Esperienze di verità. L’esempio dei grandi per orientarsi nel mondo
Alberto Bosi, Esperienze di verità. L’esempio dei grandi per orientarsi nel mondo, Gabrielli Editori, San Pietro in Cariano 2022, pp. 258, € 18,00
Persone vere
Questo libro è bello. L’unico suo difetto è che dei quindici “grandi” qui presentati, una sola è donna, ma è nientemeno che Simone Weil, presentata per prima. Il libro è bello perché raccoglie medaglioni intelligenti, semplici e documentati (fino a venti pagine ciascuno), di figure della vita e della cultura, da Oriente ad Occidente, comparse nel Novecento (salvo i tre del Seicento), capaci davvero di “orientare” la nostra vita nel mondo attuale.
L’elenco di questi maestri, scelti dall’Autore in modo personale e saggio, è ben indicativo di un itinerario spirituale: S. Weil, Bonhoeffer, Krishnamurti, Gandhi, Lanza del Vasto, Panikkar, don Milani, Tolstoj, Thoreau, Schweitzer, Buber, G. Steiner, R. Williams, G. Fox, W. Penn. Rinvio il lettore a ogni ritratto e preferisco indicare alcune idee dalla bella Introduzione di 30 pagine. Ma anzitutto segnalo l’esergo tratto da Simone Weil: non si tratta tanto di biografie, sempre limitate, o di teorie, pur considerate, ma dell’opera di ciascuno in cui appare il “mistero” personale di valore umano, vitale.
Di ciascuno si colgono i suoi “esperimenti con la verità” (l’espressione è di Gandhi): non sforzi intellettuali ma momenti di “illuminazione”, incontrati in vite dense di “attesa”, che vivono una “presa di coscienza”. Verità che rendono aperte e creative queste vite, comunicanti, come veri maestri. Sono figure in cui spesso compare il tema della pace e della nonviolenza: ricerca di quella verità che aiuta l’umanità ad uscire dal circolo vizioso violenza su violenza. Tutti questi personaggi rivelano una spiritualità, una dimensione interiore e una disponibilità all’altro e al trascendente, in ampiezza e in profondità. Non propongono verità teoriche, ma esperienze di verità, come dice il titolo. Tutti partecipano ad una spiritualità universale, in cui le singole religioni o culture possono comunicare. Spirito è un vento che viene, per chi si accorge che c’è altro, oltre. Verità è la forza vitale.
Il libro viene presentato al Centro Studi Sereno Regis lunedì prossimo, 30 gennaio 2023 alle ore 17.30 in sala Gandhi
L’idea centrale del libro è cogliere in quelle vite quel “realismo di un’utopia” che può muovere verso un futuro umano più giusto, più libero e buono. Questi maestri parlano a noi occidentali, presi nella multipla crisi della religione-del-progresso, della ragione, dell’esistenza minacciata. Sono maestri impegnati a superare l’angoscia dell’assenza di senso. Riflettono sul problema del rapporto tra potere, umanità, violenza, e sulla natura del potere. Sono modelli eroici? Forse anche, ma di quella eroicità accessibile, partecipabile, che è l’autenticità umana continuamente cercata. In questo senso sono persone “vere”, nella loro particolarità umana, personale, temporale. Persone di coscienza, consapevoli, quindi anche di coraggio, che è fortezza.
Questi grandi non sono i conquistatori che fanno fracasso nella storia, con un codazzo di morti e di dolore, ma sono quegli “eroi dello spirito” che ognuno di noi può essere, senza doti eccezionali, «purché desideri la verità e faccia un continuo sforzo di attenzione per raggiungerla» (Simone Weil). L’attenzione non è tendere i muscoli, ma un’apertura nella quale la verità possa manifestarsi. In questo senso questi grandi sono modelli. «Quando vedo la grandezza e me la rendo familiare, posso venire a me stesso» (Karl Jaspers).
Alcuni temi molto importanti per noi sono affrontati da questi personaggi: il rapporto tra Oriente e Occidente, una complessa circolarità oggi aperta; e così il potere, la violenza, la nonviolenza, un “varco” che oggi decide della storia, come vedeva Capitini. Il “male radicale” è oggi la violenza o, di più, la menzogna? Allora la guerra è il funerale della verità più ancora che della giustizia, tanto che chi dice la verità non amputata, in guerra è un traditore. Oggi siamo di fatto interdipendenti, ma il punto è diventare capaci di essere conviventi e differenti: questo è l’obiettivo della pace.
Il problema che incombe su di noi, della sostenibilità non solo ecologica, ma antropologica, cioè il matrimonio indissolubile tra uomo e natura, è stato impostato dalla scuola di Gandhi e di Lanza del Vasto in modo sapiente per la nostra difficile e delicata transizione dallo spreco distruttivo a un abitare la natura giusto per tutti e duraturo per i nostri discendenti, a cui siamo debitori.
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