Quando bevi il tè stai bevendo nuvole

Cinzia Picchioni

Thich Nhat Hanh, Quando bevi il tè stai bevendo nuvole, Terra Nuova Edizioni, Firenze 2019, pp. 216, € 16,00

Applausi

Quando bevi il tè

La copertina di Quando bevi il tè stai bevendo nuvole

All’editore per la scelta di inserire una sorta di «carta d’identità» dell’oggetto-libro: di che cosa è fatto, come è prodotto, quanta acqua è stata risparmiata con la scelta di utilizzare carta riciclata ecc.

E che non sembrino particolari di poco conto… oltre alla coerenza dovuta al titolo! Se pubblichi, e compri, e leggi, e diffondi un libro intitolato Quando bevi il tè stai bevendo nuvole non puoi – secondo me – ignorare l’«inter-essenza» di ogni cosa con ogni altra. Quindi anche di un libro in quanto oggetto e non solo come «contenitore di lettere».

Per saperne di più: www.nonunlibroqualunque.it

Bis

Ancora applausi per il capitolo Indirizzi utili, così chi ha trovato interessanti o ispiranti le proposte contenute nel libro sa come fare per continuare ad approfondire e praticare. Gruppi di pratica in Italia e all’estero, libri e riviste; il «buddhismo impegnato» praticato dal suo principale esponente – l’autore del libro – di cui scopriamo più notizie (tutte al presente. Al momento della pubblicazione Thay era ancora vivo…) grazie alla breve biografia in fondo al libro.

Far pace con la Terra

Un po’ sconvolgente – no, non per me – l’inizio del Trattato di pace con la Terra – dove leggiamo, per riflettervi sopra: «Quando mangiamo carne e beviamo alcol, se lo facciamo in presenza mentale ci rendiamo conto che stiamo mangiando la carne dei nostri stessi figli», a cui segue, ovviamente, o non capiremmo nulla, la Relazione FAO del 2006:

«Scarsità e inquinamento delle acque. Più della metà dell’acqua consumata negli Stati Uniti è usata per allevare animali da macello. Occorrono in media 20.815 litri d’acqua per produrre un chilo di carne, contro i 208 di acqua necessari per produrre un chilo di grano», p. 126. «Proprio come ci ha ammonito il Buddha, stiamo mangiando la carne dei nostri figli e dei nostri nipoti. […] Stiamo mangiando il pianeta. […] Lo studio delle Nazioni Unite è chiaro: “L’impatto ambientale per unità di produzione di bestiame deve essere ridotto della metà […]. Dobbiamo ridurre almeno del 50% la produzione industriale di carni e dobbiamo consumarne il 50% in meno. […] Diventare vegetariani può essere la via più efficace per combattere il riscaldamento globale», pp. 127-128.

Se non basta…

E se non ci ferma né il pensiero di «mangiare i nostri figli», né lo scandaloso consumo/spreco di acqua potabile per produrre la carne, troviamo molti altri suggerimenti «possibili» che, se pur piccoli, sono comunque efficaci e necessari. Li troviamo elencati nel Trattato di pace con la Terra, sottoforma di impegni che ci prendiamo, anche solo per un giorno alla settimana. Qualche esempio: Ridurre il riscaldamento di casa impostandolo sui … °C;

Spegnere il computer quando non è in uso (!!! davvero questo è un impegno che dobbiamo ancora prendere????); Lasciar asciugare il bucato all’aria (senza usare l’asciugatrice). Dall’elenco si evince che davvero ogni azione può servire (e possiamo scegliere tra decine, impossibile non trovare almeno un’azione che possiamo impegnarci a rispettare, tra p. 132 e p. 136! Qui puoi aderire al Trattato di pace con la Terra; e se ci fossero problemi con il link, basta digitare “Trattato di pace” per accedere al sito di Peacelink (www.peacelink.it), dove si trova il testo del Trattato, che si può inviare dopo averlo compilato, prendendosi l’impegno o gli impegni che si ritiene possibile onorare.

Aldo Capitini conosceva Thich Nhat Hanh?

Thich Nhat Hanh conosceva Aldo Capitini? Leggendo pagina 119 pare di sì:

«Io parlo spesso a mio papà e a mia mamma che sono dentro di me; per esempio ogni volta che mi ammalo parlo a mio padre: “Papà, tu avevi cellule molto robuste, che si trovano ancora in me. So che sei dentro di me; per favore, aiutami!” Quando dico queste cose a mio padre lo sento rispondermi: “Sono qui, ti sto sostenendo, ti sto aiutando!” […] continuo a comunicare […] con i miei antenati, e così non mi sento mai solo, mai separato da loro. Sento di portare con me tutti i miei antenati, sento che loro sono sempre con me, dovunque vada […] percepisco sempre il sostegno degli antenati, sia di quelli della famiglia di sangue sia degli antenati spirituali».

Psicologia, non solo «mente»

L’intero capitolo 4 (Esercizi per la pratica) è un trattato di psicologia; più utile perché non è solo mentale, anzi contiene un elenco di pratiche quali Toccare la terra o i famosi Cinque Addestramenti alla Consapevolezza. Questi ultimi in particolare – sviluppati al tempo del Buddha – hanno come base la presenza mentale e, usati come linee guida della vita quotidiana, proprio della vita pratica, «sono la base per la felicità di individui, coppie, famiglie e società» (p. 185). Ecco un piccolo esempio per chi non conoscesse gli «addestramenti»:

«Consapevole della sofferenza causata dal consumo disattento, mi impegno a coltivare una buona salute fisica e mentale per me stesso/a, la mia famiglia e la società, praticando la consapevolezza nel mangiare, nel bere e nei consumi in genere. Mi impegno a ingerire soltanto sostanze che proteggano la pace […] nel mio corpo, nella mia coscienza e nel corpo e nella coscienza collettivi della mia famiglia e della società. Sono determinato/a a non consumare alcol o altri intossicanti […] compresi certo programmi televisivi, riviste, libri, film e conversazioni. […] Farò il possibile per trasformare la violenza, la paura, la rabbia e la confusione in me stesso/a e nella società praticando una dieta per me stesso/a e per la società. Comprendo che una dieta appropriata è fondamentale per la trasformazione di me stesso/a e della società», p. 187 (e per gli altri Quattro Addestramenti pp. 185 e 186).

Bello considerare «cibo» anche le conversazioni e i programmi televisivi (ma anche le notizie che – senza alcun filtro – ingurgitiamo dal web!!!), i libri, le riviste e i film, non trovate? Ma sì, certo, se bere il tè è bere le nuvole…

Recensione di Cinzia Picchioni


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