Cancellate!

Dario Cambiano

Cancellate… No, non voglio parlarvi di frontiere tra vicini di casa, né delle recinzioni, né di staccionate: voglio esortarvi a cancellare.

Cancellare è una pratica nonviolenta, lo sapevate?

Non posso nemmeno immaginare quanti giga1 abbiamo a disposizione gratuitamente sul web, che per molti, complice il covid, è diventato una seconda casa. Ma proviamo a immaginare. Io ho un paio di indirizzi di posta elettronica (concedetemi, d’ora in avanti “mail”); uno mi mette a disposizione uno spazio di 1 giga, l’altro addirittura 30.

Ora, mettiamo che non siamo tutti così fortunati come noi occidentali, ma anche soltanto moltiplicando 3 miliardi di persone fortunate per 1 giga esce fuori uno spazio di… se ve lo dico in exa o yotta (i matematici hanno un senso del comico linguistico molto sviluppato: giga peta exa zetta yotta pera trotta…) non lo capite. Ma tre miliardi di giga sarebbero poi solo tre exa (la matematica rassicura, semplifica).

Il fatto è che, avete presente lo SPAZIO di un giga? Minimo. Quasi nullo. Ho una chiavetta (d’ora in poi: chiavetta) che nello spazio di un pollice schiacciato da un martello contiene 128 giga. E…

Aspettate, aspettate! Mentre scrivevo mi è venuto un dubbio (quello di scrivere delle cazzate, ovviamente) e sono andato a documentarmi, così ho trovato un articolo del «Sole24ore», cui chiedo la cortesia di sopportare se ne copio e incollo un pezzo:

cancellate
Photo by Mathyas Kurmann on Unsplash

«Usando i rapporti sul traffico internet di Cisco e di altri operatori di rete possiamo stimare che l’intero universo digitale è grosso modo di 44 zettabytes. Se la stima è corretta vuole dire che abbiamo a disposizione in bytes 40 volte il numero di stelle osservabili nell’universo. Per quanto suggestivo il numero però è calcolato per difetto. Non nel senso quantitativo ma metodologico. Prendiamo in esame alcuni produttori di dati, tipo i social network. Ogni giorno vengono pubblicati 500 milioni di tweet. Vengono inviate 294 miliardi di mail. E quattro petabytes di dati sono creati solo da Facebook. Senza contare che su WhatsApp si stimano 65 miliardi di messaggi. Selezionando queste fondi di produzione di dati nel 2025 si potrebbero stimare 463 exabytes di informazioni quotidiane. L’equivalente di 212.765.957 Dvd al giorno». 

Scusate. Stamattina ho avuto una illuminazione ma avevo visto solo la punta dell’iceberg. Un iceberg così grande che è come se avessi visto la punta dell’Everest trascurando il piccolo pianeta su cui poggia.

E allora veniamo al punto. Quanto SPAZIO occupano tutte queste informazioni, queste foto, questi «like» che ci scambiamo? Dove vanno a finire? Chi li conserva? Non vi sembrerebbe cortese verso la terra liberare lo SPAZIO che tutti questi dati occupano? Credo ci siano migliaia di capannoni, prevalentemente al nord del pianeta (per sfruttare il freddo dell’ambiente, perché tutti questi server pieni di hard disk – cioè le versioni giganti delle nostre chiavette – producono un sacco di calore e vanno ventilati e raffreddati sennò vanno in crash, cioè si spengono, e allora addio alle nostre irrinunciabili mail, ai nostri video, alle nostre foto, ai nostri preziosi like...

Conosco gente (potrei fare i nomi ma sono sicuro che ognuno di noi farebbe una grande difficoltà a scagliare la prima pietra, me compreso) che quando uno scrive un avviso, facciamo del tipo «domani ci vediamo alle cinque» e lo diffonde a, così per dire, una mailing list di un centinaio di persone, quella tal gente risponde «ci sarò» a tutto il gruppo. Col risultato che così cento persone ricevono una mail del tutto trascurabile (ora, se ci sei lo vedrò domani, a meno che tu sia il presidente della Repubblica e allora la tua assenza sarebbe prezioso saperla prima). Se poi un altro della allegra combriccola dovesse scrivere «anche io», di nuovo manderebbe a tutto il gruppo una mail: cioè 100 mail per dire, e magari la cosa interessa solo l’organizzatore, che tu ci sarai o no.

E in tutto questo, fossero almeno capaci ci cancellare TUTTO quello che precede. Eh no. Perché, dicono, e se poi chi legge non riesce a ricostruire tutto lo scambio?

Accidenti che problema.

Però, vi assicuro, a volte ricevo mail lunghe metri (a stamparle, ma evito il pensiero molesto). E tutto questo va finire lassù, dove dovrebbero stare al fresco gli orsi polari.

E non parlo di chi mette migliaia di foto su Instagram (e vogliamo parlare dei video su Youtube?) e va bene sei bravo e fai delle belle foto (ma per favore, non postare le lasagne mangiate a Capodanno) e poi LE LASCIA TUTTE lì, a memoria dei posteri.

Poveri posteri. Chissà chi erediterà il mio pc. Suppongo mia figlia. Dovrò decidermi a mettere un adesivo sullo schermo, possibilmente prima che venga il momento: TI PREGO, NON LEGGERE. FAI UN FAVORE AL PIANETA. CANCELLAMI.


Post scriptum: scherzi a parte sarebbe ora di pensare a una policy dei dati. Va bene che sono la fonte di ricchezza degli oligarchi del web, ma sono un problema ambientale che dovremo affrontare. Presto2.


Note

1 Ah, i bei tempi in cui la giga era soltanto una bellissima danza irlandese!

2 Ovviamente spero che metterete «like» su questo articolo e che lo riposterete sulle vostre pagine  fb e instagram.

Autore Dario Cambiano


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