Takoua Ben Mohamed, Sotto il velo
Recensione di
Yana Nyzhegorodova
Takoua Ben Mohamed, Sotto il velo, BeccoGiallo, Padova 2016, pp. 112, € 15,00
Sotto il velo, edito da BeccoGiallo (10 novembre 2016), è il primo libro della graphic journalist Takoua Ben Mohamed, giovane scrittrice di origini tunisine ma cresciuta a Roma.
Sin dalle prime pagine, in cui si sveglia con i capelli arruffati e desiderosa di un buon caffè, è facile immedesimarsi in lei e nella sua quotidianità, fatta di piccole sfide, insicurezze, paure per i giudizi e i pregiudizi che la circondano.
Se però per molti aspetti e situazioni è facile identificarsi con la protagonista, è anche facile notare la distanza di trattamento subito. Quanti di noi vengono accusati di terrorismo? A quanti si fanno domande su un indumento specifico del proprio vestiario? Il confine tra curiosità e rispetto verso il prossimo è facile da oltrepassare.
Con vignette divertenti e dialoghi veloci, ironia e malizia, critica e introspezione, Takoua parla di islamofobia, pregiudizi, ignoranza e luoghi comuni; punti di partenza per un più ampio spettro di riflessione, il tutto senza sfociare in paternalismi, ma con molta umiltà e autocritica.
Sotto il velo ha senza dubbio il merito di riuscire a stimolare la nostra curiosità per il diverso e, allo stesso tempo, indurre noi stessi, attraverso l’autoironia dell’autrice, a compiere il nostro esame di coscienza e le nostre riflessioni.
Nessuno è esente da pregiudizi e tutti noi viviamo secondo determinati stereotipi; anche riconoscendolo a posteriori, ne siamo forse sempre consapevoli? In che misura tali stereotipi ci influenzano e condizionano il nostro rapporto con gli altri?
Su queste domande, sui diritti umani, sulle discriminazioni etniche, sugli attacchi al diverso in ogni sua accezione, su quanto di uguale si possa trovare in ciò che è differente, e su altro ancora, Takoua Ben Mohamed ci invita a ragionare attraverso la lettura di un fumetto divertente, sociale, attuale.
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