Lotta alla politica e alla pratica della destra

Autori
Sam Moore e Alex Roberts


Internet ha dato origine a nuove forme di organizzazione di estrema destra. Per essere impattanti, gli antifascisti devono sviluppare una lotta alla politica e alla pratica della destra, dei suoi influencer online e alcune strategie realmente efficaci per contrastarle.


Dal momento in cui Internet ha iniziato a diffondersi in tutti gli aspetti della vita quotidiana, l’estrema destra si è dispersa, diversificata e rinforzata. Il web ha facilitato queste tendenze, filtrando e modellando forme tradizionali di attività e ideologia. Ha anche spinto gruppi di estrema destra ad adattarsi, causandone il declino in alcuni casi. Nonostante la mancanza di organizzazioni di massa formali, l’estrema destra non è andata via – invece ha prodotto nuove configurazioni di tattiche, priorità e obiettivi.

Questi cambiamenti sono ancora poco compresi, sia nella coscienza popolare che tra i movimenti di sinistra. Nella sua presenza online, l’estrema destra è stata talvolta descritta come uno sciame senza volto, perché negli ultimi dieci anni la maggior parte delle attività è stata portata avanti da una serie di manifesti anonimi. Gamergate è stata forse la prima ondata e l’alt-destra, che segue rapidamente dopo, è la più importante.

Ma anche online, il caos dell’estrema destra ha messo in luce i nodi che nel nostro libro Post-internet Far Right: Fascism in the Age of the Internet chiamiamo “influencers di estrema destra”. Non è il comando che centralizza, ma il substrato del comando. Il distinguersi dallo sciame è un aspetto del loro potere. L’alt-destra si è coalizzata intorno alla figura dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ma aveva riconosciuto molti altri influencer di livello inferiore.

La leadership fascista tradizionale era certamente instabile. La storia del fascismo non può essere raccontata senza le purghe sanguinose, le lotte interne e le divisioni acrimoniose. Tuttavia, tale instabilità era punteggiata da una relativa inattaccabilità. Ora non è più così. L’influencer di estrema destra, privo di una posizione formale, ha bisogno costantemente di approvazione da parte del movimento, per mantenere la presa su una rete in continuo mutamento.

Naturalmente, sia lo sciame anonimo di manifesti online sia gli influencer sui social media non sono sconosciuti, anzi sono onnipresenti sul web. Dinamiche simili si sono avute anche con la sinistra. Tuttavia, solo l’estrema destra ha adottato questa strategia online come modello per l’organizzazione politica. Nel 2016, i repubblicani hanno accettato, o almeno accolto, il fianco radicale online. I democratici, d’altra parte, hanno rifiutato il loro.

È necessario considerare fino a che punto gli influencer di destra compaiono, come mantengono la loro posizione all’interno e sopra lo sciame e che funzione strutturale compiono nel perpetuare il fermento online.

UNA POSIZIONE DI COMANDO TRABALLANTE

L’emergere degli influencer dallo sciame è intrinsecamente pieno di tensioni: si si distinguono troppo dal gruppo che dà loro potere, rischiano di distaccarsene; se sono troppo amalgamati agli altri, perdono trazione e si dissolvono. La loro relazione con lo sciame è quindi, in ultima analisi, tesa, e il loro status si basa sulla capacità di dargli un continua input. Sono i nodi chiave di quella che Steve Bannon ha chiamato “una politica di mobilitazione“, sono sempre meno interessati all’organizzazione di un gruppo coerente con un’agenda stabile, e sempre più preoccupati a incitare un sentimento condiviso.

La novità gioca un ruolo fondamentale nella questione di quanto ci si possa sentire indignati. L’indignazione si costruisce sullo shock che deriva da informazioni non gradite, ed è difficile mantenerla, anche se inventata, quando manca una rivelazione improvvisa. Tuttavia, solo un numero molto piccolo di argomenti riesce davvero a colpire il bersaglio. Quindi, la novità non deriva dall’allargare la politica ad altre questioni, ma dall’affermare posizioni sempre più estreme su alcuni specifici punti fermi.

Il convenzionalismo dello sciame è il convenzionalismo dell’estremismo, un progressivo restringimento dell’attenzione. Se gli influencer si allontanano anche un po’ da questo ristretto insieme di credenze, lo sciame tenderà a respingerli. Tra la richiesta di dire qualcosa di unico e quella di mantenere fede a ciò che  già tutti pensano, si inserisce il percorso di un influencer di successo, ma si mette in moto un modello di radicalizzazione spesso in contrasto con le piattaforme da cui dipende.

La convenzionalità senza novità può portare alla ridondanza. Di solito, gli influencer rendono esplicito ciò in cui lo sciame crede, ma che non è in grado di articolare. Quando un’ideologia è troppo ovvia o troppo generale, gli influencer diventano irrilevanti, come abbiamo visto con le proteste del 2020 “statue defender” nel Regno Unito. Quando la politica consiste interamente nel difendere una statua di Winston Churchill, gli influencer perdono una delle loro funzioni principali. Churchill è “il nostro ragazzo”. Tutti lo sanno. Gli influencer non erano più necessari e così sono stati scartati.

Un vero e proprio amico? Come fanno gli influencer a proteggere e mantenere le loro posizioni in un ambiente così instabile?

Chiaramente una certa individualità è essenziale per ogni influencer. Ma questa individualità non è costruita sulle idee, bensì su una connessione affettiva con lo sciame. Il motore emotivo della politica di estrema destra è seguire piuttosto che guidare. I leader lo fanno attraverso la percezione e l’orientamento dello stato d’animo dello sciame. Sviluppano un istinto per prevenire i suoi movimenti, imparano le sue trasformazioni e incarnano fiduciosamente i suoi desideri.

Rispetto ai leader fascisti del passato, che hanno in qualche modo incarnato la nazione, oggi, nel nostro mondo molto più atomizzato, è spesso una questione di chi riesce ad apparire tuo amico. Così, un influencer di estrema destra è funzionalmente simile a uno non politico. Quello che commercializzano è diverso, ma i loro metodi sono gli stessi.

Questo potere affettivo solleva la posta in gioco della radicalizzazione per gli influencer. Questi hanno da perdere molto più dei loro seguaci, poiché devono sembrare realmente presenti, e quindi autentici, per mantenere il loro potere. Chi compare sugli schermi ha un’individualità particolare e la loro presentazione pubblica ha bisogno di coerenza, a differenza dello sciame anonimo che raramente ha bisogno di apparire coerente a se stesso.

Con il declino della partecipazione ai movimenti di estrema destra, questi influencer particolari e “autentici” hanno a loro volta meno probabilità di poterne uscire. Così, la radicalizzazione spesso riduce la loro capacità di distaccarsi dall’estrema destra in modo pulito, mentre ha pochissime conseguenze per i membri dello sciame – una differenza che intensifica la tensione tra le esigenze dei due.

Una delle principali difficoltà tra i follower e l’influencer risiede nella sete dei primi di dichiarazioni sempre più radicali, e la resistenza del secondo a esse. Per molte piattaforme social, la radicalizzazione oltre un certo punto è verboten (divieto). Per diventare influencer quindi è necessario produrre contenuti che siano accettabili per tre tipologie distinte di pubblico: lo sciame, potenziali reclute e la piattaforma. L’influencer non deve assecondare le richieste di contenuti radicali da parte dello sciame, altrimenti rischia di essere bloccato dalla piattaforma. Il dilemma dell’estremista – tra maggiore apertura e maggiore sicurezza – si trasforma da un dilemma all’interno di un singolo gruppo in una tensione tra lo sciame e gli influencer.

Gli influencer possono, tuttavia, mascherare il proprio radicalismo. In effetti, un’ovvia dissimulazione di credenze estreme come l’antisemitismo può apparire al pubblico come un segreto condiviso: il segno di una connessione personale. Così facendo, gli influencer possono continuare a raccogliere lealtà personale.

Mark Collett di Patriotic Alternative ha rifinito questo stile, suddividendo i suoi contenuti tra le piattaforme, a secondo del livello di radicalismo. I video di Collett su Youtube, con la sua politica dei “tre strike”, vengono accuratamente scritti e controllati prima della pubblicazione al fine di attenersi alla lettera dei termini di servizio. Su piattaforme più piccole con meno restrizioni, come Dlive e BitChute, il suo antisemitismo è molto più esplicito – anche se recentemente BitChute ha implementato delle restrizioni sui suoi contenuti. La presenza su una vasta gamma di piattaforme fornisce anche un livello di ridondanza integrato per gli influencer.

Se un intimo legame personale e un attento bilanciamento tra estremismo e convenzionalità è il modo in cui gli influencer mantengono la loro posizione, allora come fanno a mantenere lo sciame?

GLI INFLUENCER NON SONO NIENTE SENZA UNO SCIAME

Il mantenimento della community online è vitale per gli influencer e il denaro è una parte importante di queste dinamiche. Anche se alcuni influencer guadagnano grazie ad altri lavori, molti si affidano alle donazioni del pubblico.

Il sistema delle superchat, in cui gli spettatori pagano per avere un commento letto ad alta voce dal “padrone di casa”, e la normalizzazione di una cultura di ribaltamento politico hanno dato forma ai “razzisti professionisti” che vivono interamente di donazioni. Così, gli incentivi finanziari spingono a creare contenuti per avere visualizzazioni più che implementare concrete azioni di strada, dal momento che nessuno pagherà per partecipare a una manifestazione.

Uno dei modi più efficaci di intensificare la rete di influencer è rappresentato dai dibattiti pubblici in diretta, noti come “internet bloodsports”. In questi dibattiti online tra due o più influencer, lo sciame ci dà dentro, tifando per una parte o l’altra nella sezione commenti. Questi bloodsport svolgono contemporaneamente una serie di funzioni diverse: collegano gruppi disparati dello sciame attraverso l’incontro pubblico; producono rapidamente una vasta gamma di contenuti video da consumare; e forniscono il senso di una cultura intellettuale vibrante e diversificata.

La costellazione di content creator e account forma una rete autosufficiente con un alto grado di partecipazione mediatica. Se si viene allontanati da una particolare piattaforma è possibile trasferirsi su un’altra, mentre altri influencer indirizzano i seguaci verso il nuovo sbocco. Inoltre, non possiamo sottovalutare l’eccitazione viscerale diffusa sul web che deriva dal successo raggiunto da qualcuno che non ci piace, dal brivido che proviamo guardando i suoi post, o dal veder perdere chi sosteniamo.

I bloodsports permettono ai membri dello sciame di diventare influencer, una possibilità sempre aperta. È diventando un influencer che almeno alcuni degli uomini disperati di estrema destra potrà sentirsi importante. In termini di capitale sociale, gli influencer di estrema destra si presentano come l’opposto del loro pubblico. Tuttavia, non può essere troppo facile per lo sciame guadagnare facendo l’influencer – dopotutto, si tratta di un ruolo redditizio.

Al contrario, importanti competenze per gli influencer nei momenti di declino, sono la capacità di motivare lo sciame e sostenere l’attività, presentando i fatti in modo più promettente di quanto sono in realtà. Nelle chat di Telegram dell’estrema destra, fermare la tendenza dello sciame verso il  “blackpill” – postando contenuti deprimenti e pessimistici che fanno credere al pubblico che non c’è altro da fare che commettere sporadiche violenze – assume enorme importanza. Sui livestream e video intorno ai quali si raduna lo sciame, gli influencer incoraggiano costantemente il “whitepilling” – un opposto al pessimismo del blackpill in cui i manifesti auspicano la vittoria della supremazia bianca. Incoraggiano i membri della community ad aumentare la loro coscienza razziale come bianchi. Li spingono a fare qualcosa – e continuare a dare soldi – piuttosto che cadere nella trappola della inattività e della disperazione.

Nel mondo post-Charlottesville, mentre gli influencer meno radicali si allontanavano o venivano risucchiati di nuovo nel Trumpismo mainstream, quelli più estremi raddoppiavano, pur vedendosi ridotte le donazioni dei supporter.

Negli ultimi anni, il fondatore del Daily Stormer Andrew Anglin si è nascosto dalle molteplici sentenze civili sulle sue campagne di molestie. Il Daily Shoah, il podcast più importante dell’alt-right, è stato bannato dalle piattaforme di podcast e ha mantenuto solo una nicchia di seguito, anche se la sua influenza non è crollata completamente.

Dopo Charlottesville, lo stile del giornalismo mainstream desideroso di commerciare sulla novità dei nazionalisti bianchi, come Richard Spencer, diminuì mentre le conseguenze mortali del movimento divennero evidenti anche ai liberali meno percettivi. Alcuni, come Spencer e il provocatore di alt-right Milo Yiannopolis, furono respinti dallo sciame stesso: il fallimento decapita il movimento.

RIORIENTARE UN SENSO DI INGIUSTIZIA

Mentre Internet continua a dare vita a nuove, più effimere forme di leadership di estrema destra, è dovere per noi della sinistra radicale capire le loro capacità e debolezze peculiari. Come opporsi agli influencer? Bandirli dalle piattaforme si è dimostrato efficace nel rompere il loro legame con lo sciame. Assistiamo alla precipitosa scomparsa di Tommy Robinson quando, nel corso del 2018 e all’inizio del 2019, è stato bloccato su Twitter, Facebook e Youtube per dichiarazioni violente sui musulmani. Tuttavia, affidare il discorso pubblico nelle mani di Facebook e simili può essere pericoloso, e le campagne di allontanamento devono essere giudiziose e altamente selettive.

L’emozione è un forte motivatore. Può essere però facilmente annullata, specialmente quando i legami di lealtà sono sostituiti da risentimento o tradimento, o quando la giusta determinazione che anima molti movimenti di strada è politicamente indebolita.

Negli ultimi anni, molti di sinistra hanno lanciato campagne efficaci per fare proprio questo. Non sostituire l’emozione della radicalizzazione a destra con una stabilità centrista ferma, ma riorientare il senso fondamentale di ingiustizia che l’estrema destra tocca verso la politica della sinistra radicale. Nel farlo, è importante non negare l’alienazione profonda e la miseria di molte esperienze della società contemporanea. Bisogna fornire spiegazioni migliori per la loro esistenza e offrire soluzioni costruttive verso la liberazione di massa, piuttosto che ulteriore oppressione.

Anche se la destra domina ancora gran parte dello spazio politico indipendente online, negli ultimi anni ha cominciato a essere contestata dai content creator di sinistra. In un video particolarmente interessante, lo streamer di sinistra Hasan Piker e lo YouTuber antifascista Three Arrows trascorrono ore a discutere gli scritti di Jordan Peterson con uno dei suoi fan, alla fine lo persuadono a cercare altre fonti. Il flusso è stato guardato da decine di migliaia di spettatori in diretta. E ha poi attirato centinaia di migliaia di visualizzazioni quando è stato caricato su Youtube.

Un altro esempio convincente può essere trovato nell’opposizione alla Islamophobic Democratic Football Lads Alliance da parte dell’Assemblea antifascista femminista in cui hanno dichiarato: “Il nemico non arriva in barca, arriva in limousine”. In una contro manifestazione alla DFLA nel 2018, gli antifascisti hanno bloccato con successo la sua marcia. Ma la vera innovazione è stata contrastare direttamente la propaganda razzista con una convincente risposta di sinistra.

In ultima analisi, per competere con lo sciame, la sinistra dovrebbe competere con i propri metodi politici. Contestare il pubblico online e portare quel pubblico nei movimenti politici come organizzatori o attivisti. Questo significa rompere con la debolezza intrinseca nel modello di audience. Ma significa anchecollegare i contenuti a campagne e movimenti reali in cui i membri del pubblico possono essere coinvolti. Costruire l’antifascismo da qui significa integrare tutto questo; non come una nicchia specializzata di un’agenda politica più ampia, ma riconoscendo che l’estrema destra rappresenta una minaccia per tutti noi. E Tutti dobbiamo partecipare alla sua sconfitta.


Sam Moore

Sam Moore è un attivista e ricercatore antifascista e co-autore dei due libri di prossima pubblicazione Post Internet Far Right (Dog Section Press 2021) e The Rise of Ecofascism (Polity Press 2021.) È il co-conduttore del podcast antifascista 12 Rules for What.

Alex Roberts

Alex Roberts è un attivista e ricercatore antifascista e co-autore dei due libri di prossima pubblicazione Post Internet Far Right (Dog Section Press 2021) e The Rise of Ecofascism (Polity Press 2021.) È il co-conduttore del podcast antifascista 12 Rules for What.


Fonte: RoarMagazine, PEOPLE & POWER, 26 giugno 2021

Traduzione di Benedetta Pisani per il Centro Studi Sereno Regis


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