In memoria di Jean-Marie Muller

Mao Valpiana

Jean-Marie Muller, filosofo francese, nato nel 1939 a Vesoul, e deceduto pochi giorni fa ad Orleans, docente, ricercatore, e’ stato tra i piu’ importanti studiosi del pacifismo e delle alternative nonviolente, oltre che attivo militante nonviolento.

E’ stato direttore degli studi presso l’Institut de Recherche sur la Resolution non-violente des Conflits (Irnc). In gioventu’ ufficiale della riserva, fece obiezione di coscienza dopo avere studiato Gandhi. Ha condotto azioni nonviolente contro il commercio delle armi e gli esperimenti nucleari francesi. Nel 1971 fondo’ il Man (Mouvement pour une Alternative Non-violente). Nel 1987 convinse i principali leader dell’opposizione democratica polacca che un potere totalitario, perfettamente armato per schiacciare ogni rivolta violenta, si trova largamente spiazzato nel far fronte alla resistenza nonviolenta di tutto un popolo che si sia liberato dalla paura.

Tra le opere di Jean-Marie Muller: Strategia della nonviolenza, Marsilio, Venezia 1975; Il vangelo della nonviolenza, Lanterna, Genova 1977; Significato della nonviolenza, Movimento Nonviolento, Torino 1980; Momenti e metodi dell’azione nonviolenta, Movimento Nonviolento, Perugia 1981; Lessico della nonviolenza, Satyagraha, Torino 1992; Simone Weil. L’esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994; Desobeir a’ Vichy, Presses Universitaires de Nancy, Nancy 1994; Vincere la guerra, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1999; Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004; Dictionnaire de la non-violence, Les Editions du Relie’, Gordes 2005]


Il 18 dicembre, a Orleans, e’ morto all’eta’ di 82 anni Jean-Marie Muller. Filosofo e scrittore, conferenziere e divulgatore, teorico e attivista nonviolento, Jean-Marie Muller (1939–2021) e’ stato una delle voci piu’ autorevoli della nonviolenza a livello internazionale.

Fondatore del MAN (Mouvement pour une Alternative Non-violente) e direttore dell’Istituto di Ricerca sulla Risoluzione Nonviolenta dei Conflitti (IRNC) di Parigi, e’ stato autore di numerose opere sulla nonviolenza, tradotte e diffuse in tutto il mondo. La sua e’ stata una nonviolenza pragmatica. Le sue ricerche non sono mai state solo teoriche, ma si confrontavano sempre con l’attualita’.

Ha viaggiato in tutti i continenti per conoscere da vicino i movimenti di resistenza nonviolenta. Negli anni ’70 ha soggiornato a lungo negli Stati Uniti per studiare il movimento contro la guerra in Viet-Nam. Poi in Grecia, per conoscere e sostenere il movimento contro la dittatura dei colonnelli. Lo troviamo in India, sulle tracce di Gandhi, e a Mosca per analizzare il movimento dei Partigiani della pace. Nel 1987 e’ in Polonia, in contatto con i dirigenti del movimento sindacale Solidarnosc.

Dove sorgono movimenti, anche minoritari, di lotta e proposta nonviolenta, Jean-Marie Muller e’ presente, per incontrare, capire, studiare, e poi far conoscere. In Nicaragua, in Libano, in Turchia, in Colombia, in Brasile, in Marocco, in Camerun, in Palestina, in Siria, in Iraq, il lavoro di Jean-Marie Muller e’ instancabile e teso a rendere credibile “l’opzione nonviolenta nelle lotte sociali e politiche”. La sua lunga biografia non e’ solo accademica, ma anche di testimonianza e partecipazione personale.

Nel 1967, quando era ufficiale della riserva dell’esercito, chiede di ottenere il riconoscimento come obiettore di coscienza e restituisce il suo libretto militare al Ministero della Difesa. Verra’ processato, condannato, multato e privato dei diritti civili.

E nel 1970 attua uno sciopero della fame contro la vendita di aerei militari francesi Mirage al governo dittatoriale dei militari brasiliani. Nel 1973 partecipa al “battaglione della pace”, una missione pacifista contro gli esperimenti nucleari francesi nel Pacifico, entrando nella zona proibita della marina militare, e per questo sara’ arrestato.

Nel 1978 partecipa, con Lanza del Vasto e Jan Goss, a uno sciopero della fame contro il poligono militare del Larzac. Il suo attivismo lo porta ad impegnarsi personalmente anche negli ultimi anni, ormai anziano.

Nel 2016 e’ a Roma, in Vaticano, e contribuisce alla preparazione del testo “La nonviolenza: stile di una politica per la pace” che verra’ pronunciato da Papa Francesco come messaggio del primo gennaio 2017. In quell’occasione ha voluto anche incontrare il suo vecchio amico Marco Pannella, poco prima della sua morte.

Jean-Marie Muller e’ stato anche un amico del Movimento Nonviolento. Ha partecipato a molti incontri in Italia, dibattiti e discussioni teoriche, e polemiche, con Pietro Pinna, Nanni Salio, Alberto L’Abate, Beppe Marasso, Tonino Drago, Matteo Soccio.

Ho avuto anch’io la fortuna di conoscerlo e intervistarlo, nel 1985 ad un convegno internazionale a Strasburgo sulla Strategie civili della difesa (vedi “Azione nonviolenta”, gennaio 1986, pag. 6). Abbiamo tradotto e pubblicato molti dei suoi testi. Nella collana dei Quaderni di Azione nonviolenta si trovano ‘Significato della nonviolenza’ (Quaderno n. 7) e “Momenti e metodi dell’azione nonviolenta” (Quaderno n. 8). Suo anche il libro “Una nonviolenza politica” edito dal Movimento Nonviolento (Biblioteca della Nonviolenza / 1). Due suoi testi che considero fondamentali, e che ancor oggi consiglierei a un giovane che volesse avvicinarsi al pensiero nonviolento, sono “Strategia della nonviolenza” (Marsilio) e “Il vangelo della nonviolenza” (Lanterna).

Tra le sue opere tradotte in italiano c’e’ anche “Lessico della nonviolenza” (Satyagraha). Importante, ma non tradotto in italiano, un suo libro del 1984 “Vous avez dit ‘pacifisme’? De la menace nucleaire a’ la defense civile non-violente” (Cerf) [Avete detto “pacifismo”? Dalla minaccia nucleare alla difesa civile nonviolenta].

Ma forse la sua opera piu’ significativa per le implicazioni politiche che ha avuto in Francia, e’ “La dissuasion civile”, pubblicato nel 1985 dalla Fondazione per gli Studi della Difesa Nazionale. Il Ministro della Difesa, infatti, nel 1983 gli ha chiesto di condurre uno studio sulla difesa civile nonviolenta: era una sorta di riconoscimento istituzionale del suo lavoro. Cosi’ Jean-Marie Muller ha coinvolto altri due studiosi, Christian Mellon e Jacques Semelin, e ha prodotto questa ricerca che ha come sottotitolo “Principi e metodi della resistenza nonviolenta nella Strategia Francese”: il dialogo tra militari e nonviolenti sul concetto di difesa era avviato.

Siamo tutti debitori al lungo e prolifico lavoro di Jean-Marie Muller. Il suo e’ un pensiero complesso, articolato, ancorato alla realta’ dei fatti. Lo si puo’ forse riassumere con le sue stesse parole: “La nonviolenza, fino ad oggi, e’ stata sostenuta da movimenti di militanti; pero’, per incidere nella societa’, non e’ possibile che la nonviolenza sia una prerogativa esclusiva di questi movimenti: la nonviolenza deve uscire dal ghetto, della clandestinita’ militante, bisogna che vi sia un riconoscimento istituzionale della nonviolenza”. Anche in Italia siamo ancora impegnati su questa strada, con la Campagna “Un’altra difesa e’ possibile”, per il riconoscimento della Difesa civile non armata e nonviolenta. Quando l’obiettivo sara’ raggiunto, lo dovremo anche all’impegno e alla lungimiranza di Jean-Marie Muller.


Fonte: TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO, Numero 4325 del 21 dicembre 2021

“Intervista a Mao Valpiana, direttore di Azione Nonviolenta, per un ricordo del grande teorico e miltante nonviolento Jean Marie Muller” realizzata da Andrea Billau.

Autore Mao Valpiana



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