Lasciare annegare le persone

Brett Wilkins

La repressione dei salvataggi dei migranti da parte del governo di estrema destra italiano viene criticata come “invito a lasciare annegare le persone”. “Negli ultimi anni abbiamo cercato di riempire il vuoto lasciato dall’assenza di un sistema di soccorso statale”, ha dichiarato Medici Senza Frontiere Italia, “ma se rendono il compito più difficile, se non impossibile, chi salverà le vite?”.

Lasciare annegare le persone

Foto di Sara Prestianni, Noborder Network da Flickr (CC BY 2.0)


Giovedì 29 dicembre i difensori dei diritti umani hanno condannato un decreto del governo di estrema destra italiano che limita le operazioni delle navi di salvataggio dei migranti, avvertendo che le nuove restrizioni si aggiungeranno a un numero di morti tra i rifugiati che è già di decine di migliaia.

Il decreto di fine anno emanato il 28 dicembre dal primo ministro italiano Giorgia Meloni e dal suo gabinetto neofascista Fratelli d’Italia obbliga le navi a dirigersi immediatamente verso un porto assegnato dopo un salvataggio, invece di prestare soccorso ad altre imbarcazioni in difficoltà, come avviene comunemente. I critici sostengono che le navi umanitarie saranno assegnate a porti lontani per tenerle lontane dalla zona di salvataggio il più a lungo possibile.

“Immaginate un incidente stradale con molti feriti e le ambulanze costrette a portarli negli ospedali di un’altra regione. A un certo punto non ci saranno più ambulanze disponibili”.

Secondo le nuove regole, i migranti devono anche dichiarare, mentre sono a bordo di una nave di soccorso, se desiderano chiedere asilo e, in caso affermativo, in quale Paese dell’Unione Europea.

I capitani delle navi civili che violano le regole rischiano multe fino a 50.000 euro (53.500 dollari) e la confisca e il sequestro delle loro navi.

“Con le nuove regole imposte dal governo italiano alle navi delle ONG, saremo costretti a lasciare sguarnite le aree di soccorso nel Mediterraneo, con un inevitabile aumento del numero di morti”, ha dichiarato Medici Senza Frontiere Italia in un comunicato. “Immaginate un incidente stradale con molti feriti e le ambulanze costrette a portarli negli ospedali di un’altra regione. A un certo punto non ci saranno più ambulanze disponibili”.

 

“Negli ultimi anni abbiamo cercato di riempire il vuoto lasciato dall’assenza di un sistema di aiuti statali”, ha osservato il gruppo, “ma se rendono il compito più difficile, se non impossibile, chi salverà delle vite?”.

L’ONG ha proseguito:

I capitani e gli equipaggi delle navi si troveranno di fronte a un dilemma etico, tra il dovere di prestare soccorso secondo la legge del mare e quello di rispettare le regole dirigendosi in porto dopo aver effettuato il primo salvataggio. E pensare che fino al 2017, quando il nostro aiuto era considerato prezioso e c’era un meccanismo di salvataggio collaudato, spesso era la Guardia Costiera [italiana] a chiederci di restare in mare un giorno in più per coprire una zona e sopperire alla loro mancanza di mezzi.

Oliver Kulikowski, portavoce del gruppo di salvataggio Sea-Watch con sede a Berlino, ha dichiarato in un comunicato che “il nuovo decreto del governo italiano è un invito a lasciare annegare le persone”.

“Costringere le navi a entrare in porto viola l’obbligo di salvataggio nel caso in cui ci siano altre persone in difficoltà in mare”, ha aggiunto. “Ci opporremo anche a questo tentativo di criminalizzare il soccorso civile in mare e di privare le persone in movimento dei loro diritti”.

“L’assegnazione di porti lontani, motivata politicamente, mette in pericolo la salute delle persone soccorse e ha lo scopo di tenere le navi di soccorso fuori dal Mediterraneo il più a lungo possibile”.

La coordinatrice medica di Sea-Watch, Hendrike Förster, ha affermato che “l’assegnazione politicamente motivata di porti lontani mette in pericolo la salute delle persone soccorse e mira a tenere le navi di soccorso fuori dal Mediterraneo il più a lungo possibile”.

“Il governo italiano si rende così direttamente responsabile delle conseguenze sulla salute a bordo delle navi di soccorso”, ha aggiunto Förster.

Da quando è stata eletta tre mesi fa su una piattaforma xenofoba e anti-migranti, la Meloni e il suo governo hanno dato un giro di vite alle attività delle navi di soccorso, sostenendo che i gruppi umanitari favoriscono, se non collaborano, con i trafficanti di esseri umani.

A 48 ore dall’insediamento, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha emanato una direttiva che vieta a due navi di soccorso, Humanity 1 e Ocean Viking, di entrare nei porti italiani. A novembre, la Humanity 1 le autorità autorizzavano l’attracco a Catania, in Sicilia.

Dopo essersi vista negare il permesso di sbarcare in Italia, la Ocean Viking, gestita dal gruppo SOS Méditerranée, è salpata alla volta della Francia, dove, nel corso di una disputa diplomatica tra i due Paesi, oltre 200 migranti sono stati autorizzati a sbarcare dopo settimane in mare.

La Ocean Viking è tornata in Italia con altri 113 migranti salvati a bordo ed è costretta a percorrere 900 miglia nautiche intorno allo “stivale” dell’Italia fino a Ravenna, sulla costa adriatica nel nord-est del Paese.

Il Ministero dell’Interno italiano afferma che quest’anno sono sbarcati in Italia circa 102.000 richiedenti asilo, in aumento rispetto ai circa 66.500 del 2021. Nel 2016, la cifra era di 181.000. I migranti, che spesso intraprendono il pericoloso viaggio dal Nord Africa su gommoni o su sgangherate barche da pesca in legno, fuggono da guerre e altri conflitti armati, dall’emergenza climatica, dalla fame e dalle privazioni economiche nei loro Paesi d’origine.

Secondo l’Ufficio internazionale per le migrazioni (OIM), quest’anno più di 2.000 migranti sono morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. Dall’inizio della registrazione nel 2014, l’OIM afferma che oltre 25.000 migranti sono scomparsi durante la traversata del mare.

Le organizzazioni di soccorso dei migranti sono da anni oggetto di sorveglianza e infiltrazione da parte del governo italiano. A seguito di un’operazione sotto copertura, basata almeno in parte sulla teoria del complotto secondo cui i gruppi di soccorso sarebbero finanziati da “élite globaliste” in combutta con i trafficanti libici, quattro membri della ONG tedesca Jugend Rettet sono stati arrestati e sono sotto processo in Sicilia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Gli attivisti – che negano le accuse – rischiano fino a 20 anni di carcere se condannati.

Ventuno persone in totale – tra cui gli equipaggi della nave di salvataggio Iuventa della Jugend Rettet e membri di gruppi come Sea-Watch, Save the Children e Medici senza frontiere – sono accusate di aver colluso con i trafficanti di esseri umani per portare i migranti in Italia nel 2016 e nel 2017.

Jugend Rettet afferma che l’equipaggio di Iuventa ha salvato 2.000 persone solo nell’estate del 2016.

“Invece di accusare i soccorritori marittimi per aver salvato delle vite, i politici italiani ed europei dovrebbero essere accusati di crimini contro l’umanità”, ha dichiarato l’anno scorso un avvocato degli imputati a Open Democracy. “È davvero il mondo alla rovescia, e noi lo sistemeremo”.


Fonte: Common Dreams, 30 dicembre 2022

http://www.commondreams.org/news/meloni-crackdown-ngo

Traduzione di Enzo Gargano per il Centro Studi Sereno Regis


 

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