Luoghi di vacanza

Massimiliano Fortuna

 


Non si vorrà negare che ci siano letture particolarmente adatte alla stagione delle vacanze? Ad esempio, La moda della vacanza di Alessandro Martini e Maurizio Francesconi (Einaudi, 2021). Se non lo si legge nei luoghi di vacanza, sulla spiaggia o in montagna, quando? A parte gli scherzi, si tratta di un bel libro che racconta i luoghi, i riti, l’abbigliamento, le architetture – allora di recente costruzione – di un’Europa nella quale trascorrere un periodo di vacanza era privilegio di un gruppo ristretto di persone, anni che dall’Ottocento arrivano sino al primo quarantennio del XX secolo.

È un mondo che è facile incontrare nelle pagine di tanta letteratura europea dell’epoca, sullo sfondo dei più svariati romanzi. Il mondo della Costa Azzurra di Tenera è la notte di Francis Scott Fitzgerald, quello dei sanatori alpini de La Montagna incantata di Thomas Mann, dell’Orient Express di Agatha Christie o della Baden-Baden che ha ispirato le atmosfere de Il giocatore di Dostoevskij, e così via.

La frequentazione di questi luoghi di soggiorno era appannaggio di una minuscola fetta di società, che comprendeva l’aristocrazia di antica tradizione, la grande borghesia della finanza e dell’industria, una parte del milieu artistico e intellettuale, ma anche «diplomatici, dandy e, non di rado, avventurieri, giocatori d’azzardo, spie». In questo contesto finiranno per prendere corpo mode e abitudini capaci con il tempo di influenzare il modo di vivere dell’intera società, a volte con esiti indubbiamente progressisti. Si pensi, ad esempio, alla lunga «guerra civile» del costume da bagno, come la definiscono gli autori del libro, che costituisce una tappa non secondaria di un cammino di emancipazione femminile che è passato anche attraverso una liberazione del corpo della donna da capi di abbigliamento che la limitavano nella sua libertà di movimento, una battaglia che ha avuto in Coco Chanel forse la sua couturière più rappresentativa.

L’alone di fascino, le atmosfere di incanto e le suggestioni di bellezza che questo microcosmo della vacanza e dello svago è capace di emanare non vanno però idealizzate, e in ogni caso considerate in un contesto più ampio: il numero esclusivo dei frequentatori di quelle stazioni turistiche era ovviamente lo specchio di una società solcata da profonde diseguaglianze, alla quale sarebbe bene non rivolgere uno sguardo venato di nostalgia o di rimpianto.

Dagli anni del secondo dopoguerra, perlomeno in Europa e negli Stati Uniti, è iniziata un’epoca che può invece definirsi del turismo di massa, da allora viviamo in un mondo nel quale andare in vacanza non è più un’esperienza riservata a pochi. Tuttavia le nostre società occidentali, da almeno un paio di decenni, hanno iniziato a essere percorse da una rinnovata accentuazione delle diseguaglianze, a causa delle quali qualcuno ha parlato di ribellione e tradimento delle élite, sempre più ripiegate su se stesse e concentrate sul perseguimento quasi esclusivo di interessi di casta.

Istituire un confronto tra queste élite odierne e quello ottocentesche e primo novecentesche ritratte nelle pagine di Martini e Francesconi richiederebbe un’analisi attenta e considerazioni non affrettate. In relazione al tema del libro una cosa però mi pare salti subito all’occhio nella sua evidenza, quelle aristocrazie del potere, del denaro e della mondanità si dedicavano al divertimento e al piacere, amavano il lusso e lo esibivano come uno status symbol, ma rispetto allo star system attuale qualcosa possedevano in quantità ben superiore: il gusto.

Ora, a molti il gusto potrà sembrare un dettaglio minuto e irrilevante, in genere gli uomini dediti all’«impegno» non si soffermano a considerarlo; ma in fondo un po’ di senso della bellezza in più o in meno comporta una differenza non così trascurabile, in grado di segnare un’epoca. È proprio di queste settimane la notizia che Baden-Baden, Vichy, Spa, Montecatini, Marienbad e altre stazioni termali d’Europa sono state riconosciute come patrimonio dell’Umanità dall’Unesco – che il Bilionaire e l’attuale complesso dei locali vip della Costa Smeralda possano diventarlo tra 100, 150 anni lo si direbbe quantomeno improbabile.

Autore
Massimiliano Fortuna


 

1 commento
  1. Cinzia Picchioni
    Cinzia Picchioni dice:

    grazie per questo bel "ricordo" che mi ha precipitato (piacevolmente) nelle atmosfere magiche del film Morte a Venezia (di Luchino Visconti, tratto dall'omonimo libro… no, forse il libro s'intitola La morte a Venezia). Buona fine d'estate a tutti/e.
    Cinzia Picchioni

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