Insegnanti in agitazione

Insegnanti in agitazione | L’appello

redazione

Foto di copertina di Fabrizio Maffioletti | Pressenza Italia, Creative Commons 4.0

Appello degli Insegnanti in agitazione

In qualità di corpo docente facente parte dell’istituzione scolastica crediamo sia il momento di prendere parola in una fase difficile e ostile come quella apertasi dalla morte di Lorenzo Parelli, studente in stage PCTO schiacciato da un macchinario. Ricordiamo che qualche settimana dopo, il 17 febbraio Giuseppe Lenoci, studente in stage PCTO muore in un incidente stradale sul furgone che lo stava portando in azienda. Qualche giorno fa a Merano uno studente in PCTO si ustiona gravemente in fabbrica.

Dopo due anni di pandemia e relativo lockdown, che ha significato un totale stravolgimento della scuola intesa come luogo di formazione e socializzazione ma anche come punto di riferimento per chi non trova sostegno da altre reti sociali e personali, a seguito della morte di due coetanei in alternanza scuola-lavoro gli studenti si sono mobilitati in tutta Italia.

Pensiamo che questi eventi portino con sé alcuni dati: la scuola non viene più intesa come luogo che appartiene al corpo studentesco, le decisioni rispetto alla legislazione che regola l’obbligatorietà degli stage PCTO vengono vissute come intransigenti e indipendenti dalle rivendicazioni studentesche, la necessità di avere sostegno da un punto di vista formativo ma anche psicologico e sociale.

La reazione dell’istituzione scolastica e del Ministero si è ridotta all’osservanza di alcuni minuti di silenzio per gli studenti scomparsi. Il silenzio ha perdurato in quanto le richieste degli studenti, supportati in alcuni casi anche dagli insegnanti, non sono state accolte, né prese in considerazione. Finché, a Torino, alcuni studenti che presero parte alla manifestazione studentesca del 18 febbraio sono stati arrestati. La misura alla quale sono sottoposti dal 12 maggio è preventiva, il che significa che non vi è ancora stato un processo che abbia stabilito la colpevolezza per i reati per i quali sono denunciati e indagati. Tre di loro sono stati tradotti al carcere delle Vallette, quattro di loro si trovano agli arresti domiciliari, tra i quali una ragazza per il solo motivo di aver parlato al microfono, altri quattro hanno l’obbligo di firma giornaliera presso il commissariato.

Troviamo scandaloso che il dissenso venga punito in maniera così violenta e aprioristicamente, specie nel caso di giovani che chiedono di trasformare e migliorare la scuola come reale agenzia formativa e che l’ “esperienza prelavorativa” tradotta negli stage in PCTO vada rimodulata se non abolita.

A seguito dell’espressione del tribunale del riesame che ha confermato per quasi la totalità delle posizioni le misure richieste, mantenendo in carcere Francesco e ottenendo la scarcerazione per Emiliano e Jacopo, ora ai domiciliari con braccialetto elettronico e restrizioni, come insegnanti e personale scolastico che sino ad ora non è stato interpellato da nessun lato in questa vicenda chiediamo:

  • La liberazione immediata di tutti gli studenti torinesi e la fine della persecuzione giudiziaria nei confronti dei giovani che si battono per l’emergenza climatica, per una scuola migliore e per un futuro secondo le loro aspirazioni
  • La possibilità di ripensare in maniera trasversale ai percorsi formativi di scuola-lavoro
  • L’esigenza di essere presi in considerazione nelle nostre richieste in quanto figure formative che rivestono un ruolo di primo piano nei percorsi di formazione e apprendimento

È necessario rompere questo silenzio e dare spazio all’indignazione in quanto il posto degli studenti non è la fabbrica, non è l’azienda, non è nemmeno il carcere, è la SCUOLA!

Insegnanti in agitazione


Pubblichiamo l’appello degli Insegnanti in agitazione rivolto a tutti e tutte coloro che sentono la necessità di prendere parola in merito ai fatti recentemente accaduti relativamente alla mobilitazione studentesca contro l’alternanza scuola-lavoro e per aprire un orizzonte di dibattito in seno alla comunità formativa.

E’ possibile sottoscrivere il seguente appello indirizzando la propria firma alla mail

[email protected]


0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.