L’attacco razzista a Buffalo è stato concepito per terrorizzarci. Ecco come reagire. 

Austin C. McCoy

Articolo originariamente pubblicato su Truthout il 16/05/22


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Ogni dettaglio dell’attacco suprematista bianco da parte di Payton Gendron a Buffalo puzza del chiaro obiettivo dell’assassino di terrorizzare non solo i clienti di colore che ha ucciso sabato, ma anche tutti noi, che abbiamo paura di simili attacchi, attacchi che ha esplicitamente cercato di ispirare.

L’assassino ha sparato ad alcune persone di colore con un fucile con la “N-word” scarabocchiata sopra. La decisione di trasmettere in livestream il suo attacco razzista, ha accentuato la natura disumanizzante e distopica dell’attacco, mostrando le morti delle sue vittime come se il massacro fosse un videogioco. Il manifesto di 180 pagine che ha lasciato – in parte fabbrica di meme e in parte manuale – contiene pagine di meme razzisti e antisemiti e cerca chiaramente di ispirare attacchi imitativi, descrivendo le armi e fornendo suggerimenti per compiere altri attacchi.

Gendron, il 18enne bianco che ha sparato a 13 persone uccidendone 11, soprattutto persone di colore, in un attacco suprematista bianco al Tops Friendly Market di Buffalo, aveva pianificato di attaccare i clienti di colore del negozio di alimentari perché si trovava in un quartiere prevalentemente nero. Lo si può meglio comprendere come un accelerazioni sta, il quale spera che il suo caso di “azione diretta” acceleri una crisi razziale, consentendo alle forze reazionarie di creare uno sconvolgimento della società e di orchestrare una presa di potere negli Stati Uniti.

Attaccando i residenti di colore al negozio di alimentari, Gendron ha cercato esplicitamente di terrorizzare tutti i neri, nella speranza di radunare alla causa altri americani bianchi che la pensano allo stesso modo.

Mentre le forze dell’ordine spesso uccidono persone di colore sospettate di aver commesso infrazioni minori, se mai ce ne fossero, l’assassino bianco è sopravvissuto all’incontro con gli agenti di polizia intervenuti. Pur non approvando la violenza della polizia, la capacità delle forze dell’ordine di arrestare assassini di massa come Dylann Roof ha gettato sale su una ferita emotiva e psichica collettiva inflitta da Gendron. La pubblicazione da parte di Gendron del suo manifesto razzista di 180 pagine, che spiega le motivazioni del suo attacco razzista, ha aumentato il bruciore.

Le azioni dell’assassino al Tops Friendly Market, sono state un’eco inquietante del canto dei suprematisti bianchi “Gli ebrei non ci sostituiranno!” urlato a Charlottesville nel 2017. Nel suo manifesto, l’assassino si è proclamato un suprematista bianco, nazista, separatista e nazionalista che sottoscrive la razzista e cospiratoria “Teoria della Grande Sostituzione”, la quale suggerisce che l’immigrazione, il declino delle nascite bianche e gli sforzi, come i programmi di diversità, equità e inclusione nelle scuole e nel settore privato, e la teoria critica della razza, stanno eliminando gli americani bianchi. Come esempio della relazione simbiotica tra i nazionalisti bianchi sul campo e i media di estrema destra, il conduttore di Fox News Tucker Carlson ha amplificato questa “teoria della grande sostituzione” nazionalista bianca a milioni di spettatori in numerosi segmenti.

Mentre apprendevo ulteriori dettagli sugli attacchi razzisti di Buffalo e leggevo il manifesto dell’assassino, mi è tornato in mente un lungo dibattito su Twitter che ho avuto con un sedicente nazionalista bianco e che si è svolto nel corso del 2016 e del 2017. Nell’autunno del 2016, i nazionalisti bianchi hanno iniziato ad appendere manifesti razzisti, misogini, omofobi e islamofobici nel campus dell’Università del Michigan, dove lavoravo. I responsabili di questi manifesti offensivi, cercavano di creare sostegno al nazionalismo bianco ed esprimevano affinità con Donald Trump, la cui campagna elettorale vedevano come parte dei loro sforzi organizzativi. Abbiamo risposto incoraggiando gli studenti bianchi e i membri della comunità a organizzare il gruppo Collective Against White Supremacy (CAWS), per combattere la messaggistica nazionalista bianca togliendo i manifesti e sostituendoli con altri antirazzisti. L’organizzazione ha anche offerto supporto a gruppi di studenti prevalentemente neri e di colore (POC). Ma non abbiamo mai dovuto rispondere ad atti di violenza fisica.

Eppure, molti di noi hanno affrontato il trolling e hanno ricevuto minacce di morte online. Durante il trolling, uno dei nazionalisti bianchi ha cercato di discutere con me su Twitter sui meriti del nazionalismo. Il nazionalista bianco ha ingenuamente affermato più volte, anche in una lettera consegnata a casa mia nell’estate del 2018, che un etno-stato bianco poteva essere realizzato in modo non violento, soprattutto se io e altri neri ci fossimo decisi a essere nazionalisti e separatisti. In qualche modo, secondo questo nazionalista bianco, i bianchi e i neri potrebbero accettare di non essere d’accordo e andare ognuno per la propria strada.

Non sono assolutamente d’accordo. Il nazionalismo nero e il nazionalismo bianco negli Stati Uniti non sono moralmente o politicamente equivalenti né storicamente, né nel nostro momento contemporaneo. I sostenitori del primo non hanno mai posseduto l’intero arsenale del potere statale – polizia, istituzioni politiche e militari. Molti neri hanno effettivamente riflettuto sulla possibilità di costruire una “nazione-nella-nazione” piuttosto contenuta. Tuttavia, queste visioni storicamente sono rimaste per lo più tali – visioni – perché il colonialismo dei coloni statunitensi, l’eccezionalismo e il capitalismo non avrebbero permesso la costruzione di uno Stato separato sul territorio nordamericano, tanto meno costruito e controllato dai neri.

Inoltre, ho sostenuto che una simile proposta era francamente ridicola perché il nazionalismo bianco e la costruzione di una nazione, in generale, sono processi intrinsecamente violenti. Come hanno illustrato gli attivisti e gli storici, lo sfollamento delle popolazioni indigene e la creazione e il controllo dei confini con la violenza, sono intrinseci alla costruzione di una nazione. In definitiva, i coloni cercano di costruire uno Stato e una società sul territorio, trasformandolo in un cimitero in evoluzione per le popolazioni e le culture indigene ed emarginate. Inoltre, ricordo di aver affermato che se i nazionalisti bianchi ottenessero ciò che vogliono – ovvero un etno-stato colonizzatore bianco – il processo di costruzione della nazione non si fermerebbe alla cattura, all’uccisione e all’espulsione dei neri, degli indigeni e di altre persone di colore. Le guerre di confine continuerebbero con le “nuove” nazioni basate sulla razza. Ma, cosa importante per loro, il processo di costruzione della nazione guidato dai bianchi probabilmente si rivolgerebbe verso l’interno e inizierebbe a prendere di mira i bianchi ritenuti “meno puri razzialmente”, “devianti”, “criminali” e “indegni” della cittadinanza e della vita. Non ci sarebbe alcun rifugio per i poveri e gli altri “bianchi” emarginati in questo Stato-nazione. Il massacro di Buffalo evidenzia la violenza intrinseca del nazionalismo bianco, il cui obiettivo primario è eliminare i gruppi non bianchi e “indesiderabili”. Non esiste un’ideologia genocida non violenta.

L’attacco razzista di ieri a Buffalo sottolinea la necessità di un movimento socialista multirazziale basato sulla classe operaia. Mentre l’assassino e altri nazionalisti bianchi sostengono che il potere e il dominio dei bianchi sono la risposta alla disuguaglianza economica, all’impotenza politica e persino al cambiamento del clima, sappiamo quanto ciò sia mortalmente sbagliato. Soltanto riunendo vari gruppi di persone in un sistema fondato sulla giustizia di genere, razziale, ambientale, sessuale e riproduttiva si possono affrontare i problemi fondamentali e persino fornire la comunità più arricchente che i lavoratori disaffezionati di ogni provenienza potrebbero desiderare. La volontà di interrompere la radicalizzazione bianca e di costruire solidarietà, può gettare le basi per difendersi dagli attacchi razzisti.

Gli appelli dei liberali a definire questi attacchi come “terrorismo interno” e ad accusare di conseguenza gli assassini razzisti, non dissuaderanno un gruppo di persone impegnate a uccidere i neri, le persone di colore in generale, gli ebrei e i trans in nome della prevenzione del “genocidio bianco”.

È anche molto probabile che i reazionari possano rivolgere queste leggi sul “terrorismo interno” contro le persone di sinistra, soprattutto se un’altra figura simile a Trump sarà eletta presidente. Non possiamo nemmeno contare sul fatto che lo Stato americano elimini completamente questo movimento, dal momento che ha una storia di sorveglianza, interruzione e distruzione delle organizzazioni politiche guidate dai neri. Non possiamo ignorare la storia e i rapporti contemporanei sulla sovrapposizione tra nazionalisti bianchi, forze militari e di polizia.

Dobbiamo sviluppare strategie di base per smantellare il crescente movimento suprematista bianco. Come si procede per affrontare un movimento reazionario organizzato che crede di combattere una guerra? Come sostiene la storica Kathleen Belew, questi assassini non sono “lupi solitari”. Stanno invece costruendo le proprie strategie e attingono alle tradizioni intellettuali e politiche delle precedenti generazioni di organizzatori del potere bianco. Le teorie nazionaliste bianche della “grande sostituzione” e le vecchie nozioni screditate di scienza della razza sono diventate mainstream e/o sono tornate in auge. In definitiva, la rete di idee, istituzioni politiche e culturali e persone disposte a uccidere minoranze etniche e razziali incoraggia gli autori di questi omicidi a rivendicare la propria fedeltà a un movimento organizzato.

Dobbiamo contrastare gli attacchi razzisti con una varietà di tattiche, che vanno dalla protezione della comunità e dall’autodifesa al mutuo soccorso, alla deprogrammazione e alla deradicalizzazione dei bianchi americani. Dobbiamo contrastare la solidarietà bianca razzista con una solidarietà fondata sulla giustizia economica, razziale, di genere, ambientale e riparativa. È importante unirsi agli organizzatori e ai gruppi che continuano a dimostrare che vivere in un mondo organizzato intorno a questi principi sarà migliore per tutti noi.


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