La compresenza dei morti e dei viventi
Recensione di Massimiliano Fortuna
Aldo Capitini, La compresenza dei morti e dei viventi, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 2022, pp. 439, € 28,00
La compresenza dei morti e dei viventi è la summa del pensiero filosofico-religioso di Aldo Capitini. Pubblicata per la prima volta da Il Saggiatore nel 1966, due anni prima della morte del suo autore, è stata poi riedita nel volume Scritti filosofici e religiosi (Protagon, 1994) curato da Mario Martini, appassionato studioso di Capitini, che negli ultimi decenni si è speso come nessun altro per promuovere la conoscenza dell’opera e della vita di quello che si può senza dubbio considerare il più importante pensatore della nonviolenza nell’Italia del Novecento. Più di recente, nel 2018, la Compresenza è riapparsa per le edizioni de Il Ponte, con una introduzione di Giancarlo Gaeta.
Tuttavia queste pagine continuano senza dubbio a essere ancora poco frequentate e poco conosciute e le tre edizioni citate sono ormai reperibili soltanto nelle biblioteche.
Rappresenta dunque un’ottima notizia la riproposizione della Compresenza da parte della Libreria Editrice Fiorentina, nella quale il testo di Capitini è preceduto da una presentazione di Giuseppe Moscati e da due contributi di Gabriella Falcicchio e Daniele Taurino, che accompagnano alla lettura delle pagine capitiniane, pagine dense di pensiero e ardue per certi aspetti, la cui conoscenza è però indispensabile se si è interessati a intendere in tutta la sua portata e in tutta la sua complessità la prospettiva religiosa di Capitini, che non rappresenta certo un’appendice secondaria o un aspetto trascurabile della ricerca per la pace che ha improntato tutta la sua vita.
Non è possibile infatti ignorare la tensione escatologica che sottende l’intera opera di Capitini e che nella Compresenza trova compiuta espressione, anche se era già chiaramente affiorata in diverse pagine dei libri precedenti. La prassi nonviolenta che Capitini teorizza e mette in atto non si riduce a un metodo di lotta circoscritto all’ambito politico e sociale, ma poggia su una prospettiva metafisica nutrita dalla speranza nell’avvento di una realtà ultima, totalmente liberata dai vincoli del dolore e della morte. In altre parole, non si comprende Capitini se non si prende sul serio la sua visione religiosa, al centro della quale sta la fede nella compresenza dei morti e dei viventi.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!