Per i diritti del popolo palestinese

Noah Salameh

La situazione in Palestina si sta aggravando, anche in seguito al nuovo governo israeliano che con la sua politica allontana sempre di più le prospettive di pace. Riceviamo nel merito la testimonianza per i diritti del popolo palestinese di Noah Salameh, attivista nonviolento, che pubblichiamo, insieme alla campagna di iniziativa cittadini europei “stopsettlements”, invitando a firmare entro il 20 febbraio 2023.

Cari amici,

Da molto tempo non ho scritto di politica sperando che qualcosa potesse cambiare in meglio, soprattutto in Palestina, in quella che viene chiamata Terra Santa o Medio Oriente, dove il conflitto dura da decenni senza sosta. Ma gli eventi di quest’anno che si concluderà entro poche ore mi costringono a riflettere su cosa sta succedendo in questo Paese in cui vivo senza riconoscimento e senza i diritti riconosciuti agli altri popoli del mondo, perché sono nato in una tenda in un campo profughi e continuo a chiedermi perché Dio o chi per lui ha scelto il mio Paese per plasmare questo conflitto creato e sostenuto dalle potenze coloniali, in particolare dal colonialismo britannico che non si è mai scusato per i suoi crimini contro molti popoli del mondo.

Poiché sostengo di essere un attivista per la pace che ha trascorso più di due decenni nel dialogo e nell’insegnamento della pace e della nonviolenza, mi sento deluso dagli scarsi risultati di tutti questi sforzi. Anche se non lavoro in politica, sono un appassionato raccoglitore di notizie da tutte le fonti; oggi ho letto un interessante articolo sul nuovo governo israeliano che ha giurato due giorni fa (29 dicembre 2022, Ndr), mi sento preoccupato e angosciato per il nuovo anno e per dove ci porterà. Per le persone che non hanno idea dei personaggi del nuovo governo, come Itamar Ben-Gvir, Avi Moaz, Bezalel Smotriech, considerino che la loro investitura ha fatto in modo che anche israeliani moderati, come ad esempio Zvi Bar’l, siano arrivati a scrivere su Haaretz “Il sionismo è razzismo”, perché Bare’l valuta con chiarezza le azioni del nuovo governo israeliano e il suo palese tentativo di legalizzare l’odio. Pensa che il sionismo non fosse razzismo in passato, ma che ora lo sia diventato.

Per me, che sono un testimone degli eventi da quando sono nato nel 1952, non sono le parole ad essere importanti, ma le azioni che si compiono sul terreno: Israele sta confiscando le terre palestinesi da quando il colonialismo britannico lo ha autorizzato in diversi modi a commettere abusi, per esempio affermando che i coloni le hanno ereditate dagli inglesi. Ma sotto questo nuovo governo non lo si nasconde né lo si fa gradualmente come in passato. Questo programma di confisca è stato scritto chiaramente nelle loro linee fondamentali che dicono: “Il popolo ebraico ha un diritto esclusivo e indiscutibile su tutte le aree della Terra di Israele. Il governo promuoverà e svilupperà l’insediamento in tutte le parti della Terra d’Israele – in Galilea, nel Negev, nel Golan, in Giudea e in Samaria”.

Bezalel Smotrich, capo del partito del sionismo religioso, nuovo ministro delle Finanze e parte del ministero della Guerra, ha detto ai palestinesi cittadini di Israele: “Siete qui per errore, perché Ben-Gurion non ha finito il lavoro nel 1948 e non vi ha buttato fuori”.

L’accusa che chiunque critichi Israele sia antisemita non è più ammissibile dopo che abbiamo letto la linea di fondo di questo governo o dei personaggi che prenderanno le decisioni che porteranno violenza, conflitti e discriminazione. Dicono chiaramente che non c’è posto per nessun non-ebreo nelle terre tra il fiume Giordano e il Mediterraneo.

La mia preoccupazione non è generica per l’Autorità Palestinese o per gli attivisti politici, ma è per ogni individuo in Palestina, anche per gli ebrei che si oppongono a questo governo che non rispetterà nessuna legge, compresa la decisione dell’Alta Corte israeliana, come hanno detto.

Come osservatore, non solo come cittadino del Paese occupato, penso che ci aspetta un’ondata di violenza e di guerra come risultato di questa nuova politica dell’occupazione. Vorrei che più persone pacifiste si unissero e si impegnassero per prevenire questa ondata di violenza che potrebbe coinvolgere tutti i Paesi del mondo, non solo la Palestina occupata. Mi auguro di sbagliarmi e che il mondo si unisca per prevenire il deterioramento della situazione.

Infine, sono a favore della pace e della giustizia e continuo a lavorare per una pace reale e per i diritti del popolo palestinese.

Dr. Noah Salameh

Betlemme – Palestina occupata, 31 dicembre 2022


 

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