Maria Montessori. Teosofica maestra di Pace

Cinzia Picchioni

Roberto Fantini, Maria Montessori. Teosofica maestra di Pace, Efesto, Roma 2020, pp. 100, € 12,50

Maria Montessori. Teosofica maestraTeosofica. Pace. Queste due sono le parole che mi hanno incuriosito/attratto scoprendo la copertina del libercolino (solo per il piccolo formato, comodissimo!) presentato nella settimana corrente.

Teosofica, cioè relativa alla teosofia. Pace, cioè relativa alla… pace! Due temi che mi interessano da tanto tempo. Ma anche per l’immagine c’è qualcosa da dire: intanto Complimenti!è veramente carina, essenziale, elegante. Ma soprattutto chiara nel definire il personaggio. La Montessori vi appare vestita con stile indianeggiante (anche per il bindi – o bindu -, segno al centro della fronte), con una collana di fiori al collo come fosse una divinità, sorridente come si addice  a una divinità, e inscritta nel disegno che accompagnava tante manifestazioni e azioni «no war» degli anni Settanta e non solo. Questa volta, per di più, il famoso simbolo è colorato come una bandiera della pace, col rosso, il giallo, il verde e le altre vibrazioni dell’arcobaleno.

Maria Montessori.Teosofica maestra di Pace
Photo by Chela B. on Unsplash

Il libro

Una copertina che contiene molti simboli, tutti che riguardano i temi di cui si è occupata la nota educatrice (che, come si evince anche dalla copertina del libro, è stata molto altro): la teosofia ha a che fare con l’India; la pace riguarda ogni universo; Montessori è italiana, come grandi pacifisti, Capitini in testa.

«Il suo interesse per la tematica della pace […] non sarebbe […] circoscrivibile agli ultimi anni della sua vita (il momento cosiddetto “irenico” o “irenetico”), ma la sua intera pedagogia, risultando incentrata sulla prospettiva di una reale rigenerazione dell’umanità, andrebbe intesa come intrinsecamente “irenica” (cosa questa che ci autorizza a rapportarla all’opera dei maggiori educatori-maestri del nostro tempo, da Tolstoj e Gandhi, da Martin Luther Kind ad Aldo Capitini, da Don Milani a Paulo Freire).», p. 13

Come si capisce dalla citazione qui sopra, in effetti ho sfogliato – e letto, naturalmente – le pagine alla ricerca di brani che facessero direttamente riferimento al tema della pace e a quello dell’educazione, entrambi trattati dal Centro Studi Sereno Regis, fin dai suoi inizi. Altrimenti di Maria Montessori sembra che sia stato già scritto tutto! E che non «valga la pena» stare ancora a parlarne (!!!). Il suo messaggio è invece così trasversale che mi sa troveremo ancora e ancora tracce precise del suo passaggio – come studiosa e/o come operatrice – in ambiti «diversi» da quello educativo. Forse perché tutto riguarda l’educazione? O forse perché l’educazione riguarda tutto? «Risposte» possono trovarsi in mezzo a queste righe, dentro al libro (oltreché nella copertina!).

«Il presente lavoro nasce […] dal desiderio di far apparire nella giusta dimensione un volto meno noto di un personaggio tanto noto, nella convinzione che soltanto da una adeguata comprensione dell’illuminato pensiero pacifista e nonviolento di Maria Montessori, indissolubilmente legato alla sua intima spiritualità di matrice autenticamente teosofica, sia possibile raggiungere una conoscenza piena e senza pregiudizi della sua ricchissima personalità e del suo ancora vivo e stimolante messaggio», p. 14.

«[ilmodello educativo tradizionale trasforma il bambino] in un adulto […] facile a rendersi “sottomesso alla fatalità delle cose”, e incline alla devozione quasi idolatrica verso i “condottieri”. Un adulto senza alcuna interesse per la conquista della verità” […] L’educazione ricevuta li preparò piuttosto a quello che può considerarsi un episodio della vita collettiva, reale: la guerra. Perché, infatti, la guerra nonè causata dalle armi, ma dall’uomo», p. 36.

«Come affermerà Jiddu Krishnamurti […] “La guerra è la proiezione spettacolare e sanguinosa del nostro vivere quotidiano. È un precipitato delle nostre vite di tutti i giorni. Senza una trasformazione di noi stessi, è ineluttabile che vi siano antagonismi nazionali e razziali, puerili dispute ideologiche, un numero sempre crescente di soldati, solenni saluti alla bandiera, e infine le innumerevoli brutalità che concorrono a creare l’assassinio organizzato», p. 42 [ed ecco l’India, di nuovo. Il brano in corsivo è tratto da Jiddu Krishnamurti, L’educazione e il significato della vita, La Nuova Italia, Firenze 1958, p. 66, NdR].


Roberto Fantini

Già docente liceale di filosofia e storia, si occupa da qualche decennio di educazione ai diritti umani all’interno di Amnesty International. Sul sito della Free Lance International Press (www.flipnews.org) cura la rubrica Diritti Umani. Tra gli altri titoli, ha pubblicato Aldo Capitini. La bellezza della luce, Efesto 2015. 

Recensione di Cinzia Picchioni


 

1 commento
  1. Cinzia Picchioni
    Cinzia Picchioni dice:

    che bella la foto! grazie al professionista che l'ha scelta; la cosa mi offre l'opportunità per ribadire un concetto: meglio lasciar fare il lavoro a chi lo sa fare, invece di improvvisarsi – a seconda dei casi – fotografi, grafici, impaginatori, creatori di volantini e programmi, scrittori. Anch'io avevo trovato un'immagine, ma l'ho solo "proposta" a chi realizza la newsletter, lasciandolo totalmente libero di decidere. Perché il professionista più capace di me è lui. E infatti ha trovato una foto mille volte più bella e significativa della "mia". A ognuno il suo talento!

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