltre, attraverso i racconti di Labbate il gruppo di volontarз ha conosciuto i nomi dei protagonisti e delle protagoniste della realtà antimilitarista e pacifista degli anni ‘70 e ‘80; moltз di loro oggi sono sociз del Centro Studi Sereno Regis. Dopodiché, una naturale curiosità ha portato lз civilistз a dare un volto ai nomi degli obiettori di coscienza di Torino, che grazie a interviste e chiacchierate informali, ha portato alla ricostruzione delle singole esperienze degli stessi e all’avvio del progetto di Signornò.

Lз civilistз hanno intervistato Enrico Peyretti e Piercarlo Racca, che hanno raccontato il motivo della loro scelta di rifiutare la divisa militare, scelta legata a vissuti personali. Inoltre, essi hanno condiviso piccoli aneddoti, storie di attivismo, espressione di quella creatività e capacità immaginativa, che usando le parole di Piercarlo Racca, non possono mancare a chi vuole lottare in modo nonviolento.

Infine, il gruppo di volontarз ha anche incontrato a Neive Beppe Marasso e Angela Dogliotti, con i quali hanno dialogato e rivissuto, in particolare attraverso le parole di Beppe, alcuni dei momenti più salienti della storia dell’obiezione di coscienza al servizio militare nel contesto torinese.

Non è mancato, poi, il giro nelle terre curate da Beppe, il quale ha accompagnato lз volontarз alla comprensione dello sguardo e dei valori con cui si rapporta alla vita, in tutte le sue forme. Più volte è emerso il richiamo al “Satyagraha”, la forza della verità gandhiana, letteralmente “insistenza per la verità” e l’importanza dell’agire in corrispondenza con la propria coscienza.

Non dobbiamo avere paura. Se credi in qualcosa, nonostante la paura, le denunce e le difficoltà, non bisogna temere e continuare a fare ciò che sentiamo sia giusto. L’importante è che tu corrisponda a te stesso e alla tua coscienza. La prima cosa è la coscienza, questo è il nucleo, altrimenti vivremmo una vita finta.

Queste sono alcune delle parole con cui Beppe ha guidato il gruppo di volontarз alla conoscenza della sua storia da obiettore di coscienza al servizio militare. Parole che accomunano tutte le persone che il gruppo ha avuto la possibilità di ascoltare per la costruzione di questo percorso per scuole e che hanno permesso di renderlo più autentico nella sua proposta alle classi.

La proposta educativa

Il progetto SignorNò

Gruppo Gioberti e Convitto Umberto I

Così, si arriva ai contenuti della proposta educativa che è stata fatta alle diverse classi.

Il percorso educativo per ogni classe è stato pensato avvalendosi delle metodologie dell’educazione non formale. Pertanto, si è trattato di un percorso in cui la dimensione esperienziale ha giocato un ruolo fondamentale, senza però dimenticare il giusto equilibrio tra sapere, saper fare e saper essere.

Nello specifico, il tema dell’obiezione di coscienza è stato sviluppato e approfondito con ogni classe nel corso di tre incontri, ciascuno della durata di circa due ore. Tre momenti che sono stati pensati per guidare le classi, da uno sguardo rivolto al passato, con il primo incontro, necessario per gettare le basi sul tema, a  una prospettiva rivolta all’oggi, con una finale apertura verso il futuro, mediante il terzo incontro.

Il primo incontro, di inquadramento del tema, è stato sviluppato a partire da attività di riflessione sul tema dell’obbedienza e della disobbedienza civile verso figure carismatiche, leggi, istituzioni o autorità, in relazione al significato etimologico della parola “obiezione”, dal latino “gettare innanzi” “gettare contro”. In tal modo lə studentə sono statə guidatə a porsi delle domande sul tema della scelta: cosa spinge le persone a scegliere disobbedire? Come mai è così difficile questa scelta? Quali sono le variabili che intervengono? La pressione sociale? Il conformismo? La paura?

Poi, a partire da queste attività più esperienziali, si è introdotto il tema dell’obiezione di coscienza al servizio militari e nel contesto italiano, attraverso l’illustrazione delle date più significative, che dal 1949 (processo all’obiettore Pietro Pinna) arrivano fino ai giorni nostri, 2016-2017 (costituzione del Servizio Civile Universale). Così si è fornito alle classi un quadro generale del processo storico che è stato avviato proprio da quelle persone che hanno scelto di dire no, di disobbedire a una legge che ritenevano ingiusta, nonostante le pressioni delle autorità e di chi allora deteneva il potere.

Il secondo incontro si è concretizzato con il percorso a tappe nei luoghi dell’obiezione di coscienza al servizio militare, nella città di Torino. Tuttavia, al fine di rendere questo momento più interessante per le classi, il gruppo di giovani del CSSR ha pensato di guidare le classi attraverso una sorta di caccia al tesoro, in cui lз studentз di ogni classe, divisз in piccoli gruppi, sono statз invitatз a immedesimarsi in unə protagonista della storia dell’obiezione di coscienza torinese e sviluppare la storia dellə stessə, attraverso: quiz, rebus, ascolto di canzoni, letture di testi e piccoli momenti di riflessione.

Inoltre, a conclusione del percorso a tappe, si è ritagliato un momento, presso le sale del CSSR, in cui lз studentз hanno avuto la possibilità di dialogare e fare domande a uno dei personaggi in cui si erano immedesimati poco prima.

Il terzo e ultimo incontro è stato articolato con il fine di tirare le fila di quanto detto nei due incontri precedenti, ma anche con l’intento di stimolare lз studentз a una riflessione sull’oggi e sul domani.

Pertanto, si è cercato di guidare le classi in una riflessione sull’attualità del movimento dell’obiezione di coscienza al servizio militare, sugli insegnamenti che si possono trarre da questa storia, che è una storia di una minoranza. Per fare ciò, si è fatto lavorare le classi in piccoli gruppi, attraverso un’attività di apprendimento cooperativo, di lettura, rielaborazione e presentazione dei contenuti di alcuni testi, che riportavano le testimonianze e le storie di obiettori di coscienza nel mondo al giorno d’oggi.

I testi scelti riguardavano gli obiettori di paesi, quali: l’Ucraina, la Russia, la Turchia, la Finlandia e Israele. Un’attività, quest’ultima, che ha suscitato grande interesse nelle classi e considerazioni molto interessanti da parte dellз studentз. Considerazioni a cui si è collegato in tutte le classi un’attività finale di riflessione sul potere. Nello specifico, sul potere che ognuno di noi ha all’interno di società democratiche, attraverso il riferimento al pensiero di Brian Martin, autore del testo “La piramide rovesciata. Per sradicare la guerra”. In questo modo, con tutte le classi, si è chiuso il cerchio argomentativo, iniziato con la riflessione sull’obbedienza/disobbedienza civile, mediante un messaggio di speranza attiva, di cui lз studentз stessз sono statз lз protagonistз.

La risposta delle classi

Per concludere, nonostante lo scetticismo iniziale dellə studentə nei confronti dell’argomento apparentemente legato al passato, la risposta delle classi alle attività proposte è stata sempre positiva. Lз studentз si sono dimostratз interessatз, attentз, curiosз e coinvoltз nel corso dei diversi momenti d’incontro. Un risultato che sicuramente è stato favorito dal supporto e la collaborazione dellз docenti di tutte le classi, che hanno sempre accolto con interesse e coinvolgimento le proposte che venivano fatte dal gruppo di giovani educatrici e educatori del CSSR.

Ma soprattutto, come più volte ripetuto in questo resoconto, anche grazie al contributo delle persone che in prima persona hanno vissuto la storia dell’obiezione di coscienza al servizio militare sul territorio torinese, le quali hanno guidato sia gli educatori e le educatrici nella loro formazione, sia dialogato e ascoltato con interesse e curiosità le domande tra lə studentə delle diversi classi. Con la speranza che “l’avvoltoio continui a volare via”.

Un giorno nel mondo

finita fu l’ultima guerra,

il cupo cannone si tacque

e più non sparò,

e privo del tristo suo cibo dall’arida terra,

un branco di neri avvoltoi si levò.

Dove vola l’avvoltoio? avvoltoio vola via,

vola via dalla terra mia, che è la terra dell’amor.

Dove vola l’avvoltoio? (1958) di Italo Calvino, Cantacronache


 

1 commento
  1. angela
    angela dice:

    grazie carissim*, che peccato aver perso gli appuntamenti previsti con voi, a causa di un periodo un po’ difficile…Brav*, siete davvero una risorsa per il nostro centro.

    Rispondi

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.