C’è ancora spazio per la partecipazione giovanile?

Elisa Crescitelli

con Silvia CuccuGiulia Stefanelli

La nostra risposta è sì, c’è ancora spazio per la partecipazione giovanile. Con le giuste condizioni e gli strumenti adatti è possibile creare occasioni per una partecipazione democratica e giovanile.

Ma andiamo con ordine: chi siamo e perché siamo così convinte che ci sia ancora spazio per la partecipazione giovanile?

Siamo Giulia, Elisa e Silvia, tre ragazze che stanno partecipando a un progetto, lo Youth Meetings Movement, che nasce proprio con l’obiettivo di connettere, responsabilizzare e coinvolgere i giovani in processi democratici a livello locale ed europeo.

Tuttavia, le dichiarazioni di intenti e le finalità rimangono parole vuote e prive di valore se non vengono corrisposte da un agire e da pratiche che le riempiano traducendole in realtà.

Per questa ragione, noi siamo così fiduciose, perché nel corso del primo training previsto dal progetto, svoltosi tra il 12 e il 17 giugno a Los Molinos in Spagna, abbiamo vissuto in prima persona cosa significa creare uno spazio di dialogo e di confronto. Uno spazio partecipativo basato sull’ascolto attivo ed empatico che si è trasformato nel corso di quei pochi giorni in una piccola comunità generativa.

Tuttavia,  come dicevamo all’inizio non è così semplice creare uno spazio di partecipazione, perché è necessario conoscere, avere gli strumenti e le condizioni adeguate.

Questo progetto ha unito 25 partecipanti e 7 paesi diversi tramite un solo obiettivo: implementare la partecipazione attiva giovanile, creando una piccola comunità in cui ognuno ha potuto portare esperienze diverse, contribuendo alla formazione di un luogo di ascolto e confronto.  In tutto questo, però non eravamo soli, il processo è stato guidato e facilitato da quattro trainers: Agata, José, Jorge e Yelda. Con grande attenzione alle sensibilità di ogni partecipante ci hanno guidato alla comprensione dei concetti di: violenza, conflitto, peacebuilding e peace-education.



L’attività

Ci hanno fatto sperimentare in prima persona cosa significa prendere parte a un community meeting. In quell’occasione abbiamo capito quanto non sia semplice partecipare e raggiungere un obiettivo comune dando a tutti i partecipanti le stesse opportunità e le stesse occasioni di partecipazione. Con molta facilità, infatti, assorbiti dal confronto e dalle proprie idee non si presta attenzione nel lasciare lo stesso spazio a tutti e le persone più introverse così corrono il rischio di rimanere escluse. Questo ci ha fatto riflettere su come essere inclusivi e su come a nostra volta avremmo potuto facilitare dei processi di partecipazione dal basso nelle nostre rispettive realtà locali in modo tale da garantire a ognuno la possibilità di avere voce ed essere ascoltato.


C’è ancora spazio per la partecipazione giovanile
C’è ancora spazio per la partecipazione giovanile

Creare uno spazio per la partecipazione diretta e l’ascolto attivo è frutto di un processo che richiede costante attenzione e apprendimento. E proprio questa dedizione e questo coinvolgimento continuo nel corso del training ci hanno reso una piccola comunità di pratica, una comunità generativa con un immenso potenziale creativo. Ci auguriamo che ognuno dei partecipanti del progetto Youth Meetings Movement possa avere modo di creare alleanze altrettanto feconde nei contesti locali dei 7 paesi coinvolti, perché C’è ancora spazio per la partecipazione giovanile, si tratta solo di coltivarla e raccoglierne costantemente i frutti. 

Giulia, Elisa e Silvia


C’è ancora spazio per la partecipazione giovanile

2 commenti
  1. Boschetto Alberto
    Boschetto Alberto dice:

    bello! e possibile…voglio creare in parrocchia quache cosa di analogo per i giovani del territorio!
    Alberto, parrocchia di Gesù nostra Speranza – Cossato (BI)

    Rispondi

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