Se non chiedereste a Hannibal Lecter di smettere le atrocità di massa, non chiedetelo alla “comunità internazionale”

Ann Garrison

La speranza che gli U.S.A intervengano ovunque al mondo per ragioni d’intervento umanitario è malposta quanto mai. Le asserzioni di preoccupazione sono sempre un espediente che cela motivi ulteriori. Le azioni imperialiste sono antitetiche ai bisogni umani: se non chiedereste a Hannibal Lecter di smettere le atrocità di massa, non chiedetelo alla “comunità internazionale”

Hannibal Lecter e le atrocità di massa

In quanto una che passa molto tempo a studiare i conflitti africani, assisto sovente a discussioni – e mi ci trovo tirata dentro – con gruppi che esigono che “la comunità internazionale” faccia qualcosa per fermare un genocidio e atrocità di massa nel proprio paese.

Ovviamente sono ben d’accordo con qualunque comunità sotto attacco a causa della propria identità razziale, etnica, di clan, nazionale, di classe, o politica, ma perché qualcuno in Africa o altrove nel Sud Globale dovrebbe aspettarsi che “la comunità internazionale” — intendendo l’Occidente a dominazione USA — fermi un genocidio e atrocità di massa?  Gli USA hanno sganciato [una! >>] due bombe nucleari sul Giappone pur se gli Alleati avevano già vinto la Seconda guerra mondiale nel Pacifico, trasformato Corea e Vietnam in graticole umane durante gli anni ’50 e ‘60, e rovesciato o tentato di rovesciare 47 governi fra il 1949 e il 2014. Secondo il progetto Costi della guerra dell’università Brown, la loro Guerra al Terrore post-11-settembre ha ucciso oltre 900.000 persone, è costata 8 trilioni di dollari, e ha creato 38 milioni di profughi e sfollati interni.

Durante un dibattito presidenziale del 2009, pur continuando a montare il tribute della Guerra al Terror(ismo)e, il conduttore del notiziario NBC Tom Brokaw creò un sobbalzo momentaneo particolarmente violento chiedendo a Barack Obama se gli USA dovessero intervenire a scopo umanitario “anche quando non fossero in gioco nostri interessi di sicurezza”.  Obama assurse al compito imperiale, facendo largo a una politica estera per “fermare un genocidio e atrocità di massa” che sostituì allora la Guerra al come pretesto principale per commettere genocidio e atrocità di massa durante la sua presidenza:

Beh, possiamo anche non avere sempre in gioco temi di sicurezza nazionale, ma abbiamo in gioco temi morali.

Se fossimo potuti intervenire efficacemente nell’Olocausto, chi fra noi direbbe che avevamo un obbligo morale di non intervenire?

Se avessimo potuto fermare il [genocidio in] Rwanda, di sicuro, se ne avessimo avuto la capacità, sarebbe stato qualcosa da considerare intensamente e agire.

Così quando sta succedendo un genocidio, una pulizia etnica da qualche parte nel mondo e noi ce ne stessimo inerti, ciò ci svilirebbe”.


Per il vero ruolo USA nel genocidio Rwandese, si veda “Rwanda and the New Scramble for Africa, from Tragedy to Useful Imperial Fiction” [Il Rwanda e il nuovo parapiglia per l’Africa, dalla tragedia all’utile finzione imperiale], “How Paul Kagame Deliberately Sacrificed the Tutsis” [Come Paul Kagame sacrificò deliberatamente i tutsi],  “In Praise of Blood: Crimes of the Rwandan Patriotic Front” [A lode del sangue: crimini del Fronte Patriotico Rwandese ], “Post-Genocide Rwandan Refugees: Why They Refuse to Return ‘Home’: Myths and Realities” [Profughi rwandesi post-genocidio: perché rifiutano di tornare a casa], e “Dying to Live: A Rwandan Family’s Five-Year Flight Across the Congo” [Morire per vivere: la fuga da cinque anni per il Congo di una famiglia rwandese])


Nel 2010, poco dopo l’entrata in servizio, Obama adempì la sua promessa orwelliana creando l’Ufficio di Prevenzione delle Atrocità.

Nel 2011, gli USA e loro alleati distrussero la Libia, la nazione più prospera del continente africano, in nome del fermare un genocidio e atrocità di massa, poi cominciarono a rubarle il petrolio. nel 2014, gli USA e loro alleati cominciarono a bombardare la Siria e sostenerei jihadisti in nome del fermare un genocidio e atrocità di massa, poi cominciarono a rubarle il petrolio.

L’Africa ha petrolio da spillare in abbondanza come ogni altra risorsa di cui il mondo industriale abbia bisogno, quindi presenta abbondanti opportunità di bombardamento, sanzionamento, strangolamento debitorio, nonché di altre modalità di costrizione di nazioni sovrane alla sottomissione, il tutto in nome del fermare un genocidio e atrocità di massa, per poi rubar loro qualunque cosa abbiano.  O per minare qualunque nazione/i che osi(no) alzare la testa con indipendenza, come fecero l’Etiopia, l’Eritrea e la Somalia nel 2018, allorché il primo ministro etiope Abiy Ahmed, il presidente eritreo Isaias Afwerki e l’allora presidente somalo Mohammed Abdullahi Mohammed, altrimenti noto come Farmaajo, firmarono un accordo per cooperare nel commercio, nella sicurezza e in tematiche culturali, l’Alleanza Tripartita più formalmente nota come Joint Declaration on Comprehensive Cooperation Between Ethiopia, Somalia and Eritrea.

Da oltre due anni gli USA e loro alleati e relativa stampa gridano al “genocidio nel Tigray!” per giustificare il proprio sostegno al Fronte Popolare di Liberazione del Tigray, sperando di rovesciare il governo eletto del primo ministro Abiy Ahmed, conficcando un cuneo fra Etiopia ed Eritrea, e facendo saltare l’Alleanza Tripartita.

Il 10 luglio 2021, il Globe and Mail, un’agenzia statale di sicurezza canadese, accusò i soldati somali di commettere atrocità in Tigray deprecando al tempo stesso che l’Alleanza Tripartita indebolisse l’influenza occidentale:

Descrizioni di atrocità di soldati somali nella guerra del Tigray etiope gettano luce su un’alleanza militare emergente che ha riplasmato il Corno d’Africa indebolendo l’influenza occidentale in una regione strategicamente importante.  Il Globe and Mail ha ottenuto resoconti da testimoni oculari di massacri da parte delle truppe somale presenti con forze eritree in Tigray nei primi mesi di guerra. Le nuove prove sollevano domande allarmanti su un’alleanza militare segreta fra Etiopia, Eritrea e Somalia che ha inflitto morte e distruzione alla regione ribelle del Tigray nell’Etiopia settentrionale”.

Con l’aiuto di Ilhan Omar, gli USA han fatto in modo di far mandar via dal potere almeno per ora Farmaajo, sostituendolo con l’ossequioso presidente Hassan Sheikh Mohammed, che ha approvato il reingresso di truppe USA into Somalia , operazioni d’Esplorazione Costiera a base USA, la continuazione di EU NAVFOR, schieramento navale dell’Unione Europea, anch’esso al largo della costa somala, e l’estensione della Missione di Transizione dell’Unione Africana in Somalia (ATMIS) , forza di peacekeeping a comando USA già nota come AMISOM, incapace di stabilre la pace in Somalia dalla sua creazione nel 2007.

Gli USA e i suoi alleati non hanno alcun onesto interesse nel fermare genocide e atrocità di massa in Africa, e la loro paternalistica premessa fondamentale—che l’Occidente deve fermare i selvaggi africani dal massacrarsi reciprocamente—è razzista fino al midollo.


TRANSCEND MEMBERS, 9 Jan 2023 | Ann Garrison | Black Agenda Report – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


 

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