Cosa sta succedendo in Valsusa?

Daniela Bezzi

Cosa sta succedendo in Valsusa? è il titolo dell’incontro che si è tenuto il 12 maggio davanti alla Main Hall del Campus Luigi Einaudi, organizzato dal Comitato Giovani NoTAV, insieme a Collettivo Universitario Autonomo (Torino), Si Studenti Indipendenti, Ecologia Politica Torino, Beagle/Collettivo di Biologia e Scienze Naturali, Cambiare Rotta Torino/Noi Restiamo, Fridays For Future Val Susa.

Il primo di un ciclo d’incontri di sensibilizzazione sul controverso progetto Torino-Lione, che ha messo a fuoco in particolare la situazione di tensione che si è venuta a creare successivamente alle requisizioni dei terreni ex-autoporto di San Didero un mese fa.



In piena notte, con gran dispiego di Forze dell’Ordine, l’invio senza alcun preavviso di 80 veicoli come per cogliere di sorpresa il nemico. Un vero shock per tutti i sindaci della bassa valle, per la cittadinanza e per il Movimento NoTAV che da trent’anni si oppone allo scempio della Torino/Lione “con alterne fortune, ma senza mai arrendersi all’inevitabilità di un progetto già vecchio e sbagliato in partenza, e che ogni anno che passa non può che rivelarsi in tutta la sua insostenibilità, collusione con ditte notoriamente legate alla ‘ndrangheta, mendacità persino nei confronti degli enti decisori, incompatibilità con i criteri di decarbonizzazione che il nostro governo si è impegnato a rispettare entro il prossimo decennio.

Un progetto insomma da cancellare in toto” ha detto Guido Fissore, che con Loredana Bellone (consigliera comunale di San Didero di cui è stata sindaca per ben tre mandati) era invitato come attivista “storico” del Movimento.

Di seguito a registrazione integrale dell’incontro.


Le voci di Gaia, Diego, Ivan, Nicolò e altri, in rappresentanza dei vari Comitati organizzatori, hanno ricostruito dinnanzi a una platea di circa 200 studenti in attento sit-in all’interno del CLE, la breve stagione di quel Presidio che a partire dai primi di dicembre 2020 era sorto all’interno di un edificio che era stato costruito e persino arredato per il primo progetto di Autoporto, precedente all’attuale struttura di Susa.

Un edificio quindi totalmente abbandonato da anni, e per l’appunto recuperato dal degrado dal Comitato Giovani NoTAV con non poco impegno da parte di tutti, che in breve tempo era diventato spazio di eventi, confronto, elaborazione, laboratorio di saperi a tutto campo, dalla panificazione, alla falegnameria, dalla documentazione dei vari fronti di resistenza nel mondo, alla presa di coscienza circa la nocività ambientale prodotta da decenni di sversamenti abusivi in quel particolare tratto di valle, per via delle varie acciaierie che si sono succedute nell’arco di decenni.



Gaia del Comitato Giovani NoTav ha in particolare rievocato la drammaticità di quella irruzione notturna, il 12 aprile scorso, da parte delle Forze di Polizia.Momenti di vera e propria guerriglia nel boschetto che circondava il Presidio di San Didero, con impressionante lancio di lacrimogeni ad altezza d’uomo, largo uso di manganelli, contro un manipolo di attivisti per lo più giovani e totalmente disarmati. Scontri che si sono conclusi con il respingimento del movimento quando ormai era già tarda notte, mentre alcuni compagni erano rimasti in difesa all’interno del capanno sul tetto dell’edificio.

La stessa violenza si è ripetuta in piena luce il giorno dopo, quando il corteo di protesta che si era spontaneamente formato dopo la Conferenza Stampa dei Sindaci in località Baraccone, si è trovato improvvisamente attaccato dalle Forze dell’Ordine: di nuovo lacrimogeni sparati a casaccio, inseguimenti per i campi e fin dentro le stradine del minuscolo comune di San Didero, come testimoniano i molti bossoli rinvenuti dentro alcuni orti e cortili. “Per un miracolo si è evitata la strage quando inseguiti dalla polizia alcuni manifestanti si sono trovati spinti verso i binari quando stava per arrivare il treno… Naturalmente il giorno dopo i giornali hanno dato la notizia dai giornali come ‘blocco del traffico ferroviario’ per colpa dei NoTAV!”

È stato inoltre denunciato il ruolo di complicità che l’istituzione universitaria ricopre nella devastazione ambientale della Val di Susa, per il fatto di stipulare accordi di ricerca con TELT, la società titolare dell’appalto del progetto TAV. Sono infatti non poche le borse di studio destinate all’Università di Torino, finalizzate al più surreale green washing. Emblematico il caso della farfalla Zerynthia, una specie protetta dalle leggi sia europee che nazionali, che la TELT si era impegnata a preservare all’interno del medesimo scenario di devastazione prodotto dal cantiere di Chiomonte in Val Clarea. “Come studenti, scienziati, naturalisti, non possiamo restare neutrali, dobbiamo prendere posizione” ha detto Diego, studente della Facoltà di Scienze Naturali, Scienze della Vita “Dobbiamo essere costantemente presenti sul campo, per monitorare quello che veramente succede ed essere in grado di testimoniare”.

Particolarmente toccante la testimonianza di Loredana Bellone nel rievocare la recente visita al fazzoletto di terra che anche lei aveva acquistato anni fa a Chiomonte insieme ad altri 1000 comproprietari aderendo alla campagna Barricate di carta. Terreni che la TELT ha requisito come è noto tra febbraio e marzo di quest’anno.

Vedi in proposito l’evento organizzato dal CSSR in data 23 marzo:

“Nel ritrovarmi dopo anni al cospetto di quelle querce con il tronco già segnato per indicare che avrebbero dovuto essere abbattute, mi si è stretto il cuore. Sembravano degli esseri umani che chiedevano aiuto… Stessa situazione nel boschetto di San Didero, quando ci hanno permesso di fare un sopralluogo: intere zone aggredite dalla scavatrice, alberi brutalmente sbancati, i corridoi di passaggio per gli animali addirittura tombati, il che equivale a un vero biocidio, una cosa inaccettabile…”  

La Bellone ha poi elencato la lunga serie di “anomalie” o veri e propri abusi sul piano istituzionale e procedurale, che il Comune di San Didero sta verificando ogni giorno che passa: dalla totale opacità circa l’effettiva proprietà del territorio requisito dalla TELT e quindi circa il diritto di operare sui terreni ormai recintati, all’impossibilità di accesso per i legittimi comodatari, alla vera e propria occupazione di suolo a tutti gli effetti comunale, nel caso dell’area di parcheggio che era adibito a mercato in località Baraccone.

E ha concluso calorosamente invitando tutti quanti al Consiglio Comunale aperto che avrà luogo sabato 22 maggio, nonché alla grande marcia prevista il prossimo 12 giugno, da Bussoleno a San Didero. “Siete tutti invitati. È per il vostro futuro, non dovete permettere che ve lo portino via, dobbiamo reagire. Noi abbiamo i capelli bianchi, la nostra parte l’abbiamo fatta, adesso tocca a voi: con le unghie e con i denti dobbiamo difenderla questa terra…”

Il prossimo appuntamento all’interno dello stesso ciclo, a Palazzo Nuovo, in via sant’Ottavio, sarà il 19 maggio con la Commissione dei Tecnici NoTAV instancabilmente impegnati nella denuncia dei tanti aspetti di insostenibilità della Torino-Lione. 


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