Festival della Nonviolenza

Festival della Nonviolenza | Disarmarsi per disarmare | Note conclusive

Elena Camino

sabato 17 Settembre – lunedì 10 Ottobre 2022 | Festival della Nonviolenza: La pace fugge dal campo dei vincitori

Abbiamo iniziato gli incontri di questo Festival della Nonviolenza con uno stato d’animo di grande tristezza, all’insegna dell’angoscia per una guerra che non dà segno di attenuare la sua violenza, e di un susseguirsi di eventi ambientalmente e socialmente distruttivi.  Circola in rete una foto che illustra un momento dell’ormai prolungata fuoriuscita di più di 80.000 tonnellate di metano dai gasdotti Nord Stream, causata da falle prodotte nelle tubazioni, esprime chiaramente la stupidità e l’irresponsabilità dei poteri dominanti.

Ma più forti dell’angoscia sono il nostro impegno, e la nostra determinazione nell’organizzare una serie di incontri, convegni, testimonianze che hanno arricchito questo 4° Festival della nonviolenza e della resistenza civile.

Nel ribadire la scelta di tutt* noi di considerare inaccettabile l’attuale situazione mondiale, e di condannarne le varie forme di violenza (diretta, strutturale, culturale, ambientale), abbiamo raccontato, illustrato, testimoniato in questi giorni che è possibile mettere in atto una varietà di forme di DISARMO – come avevamo promesso nella presentazione del Festival.

Durante il Festival sono stati ripresi – aggiornati ed esplorati sotto nuovi punti di vista – i tre filoni già  affrontati negli anni scorsi: crisi ambientale; dinamiche socio- economiche, ambientali nei flussi migratori; scenari a confronto negli armamenti nucleari, tra escalation e smantellamento degli arsenali.

Silenzio, arte, dono

Quest’anno abbiamo introdotto nel programma del Festival un incontro preliminare dedicato all’arte, come strumento prezioso per un disarmo emotivo, culturale, etico, e come auspicio per giorni di rispettoso ascolto reciproco. Due brevi pause di silenzio hanno incorniciato l’esibizione di alcun* artist* che hanno donato al pubblico la gioia di una breve, ma intensa performance. Alcune letture che richiamano il tema del disarmo hanno accompagnato e arricchito l’incontro.

Una sintesi dei problemi affrontati

Il Coordinamento A.Gi.Te. ha organizzato un importante convegno sui problemi del ‘mondo nucleare’, con opportuna focalizzazione sulle conoscenze (e conseguenze, mai abbastanza note) dell’uso dell’energia nucleare in campo civile e militare, sugli sforzi già espressi in passato e sulla straordinaria prospettiva di bandire definitivamente – COME ILLEGALI – gli armamenti atomici.

L’Associazione Emergency ci ha aiutat* a riflettere sull’importanza del linguaggio come strumento che ha finora contribuito a creare e consolidare un immaginario razzista della diversità, e che potrebbe offrire invece opportunità di decolonizzare il pensiero.  Emergency inoltre ha portato la testimonianza della sua lunga e coraggiosa esperienza sul campo, e la denuncia degli orrori cui si continua ad assistere.

Il  sabato 1 ottobre, al mattino,  gli esperti del Gruppo Ambiente hanno fornito, con la loro abituale chiarezza e profondità, informazioni molto importanti su situazioni che coinvolgono tutt* noi, a livello locale e globale (gli inceneritori, la salute,  la protezione delle componenti primarie degli ecosistemi), per rispondere in modo concreto alla domanda: “Chi può e deve fermare il cambiamento climatico?” La presenza di una rappresentante di Extinction Rebellion  (XR) – che sta rapidamente acquisendo conoscenze e competenze – ha offerto ai presenti spunti di riflessione per sviluppare nuove strategie di lotta nonviolenta, più giovani, più coinvolgenti e ‘globali’ che in passato.

Nel pomeriggio di sabato sono state presentate diverse prospettive e numerosi dati per aiutarci a cogliere la complessità e i continui mutamenti delle migrazioni nel caos geopolitico contemporaneo: ‘Il gorgo. Guerre, crisi ambientali e “stati falliti”’.

Lunedì 3 ottobre, ore 18,00 – 20.00, il tema controverso e mai risolto di una pacifica convivenza  tra popoli è stato illustrato in un incontro con Jeff Halper che ha presentato il suo ultimo libro “Decolonizzare Israele, liberare la Palestina.” Un unico stato democratico per Palestinesi e Israeliani?

L’obiezione di coscienza: un tema drammaticamente attuale.

Venerdì 7 e sabato 8 ottobre è stato realizzato uno straordinario convegno:  “Storia, voci e prospettive dell’obiezione di coscienza al servizio militare tra l’Italia e Torino a cinquant’anni dalla legge 772”. Molte voci sono state invitate a partecipare, per ricostruire una storia poco nota, per testimoniare scelte che hanno contribuito a cambiare lo sguardo sui nostri impegni per la collettività (da una difesa violenta, sanguinosa e crudele a una condivisione di ideali e alla costruzione di relazioni positive tra persone, territori e ambiente).

Questo Convegno – assolutamente innovativo per la varietà di prospettive offerte –  è stato anche un momento di commossa memoria e di condivisione (e compresenza) tra tante persone che hanno concretamente ‘fatto’ la storia dell’obiezione di coscienza. Gli Atti del Convegno, che speriamo siano presto pubblicati, diventeranno un punto di riferimento importante per documentare la vitalità e la creatività della resistenza nonviolenta, a partire dalla nostra città,  come forza politica in evoluzione.

Ritroviamoci tutt* lunedì 10 ottobre

Dalle 18 alle 20, nella Sala Poli del CSSR,  si svolgerà l’ultimo incontro – in plenaria – per rivedere insieme gli aspetti più salienti del  Festival. Ogni gruppo è stato invitato a proporre una sintesi del messaggio di cui è stato portatore, per contribuire a individuare elementi di connessione e possibile sinergia con gli altri gruppi, e per individuare, se possibile, iniziative concrete da avviare insieme, coinvolgendo sempre più altre realtà della società civile già impegnate in altrettante azioni nonviolente.

Il Programma del Festival e la documentazione raccolta (registrazioni dei singoli eventi e materiali forniti) sono disponibili tramite il seguente link

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