Rompere il silenzio sulla situazione del Congo

Gianni D'Elia

Da più parti, prima di tutto da cittadini Congolesi della diaspora o che vivono ancora in Congo, da Associazioni e ONG attive in quella nazione africana e da personalità come padre Alex Zanotelli,  arriva l’invito a rompere il silenzio sulla situazione del Congo. Ancora recentemente l’occasione per dare voce al Congo, da parte di Zanotelli, è nata dalla  visita a Napoli del noto ginecologo Denis Mukwege, premio Nobel per la pace che ha raccontato la drammatica situazione in cui vive il suo popolo.

“In Congo – dice Zanotelli sul Fatto Quotidiano di qualche giorno fa – c’è una guerra che dura da sessant’anni e ha già fatto dodici milioni di morti. E tutto questo per l’immensa ricchezza mineraria di questo Stato che è diventata la sua maledizione. In quel Paese, infatti, ci sono i minerali essenziali per l’high-tech come il coltan (80% della produzione mondiale), il cobalto, il litio, (e molti altri) che sono elementi fondamentali per i nostri telefonini, per le pile elettriche delle nostre auto. Tutti questi minerali, frutto, spesso, del lavoro dei bambini, non passano per Kinshasa, la capitale del Congo, ma vengono trasferiti illegalmente in Uganda e in Rwanda, per entrare poi nel circuito internazionale. A guadagnarci sono soprattutto l’Occidente e le multinazionali, ma a perderci è il Congo, classificato come il terzo Paese più povero del mondo”.

Oggi il Rwanda sta facendo guerra al Congo per annettere le confinanti province dell’Ituri e del Nord Kivu, ricche di questi minerali. Lo fa tramite il Movimento 23 marzo che sta avanzando verso Goma, il capoluogo del Nord- Est. A fronteggiare questa spaventosa situazione ci sono l’esercito congolese e la missione Onu per la stabilizzazione del Congo. Non solo, ora anche il Kenya ha inviato, in nome della comunità dell’Africa Orientale, novecento soldati keniani. Tutto questo ha indotto mezzo milione di congolesi a fuggire nei Paesi vicini e sei milioni a cercare rifugio in altre parti del Congo.

In questo contesto si situa l’imminente viaggio apostolico di Papa Francesco in Congo e nel Sud Sudan, rimandato lo scorso anno per i problemi al ginocchio.

Come Centro Studi Sereno Regis e Mir-Mn ci siamo uniti alla marcia “Restiamo Umani” di qualche anno fa proposta anche a Torino, dall’attivista dei diritti umani congolese, John Mpaliza.

Rompere il silenzio sulla situazione del Congo

John Mpaliza al Sereno Regis – Foto di Enzo Gargano

Ora, John Mpaliza e una vasta rete di Associazioni hanno deciso di provare ad agire partendo subito con una conferenza stampa il 25 gennaio alle 12 presso la Federazione Nazionale Stampa Italiana.

Chiediamo di leggere la lettera che segue e di aderire se si è Associazione o rete/coordinamento.

Si troverà nella lettera, un link a un modulo semplicissimo per l’adesione.

È questo un modo concreto di aiutare a rompere il silenzio ed iniziare a dare ascolto e attenzione alla situazione drammatica di quel paese. Noi dal canto nostro, proveremo a seguire gli eventi e ad informare raccogliendo le iniziative che seguiranno e dando voce ad attivisti e giornalisti attenti alla sempre drammatica situazione africana, e congolese in questo particolare momento.


La lettera

A quando la pace in Congo?

Cari amici, care amiche (associazioni e personalita? fisiche),
vi invitiamo ad aderire ad un’iniziativa che crediamo possa interessarvi.

Siamo circa una quarantina di persone, la maggior parte di noi in rappresentanza di uno o piu? enti della societa? civile, associazioni, comitati, gruppi.

Stiamo organizzando una conferenza stampa in corrispondenza del prossimo viaggio di Papa Francesco in Africa, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).

Abbiamo scritto una lettera che faremo pervenire al Papa. Il 25 gennaio, mercoledi?, alle ore 12, abbiamo programmato la conferenza a Roma, nella sede della Federazione Nazionale Stampa in corso Vittorio Emanuele II, n. 349.

L’obiettivo e? attirare l’attenzione dei media che seguiranno il Papa (e degli altri) sulla guerra che sta devastando le regioni dell’est del paese e di cui nessuno parla, ma che ha ostacolato la visita di Papa Francesco alla martoriata citta? di Goma, capoluogo della provincia del Nord-Kivu.

Un proverbio africano dice che «Quando gli elefanti si battono quella che soffre e? l’erba ». Il silenzio assordante che circonda questa guerra forse e? dovuto al coinvolgimento indiretto dei nostri paesi, Europa, America, mondo arricchito (noi siamo gli elefanti).
Tutto ruota attorno agli interessi di molti per le grandi risorse naturali di quel lembo di terra e alla volonta? di appropriarsene a scapito dei legittimi proprietari della terra, la gente, l’erba del proverbio.

Oltre a richiamare l’attenzione sulla cronaca chiederemo una via al disarmo della regione senza aggiungere altra violenza e informeremo sul Regolamento europeo per il controllo dell’importazione di 4 minerali indispensabili all’alta tecnologia. Il Regolamento e? attuativo da gennaio 2021 e potremmo richiedere modifiche migliorative ai fini della fine del conflitto. Siamo convinti che sia necessario cogliere le cause strutturali di questa guerra in cui il mondo occidentale e i paesi arricchiti ne sono coinvolti .

Speriamo di avervi con noi, firmatari con il collettivo di enti che invierà il comunicato stampa.
Vi informeremo in tempo reale di ciò che faremo e vi chiediamo di diffondere nelle vostre realtà locali l’iniziativa, di comunicarla soprattutto ai media, stampa, tv, radio, web, con cui siete in contatto.

In attesa di un vostro riscontro positivo siamo a disposizione per inviarvi, non appena pronto, il comunicato stampa da distribuire ai vostri contatti.

Aderisci come associazione/coordinamento

 


Per il collettivo

Don Tonio Dell’Olio – proCivitate Cristiana di Assisi,

Padre Giovanni Pimatti – missionario mnel kivu da oltre 50 anni,

Pierre Kabeza, John Mpaliza, Micheline Mwendike – attivisti congolesi in Italia

Marina Piccone – giornalista


 

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