Ucraina: 1 anno di guerra 30 anni di conflitto (prima parte)

Jan Oberg

Il solo riarmo necessario è intellettuale e morale – su ogni versante. Aldilà della Russia, le politiche NATO/EU si dimostreranno moralmente sbagliate, irrealistiche, pericolose e autodistruttive

Introduzione. Ucraina: 1 anno di guerra oltre a 30 anni di conflitto: troppo pensare erroneo

La concentrazione del mondo è sulla guerra. Il 24 febbraio, si compie un anno dacché la Russia lanciò la sua cosiddetta operazione militare speciale. Molto più importante è focalizzarsi sui conflitti soggiacenti – perché non esiste guerra o altra violenza senza cause alla radice.

Il focus sulla guerra, per definizione, non condurrà a una soluzione o a una pace più ampia, sostenibile  – è come sentire il dolore d’un paziente senza diagnosticarne l’origine non può mai portare alla guarigione.

A meno che ci si chieda qual è il problema, il conflitto, che sta fra le parti in conflitto – NATO e Russia, finirà con un’escalation finché uno dei belligeranti avrà l’impressione che la sola via d’uscita sia il tasto nucleare.

la politica internazionale è ancora così immature che la semplice distinzione fra la violenza e il conflitto pare troppo esigente intellettualmente per i decisori, i media e gran parte dei ricercatori.

Tuttavia, capire contribuirebbe a salvare il futuro dell’umanità. Ma il Complesso Militar-Industrial-Mediatico-Accademico (CMIMA), ovviamente prospera sull’insistenza sulla Guerra, le armi e sempre più sul – cieco – pensiero militarista.

Il conflitto ha circa 30 anni, e la guerra uno.

Checché possa pensare il lettore di Putin, della Russia, dell’invasione, dell’Ucraina etc., dovrebbe cessare l’infantile incolpare, demonizzare e proiettare ogni colpa su un lato un tale conflitto complesso, multilaterale, e basato sulla storia, perché è emozionalista e ostacola il plasmare una condotta razionale e prudente. E inoltre è pericoloso nelle sue conseguenze. Perciò è ora che l’Occidente  – USA/NATO e UE – facciano un po’ d’esame di coscienza e smettano di vivere negando la propria complicità nel conflitto e in questa terribile guerra. La falsità suprema sta nel pensare e credere che siccome la Russia ha fatto qualcosa di riprovevole, tutto quello che han fatto e fanno NATO/UE sia giusto.

Diversamente da una buona prassi accademica e i miei altri scritti, quest’articolo afferma solo punti e conclusioni, le cui argomentazioni si possono trovare nelle 200-300 pagine di analisi che ho scritto fin dal 2014. Molto si può trovare qui e qui.

Qui mi concentro sulle politiche NATO/UE e perché sono sbagliate e non riusciranno, il che non vuol dire che quelle russe siano giuste e riuscite. ma prima d’accusare altri ci si guardi. Il giorno dopo l’invasione me ne distanziai e feci anche sei predizioni – corrette, a quanto risulta.

Gli elementi psicopolitici di base della politica Occidentale verso la Russia

Le pietre portanti delle politiche dell’Occidente – NATO/UE – verso la Russia possono essere caratterizzate dai concetti psicopolitici seguenti:

Immaturità e banalizzazione – nel dare ogni colpa alla Russia in generale e a Putin in particolare (si può dire che anche Putin dà ogni colpa all’Occidente, ma ciò non serve all’UE e alla NATO – se non a renderci stupidi come pensiamo che sia lui).

Proiezioni psicopolitiche – quel che fa la Russia, i paesi NATO/UE l’han fatto essi stessi e per taluni aspetti anche ben peggio; e Putin è isterico quando si sente minacciato da noi, mentre noi siamo giustificati – lo siamo sempre stati – a sostenere che la Russia sia un’enorme minaccia e che l’Ucraina sia solo la prima di una serie di future aggressioni. In altre parole, sono proibiti studi comparativi e citazioni mediatiche  dell’aggressione e violazioni del diritto internazionale da parte di paesi NATO.  Giusto un esempio: il presidente Joe Biden, capo dell’unico impero globale odierno con oltre 600 basi in oltre 130 paesi e Massimo paese belligerante e autore di uccisioni di massa dal 1945, ha dichiarato il 24 febbraio 2022 che “Si è … sempre trattato di pura aggressione, del desiderio di Putin di un impero pur che sia, con qualsiasi mezzo necessario”.

Falsa innocenza – La NATO, per costituzione, non ha mai fatto né fa alcunché di riprovevole; è innocente. Il suo segretario generale Stoltenberg ha ripetutamente affermato che ‘la NATO non è parte nel conflitto’ ma anche, incoerentemente, che Putin non deve vincere perché allora ‘noi’ avremo perso). Le pagine home della NATO e dell’UE affermano falsamente che non siano mai state fatte a Gorbaciov le promesse estremamente ben documentate sulla non espansione [neppure] di ‘un dito’ della NATO.

la stessa falsa innocenza produce la bugia che sia cominciato tutto con l’annessione russa della Crimea o che l’invasione su vasta scala dell’Ucraina sia stata ‘non provocata.’ la parola rivela con chiarezza abbondante che la NATO sa di essersi comportata in modo provocatorio. L’unica storia rilevante è quella del conflitto – che iniziò alla fine della Guerra Fredda negli anni 1989-90. Il resto è simulazione, ignoranza opportunistica e pura propaganda.

Un esempio di politica dei simboli e dell’“inviare messaggi”

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen tiene un discorso durante un dibattito su ‘lo Stato dell’Unione Europea’ al Parlamento Europeo a Strasburgo, Francia, il 14 settembre 2022. “CC-BY-4.0: © European Union 2022– Source: EP”

Pensiero di gruppo – che comporta che un gruppo di decisori elitari si confermino reciprocamente, con Costanza e nel tempo, nell’avere fondamentalmente ragione e nel non poter essere sul percorso sbagliato; s’incontrano (da ultimo a Monaco) confermandosi l’un l’altro; i loro ministeri, presunti istituti d’analisi e think tank nonché i media mainstream sollevano quasi mai domande o critiche; ogni interpretazione ed informazione non identica a tale pensiero di gruppo viene respinta, il mondo è interpretato selettivamente e in conformità alla sua visione del mondo – e alla fine ci si convince del tutto di non poter aver torto e di prendere decisioni ingegnose e produttive che condurranno alla meta.

Nel caso in questione, l’obiettivo dichiarato USA/NATO è indebolire la Russia militarmente e danneggiarne l’economia al punto che non possa mai più fare qualcosa – un castigo per quel che ha fatto. Il pensiero di gruppo è pericoloso perché evita le verifiche con la realtà, conduce all’hybris, a decisioni fatalmente sbagliate, e finisce invariabilmente come i lemming in corsa verso la perdizione.

Hybris – o arroganza: in realtà, ‘noi’ siamo onnipotenti. Come ha dichiarato l’ex-segretario generale NATO Anders Fogh-Rasmussen: Putin sa che la “NATO spende dieci volte più di lui nel militare e che possiamo fargli uscire la merda a botte”. Eppure, paradossalmente, nessun leader occidentale pare sfiorato dall’idea che la NATO vincerà questa guerra grazie alla propaganda – coerente! – verso i propri cittadini che la Russia era una temibile minaccia da cui la NATO doveva difendersi. E questo da parte di una NATO con una spesa militare effettiva prima della guerra 12 volte maggiore, che pure è fallita da ‘deterrente’ per far sì che non avvenisse la guerra. E la NATO si è lanciata nel massimo riarmo di sempre per ‘difendersi’ con obiettivi del 2-4% del PIL speso/sprecato in ‘pianificazione bellica’, ‘sicurezza’ e ‘difesa‘. (Come se quello fosse un modo serio per determinare come far fronte a minacce percepite).

Militarismo – ogni ’soluzione’ citata riguarda azioni militari. Dobbiamo vincere sul campo di battaglia. Nessuno nei circoli NATO/UE sa come parole come pace, risoluzione del conflitto, mediazione, fare la pace, mantenere la pace, riconciliazione, dialogo, colloqui…

Ovviamente, si capisce implicitamente che il presidente Putin sia a un tale basso livello intellettuale e morale che l’unica cosa che capisce è che noi – i ragazzoni del cortile scolastico – gli spremiamo fuori quella merda a botte.

Purtroppo, l’unica cosa che oggi tiene insieme il mondo occidentale è il militarismo, vincere insieme sulla Russia. nessuna altra o più positiva causa ha avuto la stessa funzione rinsaldante. Il militarismo è divenuto  una religione, la NATO la sua chiesa – e solo degli infedeli contestano tale fede e l’esistenza di Dio. E si sa che Dio è sempre al ‘nostro’ fianco.

Guerreggiando ci si trova insieme e, in modi enigmatici, la propria vita può acquisire un nuovo significato sostitutivo un certo senso d’insignificanza riempiendo un vuoto esistenziale.

Onnipotenza – il mondo UE/NATO non alcun senso del limite. Sa combattere crisi economiche, riprendersi dopo gli anni di corona-virus, gestire i profughi, risolvere il cambiamento climatico, alleviare la povertà – e di’ tu – e può riarmarsi per miliardi su miliardi di dollari. Può –in particolare gli USA – ingaggiare una Guerra Fredda su tutto con la Cina – un’industria di accuse non documentate – e stampare qualunque quantità di biglietti verdi e ripagare i debiti, sistemare tutte le infrastrutture e altri problemi della società USA, competere e vincere nei campi della tecnologia avanzata.

La UE – che non ha composto [coerentemente] i propri atti e costruito una moderna infrastruttura di trasporto basata su una rete di treni ad alta velocità pan-europea – crede di poter sempre farlo in seguito.

Tutti questi paesi possono imporre sanzioni ad libitum – la malattia che io chiamo ‘sanzionite’ – credendo di venirne danneggiati essi stessi. E poi dovremo ovviamente ricostruire l’Ucraina dopo aver contribuito a distruggerla, adesso che ha combattuto così nobilmente per i ‘nostri’ valori.

Non siamo secondi a nessuno, e possiamo far tutto simultaneamente. Non c’è bisogno di stabilire priorità. Significativamente, tutte le decisioni si prendono su riflesso pavloviano: le sanzioni, cancellare la Russia in tutti gli altri campi, le decisioni di appartenenza alla NATO di Finlandia e Svezia senza analisi delle conseguenze a breve, medio e lungo periodo.  Tutti i principali decisori saranno in pensione o morti, lasciando ai nostri figli e nipoti di pagarne il prezzo vivendo in una Guerra Fredda, – in un’Europa e USA impoveriti, de sviluppati e infelici – tanto più quanto più dura la guerra.

Mancanza di consapevolezza mondiale – 80-85% dell’umanità vive in paesi i cui governi non parteggiano per il mondo NATO/UE. Che, se prima di prendere le proprie decisioni in reazione all’invasione russa, ha pensato che fossero atteggiamenti globali, ha preso un granchio himalayano – o ha pensato di poter poi fare i bulli con tutti costringendoli ad allinearsi al proprio seguito.  Questo è interessante anche perché la NATO ha non solo 30 membri, bensì 42 partner – anche in tutti i continenti – e cerca molto chiaramente di diventare gradualmente un’organizzazione globale anziché transatlantica.

Questa dimensione è brillantemente riassunta dalla dichiarazione razzista dell’Alto Rappresentante della Politica Estera e di Sicurezza della UE (e membro del Partito Socialista dei Lavoratori spagnolo), Josef Borell, verso fine 2022: “L’Europa è un giardino. Abbiamo costruito un giardino. Funziona tutto. È la miglior combinazione di libertà politica, prosperità economica e coesione sociale che l’umanità sia stata capace di costruire – le tre cose insieme. Il resto del mondo” ha proseguito “non è proprio un giardino, gran parte è una giungla, e la giungla potrebbe invadere il giardino”. (Dichiarazione all’apertura dell’Accademia Diplomatica (!) Europea a Bruges).

Il che conduce a:

Povertà intellettuale – Le politiche UE/NATO agiscono ora in base ad affermazioni semplificatorie di tipo Twitter, asserzioni, accuse non-documentate, linguaggio da marketing autolegittimante, slogan, promesse vacue ed emblemi, cravatte, vestiti giallo-blu simbolici – invece di analisi, argomentazioni e una comprensione complessa.  Seguire queste cose ogni giorno è quanto mai noioso, prevedibile e ripetitivo. Stoltenberg potrebbe entrare facilmente nel registro dei Primati Mondiali per la ripetizione banale. la consapevolezza o l’attenzione della politica è tutta concentrata su armamenti, reportage di guerra, guerra mediatica, ancora altre armi alla svelta in Ucraina – e ‘vinceremo’ e ‘la Russia non deve vincere’.

Le domande ovvie mai fatte sono: E poi? A quale costo per chi? E come saranno l‘Europa e il mondo poi – se esisteranno? Questi pensatori di gruppo non sembrano badarci. È proibita l’idea di chiedere: se è guerra, quali sono i conflitti soggiacenti? Quali sono i veri problemi, tangibili – un conflitto è un problema irrisolto – erti fra NATO e Russia, che hanno pesantemente contribuito alla successiva esplosione?

La povertà intellettuale giunge anche al credere, come pare, che la parola ‘Putin’ spieghi tutto. Sicché questo conflitto d’enorme complessità in accumulo e approfondimento fin dal crollo del Muro di Berlino e dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica e del Patto di Varsavia, viene ridotto a Putin – Il Male/Diavolo – alla sua personalità, infanzia, o a una sua malattia fisica o mentale, un uomo da non ascoltare che dirige un paese la cui gente noi puniamo collettivamente (contro il diritto internazionale, ma chi ci bada?).

[la povertà intellettuale] giunge inoltre al cancellare tutte le voci critiche e a chiamare chi è in grado di vedere due lati in un conflitto ‘putinisti’ o ‘intenditori di Putin’ – il trucco meschino d’inquadrare, d’attaccare il messaggero anziché dire qualcosa di intellettualmente qualificato.

Sono quindi nove mattoni psicopolitici in sinergia.

Le verifiche nella realtà sono molto improbabili almeno finché la crisi è sull’orlo di un fallimento completo. Questi mattoni da soli garantiscono, a mio parere, che non si è avviati ad andar bene e che è probabile che i dirigenti NATO/UE facciano sempre più grossi errori di calcolo campando su fissazioni. Le guerre tendono a restringere la mente alle persone. Non c’è spazio o tempo per riflettere, per fermarsi a pensare.

[Ucraina nella NATO? Piuttosto la NATO in Ucraina nei 30 anni scorsi. E la pace?].

Ucraina: 1 anno di guerra

Che significa vincere?

The usual, again intellectually deficient, argument is that’ we’ must and will, therefore, win, ‘they’ shall lose.

…  segue parte 2


TRANSCEND MEMBERS, 27 Feb 2023

Jan Oberg, Ph.D. | The Transnational – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

1 commento
  1. Eugenio
    Eugenio dice:

    Condivido l’analisi di Jan Oberg, ma ho da fare un appunto sul passaggio “La UE – che non ha composto [coerentemente] i propri atti e costruito una moderna infrastruttura di trasporto basata su una rete di treni ad alta velocità pan-europea – crede di poter sempre farlo in seguito.” Qui stigmatizza la presunzione della UE di poter costruire “in seguito” ciò che ha pianificato e non realizzato: non contesto la critica, che anzi condivido, ma il progetto in sè che fa parte di un piano a favore della mobilità militare. Un documento della Commissione europea datato 28 marzo 2018 individua un piano d’azione per facilitare la mobilità militare e l’11 dicembre 2018 il Parlamento europeo approva la Risoluzione sulla mobilità militare: «Il Parlamento […] ritiene che qualsiasi contributo […] per la mobilità militare dovrebbe dare priorità, ove possibile, ai progetti multimodali, in quanto offrono le maggiori opportunità di duplice uso, nonché ai progetti transfrontalieri, poiché contribuiscono a ovviare ai collegamenti mancanti e alle strozzature esistenti, che oggi costituiscono i principali ostacoli fisici a una mobilità rapida e senza interruzioni, sia per i civili che per il trasferimento di truppe e di attrezzature militari pesanti».

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