Paesaggi Interculturali Nella Terra Di Mezzo

Paesaggi interculturali nella terra di mezzo. Esperienze per una società plurale

Gianni D'Elia

Adel Jabbar, Giusy Diquattro e Gianluca Gabrielli (a cura di), Paesaggi interculturali nella terra di mezzo. Esperienze per una società plurale, Kanaga, Arcore (MB) 2022, pp. 231, € 18,00

Paesaggi interculturali nella terra di mezzo

La copertina del libro

Quali paesaggi si presentano ai nostri occhi in relazione all’incontro tra culture differenti?

Quali vedute si aprono affacciandoci alle nostre finestre: di casa, di lavoro, di informazione, di vita quotidiana… dai movimenti di persone che migrano dai loro paesi di origine e arrivano da noi?

Sarebbe facile ed evidente, basandosi sulle notizie diffuse dai media di sistema, sostenere che quando parliamo di intercultura, di migrazione, di incontro con l’Altro, siamo ancora di fronte a stereotipi, barriere, concetti ammuffiti, statici, ad uso e consumo di chi immagina e lavora per società chiuse e identitarie.

Raramente emergono le persone in carne e ossa, con il loro bagaglio di vita, in cerca, da che mondo è mondo, di nuove sistemazioni, di nuovi approdi di vita più umana, in percorsi di sola andata o di andata e ritorno o, ancora, di continua oscillazione tra i porti di partenza e i porti di arrivo.

Come non rimanere impressionati ancora oggi dalle migrazioni forzate per crisi climatiche, per guerre, per fame… e ancora stupirsi che ci sia gente disposta a rischiare la vita per stare meglio o provare a stare meglio, in questo pianeta ancora tanto disuguale.

Ma come, ti bombardano la città in cui vivi, il tuo paese ribolle per mancanza d’acqua e carestie e pensi a spostarti? Ma come osi cercare nuovi paesaggi e arrivare da noi?

Eppure come società occidentali o del nord, chiamiamole come vogliamo, quello che facciamo è di ostacolare, di rendere difficili i passaggi, gli sbarchi, gli attraversamenti di valichi o rendere più difficoltosa la partecipazione a scuola dei bambini di immigrati ancora irregolari, come proposto recentemente a Roma, dall’opposizione al governo della città.

Come non vedere che è sempre in atto, da che è mondo è mondo, un conflitto fra chi pensa ai movimenti tra persone come a un fatto complesso, ma naturale e da governare (e che mette in atto mille forme diverse di resistenza, di accoglienza, di inclusione) e chi invece vuole chiudere le società alle contaminazioni, agli incontri/scontri tra culture.

Il libro Paesaggi interculturali nella terra di mezzo, scritto da diversi autori e curato da Adel Jabbar, Giusy Diquattro e Gianluca Gabrielli, ha il grande pregio di presentare paesaggi dinamici, mutevoli, concreti così come sono dinamici, mutevoli e concreti i fenomeni migratori. Tante forme diverse di resistenza, accoglienza, inclusione che nei nostri territori vengono attivate per stare nella terra di mezzo. Tutti i saggi di questo libro, da quelli che offrono chiavi più interpretative dei fenomeni a quelli che presentano esperienze concrete, sono altrettante possibili terre di mezzo.

La terra di mezzo a me piace pensare che sia quel luogo reale: un’aula scolastica, un posto di lavoro, una strada, un negozio, un quartiere… dove le persone si attivano perché diventino luoghi di più emancipazione, di più incontro, di tentativo di dialogo, di ricerca di strategie per vivere in modo più comunitario e così superare l’IO ma anche il NOI e il LORO.

La terra di mezzo mi piace pensare che sia quel luogo reale dove si incrociano i bisogni materiali delle persone, dove si cerca di attenuare, e se possibile superare, le disuguaglianze sociali che producono esclusione, dispersione scolastica e precarietà, attraverso pratiche sociali e politiche. Ma la terra di mezzo, in questo senso, è anche quel luogo dove si incrociano pure i bisogni spirituali e relazionali, e cioè dove gli uomini e le donne provano a guardarsi negli occhi e a riconoscersi come simili, pur nelle differenze.

In particolare, e per soli titoli, in questo libro si possono trovare esperienze di mediazione culturale e quelle di operatori sociali, esperienze innovative di pratiche interculturali a scuola, frammenti di storie di vita raccolta con le metodologie autobiografiche, un racconto di percorsi decoloniali nelle città di Padova e Bologna. Alcuni saggi provano a rimettere in discussione i concetti di identità e di razza, emergono le sfide sui temi del riconoscimento e della partecipazione che i paesi di arrivo dovrebbero mettere in atto in chiave emancipante e una rilettura della Costituzione in chiave interculturale. Forti le voci di donne, figli di seconda generazione e i loro genitori.

Molto spazio viene dato alla scuola perché come dice Marco Aime nella Prefazione:

«La scuola può gettare le fondamenta di un nuovo domani, ma dobbiamo essere attenti a costruire muri con molte porte e finestre aperte. L’aria viziata degli spazi chiusi, porta malattie e morte».

https://serenoregis.org/evento/presentazione-del-libro-paesaggi-interculturali-nella-terra-di-mezzo/


 

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