Solo contro Hitler. Franz Jägerstätter. Il primato della coscienza

Enrico Peyretti

Francesco Comina, Solo contro Hitler. Franz Jägerstätter. Il primato della coscienza, Emi, 2021, pp. 176, euro 16,00

Più forte di Hitler

Il tema di questa storia tragica e altamente umana è il primato della coscienza di fronte al potere violento. Davanti al sistema nazista il contadino Franz, lucido autodidatta, nega il riconoscimento morale e l’obbedienza idolatrica, fino ad accettare la condanna a morte. Dopo diversi altri autori, Comina racconta la storia di Franz in forma scorrevole narrativa e insieme documentata. Franz è cattolico, profondamente credente e coerente con il vangelo della vita vera, risvegliato in lui dall’amata Franziska: non può servire al potere malvagio, ma deve dire e fare la verità a prezzo della vita. Egli è toccato dal pensiero di Pio XI, nella enciclica Mit brennender Srrge: non è dei veri cristiani quella concezione che, in luogo del Dio personale, identifica Dio con l’universo e pone nell’antico germanesimo del sangue e del suolo un destino che sostituisce la sapienza divina.

Egli sa che la vita si salva spendendola per ciò che è bene e non preservandola ad ogni costo. La sua scelta è drammatica: il suo ambiente, la chiesa in cui cerca comprensione, non lo sostengono. L’amore per la bella amata famiglia è dolorosamente superato dal dovere di fedeltà alla coscienza. Solo la moglie Franziska rispetta e soffre con grande pena la sua decisione, dopo aver tentato vie d’uscita. Alcuni preti lo comprendono, alcuni sono incarcerati per qualche accenno critico, ma non osano appoggiarlo.

Franz vede con dolore che la chiesa ufficiale è per lo più debole e passiva di fronte alla malvagità nazista, e non esita a criticare la sua chiesa, da cristiano consapevole, adulto. Egli sa che se anche venissero chiuse le chiese, la fede saprebbe resistere. Nella sua vicenda personale compare questa tragedia morale: poche coscienze vegliano e testimoniano per tutti, a caro prezzo. In seguito la chiesa riconoscerà la virtù eroica di questo semplice uomo lasciato solo. Di quelli come lui aveva parlato Gesù: «Ti ringrazio, o Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli» (Luca 10,21; Matteo 11,25).

O cristiano o nazista, è l’alternativa secca che Franz non può conciliare, neppure accettando di servire nella sanità militare. Il sistema nazista uccide, e pretende la divinizzazione di un uomo, Hitler: Franz non può collaborare. Egli sa che è comandato: “tu non uccidere!”. Pensa persino che non sarebbe da condannare il suicidio, pur di non dover collaborare al male. La sua coscienza non è fanatica, patisce una seria lacerazione, ma non cede all’accomodamento con la negazione del vangelo di amore e giustizia che lo ha illuminato.

Che possiamo dire noi, impegnati ma senza così grande coraggio, di questo semplice grande testimone? L’eroe, il santo, il martire, possono essere per noi di stimolo, di esempio promotore ad impiegare tutte le nostre possibilità per la verità e la giustizia – «Le parole insegnano, gli esempi trascinano» – ma dobbiamo anche stare ben attenti a non servircene come sostitutivi del nostro dovere, a non restare spettatori plaudenti e fermi. Non c’è delega nel caso serio della vita. Che cosa chiede ora, a noi, in questo nostro momento storico, la coscienza della dignità umana e il cammino storico per difenderla e affermarla?

Nella ben più ampia storia della resistenza nonviolenta e profondamente attiva, produttiva di realtà storiche civili, fondate nelle più forti radici spirituali umane, la figura di Franz Jägerstätter ci appare segnata da questa ulteriore maggiore sofferenza e forza: la solitudine quasi totale in cui è stato fedele al dovere della coscienza. Dunque, c’è una forza più forte di Hitler: la luce interiore, che non muore. Così Franz ha sentito, ha deciso, è morto per vivere davvero, anche per noi.

Enrico Peyretti, 8 ottobre 2021


Il libro viene presentato venerdì 8 ottobre 2021 alle ore 20.30 nella sala Poli del Centro Studi Sereno Regis

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